Italia deferita alla Corte di giustizia dell’UE dalla Commissione europea per avere applicato un trattamento preferenziale in materia di imposta di registro immobiliare
La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE per non avere modificato la propria legislazione, che prevede un’aliquota ridotta per i cittadini italiani che vivono all’estero che acquistano la loro prima abitazione sul territorio italiano.
In caso di un acquisto di questo tipo, gli emigrati italiani hanno diritto ad un’aliquota preferenziale dell’imposta di registro immobiliare senza obbligo di soddisfare il requisito di residenza. I cittadini di altri Stati membri non hanno diritto ad alcun trattamento preferenziale se non risiedono effettivamente nel comune in cui il bene è ubicato o se non vi fissano la residenza entro 18 mesi dall’acquisto. Il trattato sul funzionamento dell’Unione europea non ammette un tale trattamento discriminatorio, direttamente basato sulla cittadinanza.
Adottando la decisione odierna, la Commissione europea svolge il proprio ruolo di custode dei trattati garantendo l’applicazione delle norme dell’UE. La decisione di adire la Corte si è resa necessaria in quanto l’Italia non ha allineato – sulla scorta del parere motivato inviato dalla Commissione alle autorità italiane nel gennaio 2018 – la propria legislazione al diritto dell’UE.
Analogamente, a determinate condizioni, i pensionati italiani residenti all’estero sono esentati dalla tassa comunale sui beni immobili denominata “IMU” o possono beneficiare di riduzioni delle imposte sugli immobili di loro proprietà ubicati in Italia per i servizi forniti a livello locale. Pertanto, in data odierna, la Commissione ha deciso inoltre di inviare all’Italia una lettera di costituzione in mora per avere mantenuto condizioni più favorevoli riguardanti alcune imposte comunali sulle prime case ubicate in Italia appartenenti a pensionati italiani residenti nell’UE o in paesi membri dell’accordo sullo Spazio economico europeo.