Europa

Il Parlamento europea approva la strategia per la parità di genere 2020-2025

Il 21 gennaio scorso il Parlamento Europeo ha approvato con 464 voti favorevoli, 119 contrari e 93 astensioni la nuova strategia UE per la parità di genere, presentata il 5 marzo 2020 dalla Commissione europea. I parlamentari chiedono però ulteriori azioni e obiettivi specifici e vincolanti.

Malgrado l’UE sia un leader globale nella parità di genere e abbia compiuto notevoli progressi negli ultimi decenni, la violenza e gli stereotipi di genere persistono: una donna su tre nell’UE ha subito violenze fisiche e/o sessuali. Le laureate superano numericamente i laureati, ma guadagnano in media il 16 % in meno degli uomini; le donne rappresentano appena l’8 % degli amministratori delegati nelle principali imprese dell’UE.

Per affrontare questo problema, la strategia per la parità di genere 2020-2025 delinea le azioni principali da intraprendere nei prossimi 5 anni e si impegna a garantire che la Commissione includa una prospettiva di uguaglianza in tutti i settori di azione dell’UE. La strategia illustra il modo in cui la Commissione darà seguito alla promessa della Presidente von der Leyen di realizzare un’Europa che offra le stesse opportunità a tutti coloro che condividono le stesse aspirazioni.

Finora nessuno Stato membro dell’UE ha realizzato la parità tra donne e uomini. I progressi sono lenti e i divari di genere persistono nel mondo del lavoro e a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni. Per colmare questi divari e per consentire all’Europa di sviluppare il suo pieno potenziale nelle imprese, nella politica e nella società, la strategia delinea una serie di azioni fondamentali, tra cui: porre fine alla violenza e agli stereotipi di genere; garantire una parità di partecipazione e di opportunità nel mercato del lavoro, compresa la parità retributiva; e conseguire un equilibrio di genere a livello decisionale e politico.

  1. Nell’UE il 33 % delle donne ha subito violenze fisiche e/o sessuali e il 55 % ha subito molestie sessuali. Le donne in Europa devono essere libere dalla violenza e dagli stereotipi dannosi. A questo scopo la strategia invoca misure giuridiche per qualificare come reato la violenza contro le donne. La Commissione intende in particolare estendere le sfere di criminalità in cui è possibile introdurre un’armonizzazione in tutt’Europa a forme specifiche di violenza contro le donne, tra cui le molestie sessuali, gli abusi a danno delle donne e le mutilazioni genitali femminili. Proporrà inoltre una legge sui servizi digitali per chiarire quali misure si attendono dalle piattaforme per contrastare le attività illegali online, compresa la violenza online nei confronti delle donne.
  2. Le donne nell’UE guadagnano in media il 16 % in meno rispetto agli uomini e continuano a incontrare ostacoli all’accesso e alla permanenza nel mercato del lavoro. La parità di genere è una condizione essenziale per un’economia europea innovativa, competitiva e prospera. Date le sfide demografiche e le transizioni verde e digitale, aiutare le donne a trovare lavoro in settori caratterizzati da carenze di competenze, in particolare il settore tecnologico e quello dell’intelligenza artificiale, avrà un’incidenza positiva sull’economia europea. Per contrastare la disparità sul piano salariale la Commissione avvia oggi una consultazione pubblica sulla trasparenza retributiva e intende proporre misure vincolanti entro la fine del 2020. Per consentire alle donne di realizzarsi pienamente nel mercato del lavoro, la Commissione intende inoltre raddoppiare il suo impegno per mettere in atto le norme dell’UE sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata, in modo che donne e uomini abbiano un’autentica ed uguale libertà di scelta per quanto riguarda il loro sviluppo sia sul piano personale che su quello lavorativo. La parità di genere nel mercato del lavoro, e in materia di inclusione sociale e di istruzione, continuerà a essere monitorata nell’ambito del semestre europeo.
  3. Le donne continuano a essere sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali, fra l’altro nelle principali imprese dell’UE, in cui rappresentano solo l’8 % degli amministratori delegati. Affinché le donne possano svolgere ruoli guida anche nelle imprese, la Commissione insisterà per l’adozione della proposta del 2012 sull’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione. Promuoverà inoltre la partecipazione delle donne all’attività politica, in particolare alle elezioni del Parlamento europeo del 2024, anche tramite finanziamenti e la condivisione delle migliori pratiche. Per dare l’esempio, la Commissione cercherà di raggiungere, nell’ambito del suo personale, un equilibrio di genere del 50 % a tutti i livelli dirigenziali entro la fine del 2024.
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La redazione

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