Costume e Società

L’eclettismo di Ugo Nespolo fa tappa a Milano

A Palazzo Reale una mostra dell’artista ‘fuori dal coro’ che si è cimentato in tutti campi dell’arte

All’insegna della contemporaneità e della vivacità della scena italiana l’estate di Palazzo Reale a Milano dove, dal 6 luglio al 15 settembre, sarà visitabile, gratuitamente, la mostra Ugo Nespolo Fuori dal coro. Curata da Maurizio Ferraris, promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Studio Nespolo e realizzata grazie a Fondazione Bracco, main sponsor del progetto, con il supporto organizzativo di Skira, editore del catalogo la personale, racconta il percorso di un artista che nelle sue multiformi evoluzioni ha segnato tappe rilevanti nella storia dell’arte del nostro Paese. La mostra presenta duecento opere attraverso le quali è possibile riconoscere tutto l’anticonformismo creativo di Nespolo che è riuscito a ritagliarsi un ruolo originale all’interno del panorama artistico. Eclettico, passa dalla pittura al cinema al design alla scenografia, trattando ogni forma d’arte con originalità e sperimentazione. Particolare attenzione la dedica ai materiali: legno, metalli, ceramiche, vetri. I primi lavori di Nespolo, di cui a Palazzo Reale si possono ammirare Molotov, Condizionale, Power Violence, Radio, Semplicissimo, sono degli anni sessanta e vengono presentati da Pierre Restany alla Galleria Schwarz di Milano, che annovera fra i suoi artisti Duchamp e Baj con il quale l’artista intrattiene una lunga amicizia. Queste prime opere anticipano il movimento dell’Arte Povera fondato da Germano Celant, non è un caso infatti che i materiali utilizzati fossero vimini, formica, legno, colle, acciaio, ferro, carta. Negli stessi anni nasce la tecnica dei “puzzles” che ben presto rendono l’arte di Nespolo fortemente distinguibile. L’artista ritaglia e rifila pezzi sagomati di legno, incastrati e fatti combaciare fra di loro per comporre figure dai contorni irregolari: tessere perlopiù monocromatiche, che danno vita alla combinazione di inedite immagini policrome. Grande è anche l’amore per il cinema. Con Mario Schifano, infatti, da vita al Cinema degli Artisti, ispirato al New American Cinema, che conosce tramite Jonas Mekas, Warhol, Yo¯ko Ono, P. Adams Sitney. Tra il 1967 e il 1968 realizza film come Grazie Mamma Kodak, La galante avventura del cavaliere dal lieto volto, che hanno come protagonisti gli amici Enrico Baj, Lucio Fontana, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti. A Milano, grazie a Fernanda Pivano, conosce anche i più significativi esponenti della beat generation, Jack Kerouac e Allen Ginsberg, che diventa il protagonista del film A. G. (1968). Al cinema rimarrà sempre legato, numerosi saranno infatti i manifesti di film che realizzerà (comprese le proiezioni realizzate per i musei di Londra, Berlino, Bucarest, Shanghai) e alcuni di essi, insieme a diversi fotogrammi, saranno visibili nella mostra milanese. Negli anni settanta e ottanta Nespolo amplia l’uso dei materiali e la struttura delle forme, al legno si aggiungono cuoio, alabastro, madreperla, argento e nascono opere quali Fuga in avanti, Gentlemen’s Agreement, Ipotesi dialettica, Tranche de vie. Tra il 1973 e il 1985 è a New York dove impazza la pop art, dalla quale prende spunto ma senza staccarsi dalla tradizione che per Nespolo vuol dire Futurismo,  Dada e soprattutto Depero al quale si ispira per quadri come Fuga da New York, Quando la città dorme, Soft New York e la serie Vetrine di New York. Curioso ed eclettico rivolge anche la sua attenzione al design che lo porta a cimentarsi nei settori più disparati, dall’abbigliamento all’arredamento, dalle copertine di libri e di dischi alla grafica pubblicitaria (le campagne dedicate a Campari e alla Richard Ginori di cui è stato il direttore artistico): fondamentale risulta la creazione di manifesti dedicati a importanti eventi culturali e sportivi, da Azzurra ai Mondiali di Calcio e al Giro d’Italia. E’ anche scenografo e costumista per opere teatrali come la Turandot di Busoni, il Don Chisciotte di Paisiello e l’Elisir d’amore di Donizetti, la Butterfly di Giacomo Puccini. Nella mostra milanese spazio anche per splendide maioliche dipinte, acrilici, foglie oro su legno, sculture in vetro, bronzi dipinti e sculture in bronzo. Non c’è che dire: un percorso all’insegna dell’eclettismo e della ricerca da non perdere assolutamente!

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Raffaella Bisceglia

Pugliese trapiantata a Milano da 13 anni, è laureata in Lingue e Letterature Straniere. Giornalista professionista dal 2001 attualmente svolge l’attività di addetta stampa e collabora con Famiglia Cristiana e Cronaca Qui. In passato ha lavorato, tra gli altri, per le emittenti televisive Telenova e Telepiù, per il quotidiano Il Meridiano e scritto di calcio e televisione per i siti Calciomercato.com e Datasport e il settimanale Controcampo.

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