Costume e Società

Chi è l’uomo più forte e intelligente del mondo?

Karl Xaver Wolfsgruber

Sui primi 10 film record di incassi a livello mondiale, ben otto hanno come protagonisti creature inventate o uomini con super poteri. E se ascoltiamo con attenzione le più recenti pubblicità, il prefisso “super” è più che inflazionato (cibo super naturale, detersivo super pulente, dentifricio super sbiancante, etc.). Ma siamo davvero diventati così super? O superiori? O ci sentiamo tali? E chi è l’uomo più forte e intelligente del mondo? Non posso certamente sapere a quale risposta stiate pensando voi ora, ma posso raccontarvi quanto grande fosse l’esuberanza dei più piccoli studenti delle elementari quando, durante i nostri incontri di educazione ambientale, mi rispondevano gridando, con tifo da stadio, i nomi dei loro supereroi e delle loro supereroine preferiti. Entusiasmo che calava, per trasmutare in attenta e stupita curiosità, quando io, sorridendo li interrompevo dicendo “Va bene, va bene ma io vi ho chiesto quale uomo, non quale super-uomo, sia il più forte e intelligente del mondo”. E voi, a chi avete pensato? Chi è più forte e intelligente fra gli uomini? Quello che per sopravvivere ha bisogno di scarpe, vestiti, una casa (riscaldata d’inverno o rinfrescata d’estate) etc. e, ancora, medici, psicologi, etc. etc.? O chi non ha bisogno di tutto questo ed è in grado di sopravvivere nella Natura grazie alla Natura stessa? E perché rivolgere lo sguardo, nel 2019, verso questi uomini ancora così selvatici? Perché si parla tanto oggi di sostenibilità senza, innanzitutto, porre l’attenzione sul fatto che è la condizione o, meglio, il risultato del nostro modello di sviluppo a creare questa necessità. In parole più semplici, si parla di cercare un modello di crescita sostenibile perché, nei fatti, quello moderno occidentale non lo è. Un esempio per tutti è l’esponenziale erosione genetica e biologica dei Paesi civilizzati mentre l’80% della biodiversità mondiale la si trova ancora e solo dove vivono e cercano di sopravvivere i popoli nativi di ogni continente. Allora, l’esperienza ci ha insegnato che quando abbiamo un problema, ci rivolgiamo a chi quel problema, o ha le conoscenze o i mezzi per risolverlo o, addirittura, non ce l’ha mai avuto perché lo ha sempre prevenuto. Domanda: dovremmo quindi ritornare tutti a vivere come gli uomini primitivi che hanno avuto ed hanno ancora la forza e l’intelligenza di mantenere l’ambiente vivo, pulito? Certamente sarebbe, a conti fatti, la soluzione più rapida ed efficace ma è impraticabile e per diversi motivi, primo fra tutti, il fatto che noi oggi, seguendo le nostre logiche, siamo fisicamente (e mi spingerei ad affermare, anche mentalmente) molto più deboli. Che cosa prendere, allora, dall’esperienza di questi popoli così forti e intelligenti? Innanzitutto far ricordare la loro esistenza e far conoscere la loro storia. Distaccatamente. In secondo luogo, se vogliamo dare ai nostri figli un più acuto senso critico, studiarne e insegnarne, dove possibile, l’eco-nomia (dal greco, “la conduzione della casa” e, per logica, il modo in cui si vive) così come nelle scuole studiamo la storia e l’economia della Germania o di un’altra nazione. Saranno poi loro a riflettere su cosa o chi sia stato più lungimirante. Noi o loro. L’uomo è un prodotto dell’Ambiente e, per questo, viviamo grazie all’ambiente e la qualità della nostra vita dipende dalla sua biodiversità. Punto. Se continuiamo a non averne cura, non inventiamoci bugie o alibi o altri supereroi che salveranno il pianeta con i loro super-poteri. Non servirà a nulla e, soprattutto, non aiuterà i nostri figli ad avere la forza e l’intelligenza per affrontare le sempre più gravi e sovrapposte emergenze ambientali a cui dovranno, per causa anche nostra, far fronte inevitabilmente.

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