
L’Ambasciata di Svizzera di Roma apre le porte ai quattro film cui ha conferito il Premio per la Pace
Cinema e Diritti umani sono i temi di cui si è discusso il 29 maggio presso l’Ambasciata Svizzera di Roma. Per la prima volta sono stati proiettati insieme gli estratti dei 4 film vincitori del Premio per la Pace: EN CAMINO di Isabella Cortese, ÇERX di Metîn EWR, STAI FERMO LÌ di Clementina Speranza e SHALOM – SALAAM – PEACE di Alexia Tsouni.
Il Premio per la Pace è nato nel 2021 e viene rilasciato dall’Ambasciata Svizzera in Italia, all’interno del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, all’autore del film che meglio interpretata il valore della Pace.
“L’Ambasciata è lieta di sostenere il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli già da qualche anno ed è lieta di sostenerlo in futuro anche assegnando un Premio per la Pace – dichiara Roberto Balzaretti, Ambasciatore Svizzero -. Il riconoscimento è frutto di collaborazione tra il Festival e l’Ambasciata, e noi ci auguriamo che diventi parte integrante del festival stesso. Assegnando questo premio desideriamo sottolineare la necessità di rispettare i diritti umani per ottenere una pace durevole e sostenibile. I 4 film che hanno vinto il nostro premio parlano di temi diversi: libertà di espressione e protezione delle minoranze, rispetto dei diritti delle donne e dei diritti umani per la promozione della pace specialmente nella prevenzione dei confini. I film premiati raccontano storie di disuguaglianze, di discriminazioni, di violenze, di impunità, di mancanza di diritti fondamentali. Sono onorato di poter celebrare il talento dei registi, degli autori e di rendere omaggio a chi attraverso l’arte stimola il dibattito pubblico. Loro sanno che la comunicazione attraverso le immagini crea un ponte tra lingue e culture diverse, sanno che abbattono barriere, promuovono empatia e solidarietà. Pertanto meritano il nostro rispetto e il nostro sostegno”.
All’evento organizzato dell’Ambasciata Svizzera di Roma si è parlato quindi di pace, libertà e giustizia sociale, temi veicolati attraverso il cinema. Il talk è stato moderato dall’Ambasciatore Balzaretti e hanno preso parte Maurizio Del Bufalo, Direttore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, e la regista-giornalista Clementina Speranza, vincitrice del Premio per la Pace 2023.
“Ringrazio ancora l’Ambasciata Svizzera in Italia per il riconoscimento e desidero sottolineare che nella motivazione del premio c’è il nome di Babak ed è il suo racconto ad aver vinto, la sua incredibile storia, la sua resilienza, la sua forza di rialzarsi, i suoi messaggi di pace e speranza. Ringrazio anche Nino Carè, uno dei montatori che oggi è qui presente in sala”, esordisce Clementina Speranza. La regista ha parlato anche dei pregiudizi e degli stereotipi verso i rifugiati politici. “Dante Alighieri, Niccolò Machiavelli, Victor Hugo, Albert Einstein, Sigmund Freud, Frederyk Chopin, Richard Wagner, Marlene Dietrich, Freddie Mercury, anche lui iraniano, erano personaggi che si sono distinti nell’arte e nella scienza. E tutti rifugiati politici, ma lo stereotipo di rifugiato politico nell’immaginario collettivo, purtroppo per ignoranza, è diverso. In tanti pensano siano clandestini, privi di competenze e miseri. Il diritto alla dignità viene violato quando si è giudicati in base a pregiudizi e si è discriminati. Il film vuole anche smentire lo stereotipo: Babak è colto, parla 6 lingue, è un artista e ama indossare la giacca. Anche il pregiudizio è violazione dei diritti umani”, ha concluso Clementina Speranza.
“I rifugiati non hanno soltanto la preoccupazione di trovare una casa e di salvare la propria vita una volta arrivati nel Paese che li accoglie, ma c’è un problema che viene denunciato attraverso i film da tantissimi autori: nonostante gli venga offerto un tetto, del cibo, queste persone hanno bisogno di esprimersi, continuare a fare il loro lavoro, ma tutto questo viene spesso impedito dai regolamenti dell’ospitalità di grandi Paesi come la Germania, la Danimarca, l’Olanda…Ci arrivano film che sono denunce di queste persone e ci dicono ‘noi non riusciamo a stare fermi’, e anche il messaggio del film ‘Stai fermo lì’ è questo: devi stare fermo, non devi disturbare, ti diamo già da vivere. Un modo molto triste di affrontare il problema dell’ospitalità”, afferma Maurizio del Bufalo, direttore del Festival.
In sala l’Ambasciatore dell’Ecuador in Italia Esteban Assar Moscoso Bohman, parlamentari, avvocati, giornalisti e molti personaggi del mondo del cinema, come le attrici Livia Bonifazi e Isabel Russinova, quest’ultima con il marito regista Rodolfo Martinelli Carraresi, Alina Trabattoni direttrice artistica del Festival Atena Nike e Alexia Tsouni, regista del film SHALOM – SALAAM – PEACE, Babak Monazzami protagonista di STAI FERMO LÌ, Cristiano Gassani esperto di immagine e comunicazione, Piero Pacchiarotti direttore dell’International Tour Film Festival (ITFF) grazie al quale il documentario di Clementina Speranza è stato proiettato anche al Museo di Arte Moderna di Ulsan con sottotitoli in coreano.