Azione dell’UE sui diritti dei bambini: un investimento per il futuro
Il 31 maggio il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha tenuto un’audizione sul tema La strategia dell’UE sui diritti dell’infanzia e la garanzia europea per l’infanzia, per esaminare le due iniziative della Commissione europea volte a proteggere meglio tutti i bambini.
Al centro della strategia dell’UE sui diritti del bambino ci sono varie priorità, quali la partecipazione alla vita politica e democratica, la giustizia a misura di bambino, la lotta alla violenza, la società digitale e dell’informazione e l’inclusione socioeconomica. Sebbene il 18,3% della popolazione totale dell’UE e un terzo della popolazione mondiale sia costituito da bambini, i loro diritti sono spesso trascurati. Oltre il 22% dei bambini nell’UE è a rischio di povertà ed esclusione sociale, nel mondo, il 9,6% di loro è costretto al lavoro minorile. Sono spesso vittime di violenza, sia offline che online, come dimostrano le statistiche: metà di tutti i bambini nel mondo subiscono violenza ogni anno. Nel 2020, il 33% delle ragazze e il 20% dei ragazzi ha riscontrato contenuti inquietanti online una volta al mese.
La pandemia ha speso reso più difficoltosa la vita dei bambini ed è sempre più provabile che i problemi si acuiranno per i piccolo che provengono da famiglie a basso reddito e da ambienti svantaggiati. La crisi ha anche messo a dura prova la loro salute mentale, con 1 bambino su 5 che dichiara di sentirsi sempre triste.
Per rispondere alle esigenze dei bambini svantaggiati e vulnerabili, la strategia dell’UE sui diritti del bambino sarà integrata dalla garanzia per l’infanzia: un’iniziativa faro del pilastro europeo dei diritti sociali.
La garanzia per l’infanzia obbliga gli Stati membri a elaborare piani d’azione nazionali per il periodo fino al 2030. Essi dovranno proporre misure specifiche per i bambini bisognosi, compresi i bambini senzatetto, quelli con disabilità o migranti o appartenenti a minoranze razziali come i rom, e i bambini in accoglienza eterofamiliare o in una situazione familiare precaria.
Le misure dovrebbero essere orientate a garantire il loro libero accesso all’educazione e cura della prima infanzia, all’istruzione e alle attività scolastiche, almeno un pasto sano ogni giorno di scuola, assistenza sanitaria, alimentazione sana e alloggi adeguati.