
Dieci ispezioni della Ue su navi a gennaio per contrastare il traffico d’armi verso la Libia
Nel mese di gennaio 2025, l’operazione EuNavFor Med – “Irini”, la missione aeronavale dell’Unione europea incaricata di applicare l’embargo Onu sulle armi in Libia, ha svolto dieci ispezioni a bordo con il consenso dei comandanti (contro le quattro di dicembre per un totale di 702 cosiddetti “approcci amichevoli” da inizio mandato) e indagate 381 navi mercantili tramite chiamate radio (a ottobre erano 501, per un totale di 17.142). L’operazione ha inoltre monitorato 52 voli sospetti (a dicembre erano 44, 1.750 in totale) e ha continuato a vigilare su 25 aeroporti e 16 porti e terminali petroliferi. Dal lancio della missione il 31 marzo 2020, EuNavFor Med–Irini, attualmente comandata dal contrammiraglio Valentino Rinaldi, ha sequestrato carichi violatori dell’embargo in tre occasioni, dirottando le navi verso porti dell’Unione europea. Irini ha prodotto 68 rapporti per il Panel di esperti delle Nazioni Unite sulla Libia, la maggior parte dei quali riguarda violazioni dell’embargo sulle armi e attività di contrabbando di petrolio. Attraverso la Cellula di informazione sulla criminalità, integrata nella missione, sono state emesse 92 raccomandazioni per ispezioni in porti europei (di cui una emessa a dicembre 2024), con 73 ispezioni effettivamente condotte dalle autorità competenti.
Il Consiglio Ue dovrebbe disporre nelle prossime settimane il rinnovo della missione, in scadenza il 31 marzo 2025. Dopo la prima Conferenza di Berlino, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di lanciare, il 31 marzo 2020, l’operazione militare denominata EuNavFor Med–Irini, principalmente marittima e incentrata sull’attuazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi alla Libia. Irini fa parte dell’approccio integrato europeo alla Libia che prevede sforzi politici, militari, economici e umanitari per portare stabilità e sicurezza nel Paese. I compiti dell’operazione sono: contrastare il traffico illegale di armi, sostenendo l’attuazione dell’embargo sulle armi nei confronti della Libia sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (compito principale); raccogliere informazioni sul contrabbando di petrolio, in particolare per le sue conseguenze sull’economia libica e il suo possibile utilizzo per finanziare il mercato delle armi; contribuire all’interruzione del modello commerciale del traffico di migranti raccogliendo informazioni con mezzi aerei e condividendole con Frontex e le autorità nazionali competenti; sostenere lo sviluppo della capacità di ricerca e soccorso delle pertinenti istituzioni libiche attraverso la formazione. In particolare, quest’ultima attività non è stata ancora attuata.
Lo scorso mese di gennaio 2025, il Consiglio di sicurezza ha aggiornato il regime di sanzioni sulla Libia, esentando alcune attività dall’embargo sulle armi. In particolare, il Consiglio ha deciso che il suddetto embargo sulle armi non si applicherà a nessuna assistenza tecnica o formazione fornita dagli Stati membri alle forze di sicurezza libiche, intesa esclusivamente a promuovere il processo di riunificazione delle istituzioni militari e di sicurezza libiche. Inoltre, il Palazzo di vetro ha affermato che tale embargo sulle armi non deve essere applicato ad aeromobili militari o navi militari temporaneamente introdotti nel territorio libico esclusivamente per consegnare articoli o facilitare attività altrimenti esentate o non coperte dall’embargo.