Attualità

Sempre più “vizi italiani” in Europa

Con notevole ritardo sembrava che la Commissione Europea avesse preso in considerazione l’ipotesi alternativa al blocco della vendita di automobili con motore a combustione interna, inserendo l’utilizzo di carburanti che abbiano un impatto di emissioni di CO2 praticamente nullo.

In questo contesto l’Italia rappresenta l’eccellenza europea in quanto produce già oggi 1,7 milioni di tonnellate di biocarburanti derivanti dalle masse biologiche e quasi tutti dei destinati alla produzione di biodiesel.

La Germania, viceversa, ha investito nella tecnologia dell’e-fuel del quale attualmente esiste un unico stabilimento di produzione in Cile. Nella lontana America Latina la tecnologia attuale si dimostra in grado di produrre 130.000 tonnellate all’anno (1/13 rispetto all’attuale produzione di eco carburanti italiani) di carburante e poi fissa come target entro un decennio la produzione a 550.000 tonnellate pari ad un terzo (1/3) della attuale produzione italiana del 2022.

A causa di una strategia definita dalla pura convenienza politica tanto europea quanto tedesca,l’Unione europea ha scelto la tecnologia prodotta dal colosso delle automobili tedesco pur essendo questo già ora perdente in termini di volumi nei confronti di quello italiano.

Sotto il profilo tecnico, tecnologico e potenziale, infatti, la scelta risulta assolutamente ingiustificabile e trova la propria “motivazione politica” anche nella inconsistenza istituzionale a supporto della proposta italiana espressa.

Ancora una volta la classe politica italiana in Europa esce sconfitta e non solo a causa della sordità delle istituzioni europee.

L’Italia se non trova alleati sarà battuta.

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