Europa

Greta non sta in lockdown e Bruxelles decide che entro il 2030 i gas serra vanno ridotti del 55%

Mentre Greta Thunberg tornava in piazza per rivendicare azioni più incisive contro i cambiamenti climatici, l’Unione europea ha rilanciato il suo impegno su questo fronte dandosi un nuovo obiettivo. Non è stato semplice, perché c’è voluta un’intera notte di complesse trattative tra i leader dei 27. Ma alla fine l’accordo è stato raggiunto e l’Ue ha deciso di ridurre le sue emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto al 1990 entro il 2030. Un’intesa che rappresenta una svolta rispetto all’obiettivo del 40% fissato nel 2014 e che consente all’Unione di presentarsi come avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici al quinto anniversario della firma dell’Accordo di Parigi, avvenuta il 12 dicembre del 2015. Con la fondata speranza che l’Europa possa trovare, almeno su questo fronte, un nuovo alleato nella prossima amministrazione statunitense che si insedierà alla Casa Bianca quando Joe Biden prenderà il posto di Donald Trump.

“Abbiamo passato una notte in bianco ma ne è valsa la pena», ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel durante la conferenza stampa svoltasi al termine della maratona negoziale. L’accordo sul clima, insieme al via libera definitivo dato al piano Next Generation Eu e al bilancio Ue 2021-2027, ha osservato, rappresenta un “successo enorme” per l’insieme dell’Unione. Altrettanto soddisfatta la presidente della Commissione europea: “Ora – ha sottolineato Ursula von der Leyen – abbiamo tutti gli strumenti per agire, conseguire l’obiettivo del 55%” e procedere verso il traguardo della «neutralità climatica nel 2050». Il Green Deal, ha poi aggiunto, “sarà la nostra strategia” per imboccare la strada della riprese e di una crescita sostenibile.

L’accordo tra i 27 sul nuovo obiettivo per la lotta ai cambiamenti climatici è arrivato al termine di un lungo braccio di ferro con alcuni Paesi dell’Est – ma soprattutto con la Polonia – oggi fortemente dipendenti dalla fonte energetica più inquinante di tutte: il carbone. Solo alle prime luci dell’alba la situazione si è sbloccata grazie alle concessioni ottenute da Varsavia sul ruolo che il gas potrà svolgere durante la transizione verso nuove fonti energetiche e sugli aiuti economici e normativi che mitigheranno l’impatto di questo passaggio. In base all’intesa – che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha giudicato “positiva per le prossime generazioni” – i contributi nazionali all’accordo di Parigi saranno modificati per riflettere il nuovo target. Ogni Stato resterà comunque libero di decidere con quale mix energetico raggiungere il nuovo obiettivo. Il Consiglio europeo ha inoltre chiesto alla Commissione di presentare una proposta legislativa sui Green Bond entro giugno 2021.

Il risultato raggiunto a Bruxelles è stato salutato positivamente dagli oltre 200 amministratori delegati di aziende, investitori e reti di imprese di ‘We Mean Business’, coalizione pro-clima fondata da Ikea. “Oggi sono fiera di essere europea – ha detto Laurence Tubiana, una delle madri dell’Accordo di Parigi – non è stato facile raggiungere l’intesa” tra i leader, ora “si deve rimanere fedeli a questo impegno”. Ma non tutti si sono detti soddisfatti. «L’accordo arriva tempestivamente, ma la scala di riduzione delle emissioni per contribuire in modo equo agli obiettivi di Parigi è almeno il 65%”, ha ricordato il Climate Action Network citando il parere di gran parte della comunità scientifica. Sulla stessa linea il Wwf Europa, che ha definito il risultato del vertice “deludente”. Una posizione sostanzialmente condivisa anche da Greenpeace. Mentre la Confederazione europea dei sindacati (Etuc) ha sottolineato che “ora i leader dell’Ue devono far seguire i fatti alle parole, per una transizione giusta”.

A tornare in campo in occasione dell’anniversario dell’accordo di Parigi è stata anche Greta Thunberg. La giovane attivista svedese ha lanciato su Twitter l’ennesimo, accorato appello ai leader del Pianeta. “Sono passati cinque anni da Parigi”, ha scritto. “Cinque anni di inattività e di scappatoie. Non possiamo continuare così. E’ ora di passare da obiettivi ‘zero’ troppo distanti a obiettivi reali con budget annuali vincolanti di CO2 a partire da ora”.

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