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Olimpiadi 2026 Cortina e Milano: dal giusto entusiasmo all’imbarazzante sedici a tre

L’assegnazione dei Giochi Olimpici invernali 2026 rappresenta sicuramente un successo per l’intero Paese. Come l’esperienza di Torino 2006 tuttavia insegna, la vera problematica è relativa alla gestione tanto degli impianti e delle Infrastrutture che assorbiranno il costo maggiore degli investimenti e che si spera diventino un volano a loro volta di sviluppo per il territorio.
In relazione alla gestione dell’evento e dei suoi fattori vincenti ce ne siamo già occupati in precedenza, nel settembre 2018 https://www.ilpattosociale.it/2018/09/24/olimpiadi-cortina-2026-i-tre-fattori-del-successo/). Ora finalmente vengono resi noti i piani di investimento per rendere le Olimpiadi Invernali di Cortina e Milano un successo planetario. In questo caso emerge evidente dal semplice confronto come esista una distonia ed uno sbilanciamento a favore della Lombardia, di Milano e della Valtellina, rispetto alla Perla delle Dolomiti e del Veneto. Gli investimenti infrastrutturali per le Olimpiadi 2026 a Cortina si riducono essenzialmente alla creazione di un Villaggio Olimpico (1) seguita dalla riqualificazione dello sliding center Monti, che dovrebbe diventare il centro federale del bob italiano (2), ed infine da un adeguamento del sempre bellissimo Stadio del Ghiaccio (3). Curioso poi come vengano inseriti tra gli investimenti programmati la Pedemontana (già ampiamente finanziata dalla regione Veneto) assieme all’adeguamento a della Ss51 Alemagna. Quest’ultima, poi, assolutamente irrealizzabile in quanto in sei anni è impossibile progettare e realizzare le varie tangenziali di Tai/Valle/Peaio/Vodo/Borca/S.Vito di Cadore.
Risultano molto chiari invece gli investimenti strutturali per Milano, la regione Lombardia e la Valtellina:
1. prolungamento metropolitana M1 Monza Bettola
2. prolungamento metropolitana M5 Monza centro
3. linea ferroviaria Forlanini Rogoredo
4. Scalo Greco
5. Scalo Farini
6. Scalo San Cristoforo
7. linea metropolitana M4 Linate San Cristoforo
8. tangenziale di Morbegno
9. adeguamento della linea ferroviaria Milano Tirano e i nuovi treni (in Valtellina)
10. tangenziale di Tirano
11. adeguamento linea ferroviaria Brescia – Verona – Padova (questa con un innegabile vantaggio anche per la regione Veneto)
12. Livigno villaggio olimpico
In più nell’area ex Expo di Milano (sembra un puro caso che il Sindaco attuale di Milano fosse anche il presidente):
13.nuovo ospedale Galeazzi
14. Campus Statale (Università)
15. Human Technopole
Francamente i punti 13/14/15 risultano abbastanza lontani per la loro funzione dalle Olimpiadi Invernali, se non espressione di un desiderio di utilizzare un evento per finanziare obiettivi molto vicini alla città ma estranei all’evento stesso.
Infine, 16. il Palasharp di Milano, da sempre simbolo del degrado dell’hinterland milanese.
Questa semplice analisi numerica e qualitativa degli investimenti che verranno posti in atto per allestire le Olimpiadi di Cortina Milano 2026 dimostra come all’interno di una trattativa per individuare i siti delle varie discipline agonistiche alla quale hanno partecipato la Regione Lombardia e la regione Veneto, i sindaci di Milano e di Cortina, la Regione Veneto abbia abdicato a favore di Bormio tutte le discipline alpine maschili (che troveranno invece una splendida realizzazione dei Mondiali di sci a Cortina d’Ampezzo nel 2021) come anche l’allestimento delle gare di fondo ad Asiago.
La successiva gestione degli investimenti infrastrutturali in buona parte è espressione di queste scelte, cioè delle località che ospiteranno gli eventi agonistici tra Lombardia e Veneto. Emerge quindi una certa incapacità nel far valere le peculiarità, le prerogative e le assolutamente legittime aspirazioni del Veneto e di Cortina a favore della Lombardia. Le Olimpiadi Invernali di Cortina e Milano 2026 si apprestano di conseguenza a diventare un volano di sviluppo soprattutto per Milano e la regione Lombardia le quali con i finanziamenti legati alla rassegna olimpica riusciranno a modernizzare le infrastrutture altrimenti a carico del prelievo fiscale locale, il tutto paradossalmente con il plauso della Regione Veneto.

P.S. Gli investimenti di cui godranno Anterselva (BZ) e Baselga di Pine’ (TN) risultano importanti per le località ma nel complesso non decisivi.

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