Europa

La scienza ed il socialismo europeo

Riceviamo e pubblichiamo un articolo del Prof. Francesco Pontelli

All’interno del mercato globale esistono sostanzialmente tre macro aree economiche e produttive che lo definiscono e dalla cui articolata competizione dovrebbe emergere un vantaggio per i consumatori abbinato a nuove occasioni di occupazione che determinano lo sviluppo in senso lato.

All’Europa, agli Stati Uniti ed al Giappone, che rappresentano la sintesi del mondo occidentale e dei suoi valori, si contrappongono sempre più la Cina unita ora anche all’India le quali da tempo cercano accordi stabili con i paesi in via di sviluppo se non altro per le preziose materie prime.

Sempre all’interno di questo mercato globale, quindi, viene istituzionalizzato il principio della libera concorrenza i cui effetti possono venire spesso amplificati da una deregulation normativa tipica dei paesi a basso costo di manodopera, Cina in primis.

Quando però una di queste tre macro aree decide autonomamente di porsi dei vincoli di sviluppo e crescita, in virtù di una visione ideologica ambientalista, emerge evidente il vantaggio concorrenziale a tutto favore delle altre due macro aree concorrenti. Questi otterranno dei plus sia in termini di minori vincoli normativi negli orizzonti di crescita che di una insperata nuova competitività frutto non tanto dalla propria capacità quanto del quadro normativo penalizzante del concorrente europeo.

La decisione del Parlamento Europeo di adottare nel 2035 il divieto di produrre e vendere sul proprio territorio automobili e mezzi a combustione interna rappresenta il classico esempio di questo approccio ideologico ed etico privo di ogni contenuto scientifico, il cui unico effetto si manifesterà nell’azzeramento del vantaggio di cui gode il sistema industriale europeo attualmente nel settore automotive e con conseguenze bibliche in termini occupazionali.

Tutto questo nonostante l’economia europea sia ancora all’interno di una crisi strutturale legata alle conseguenze disastrose della pandemia e ad un anno di economia di guerra, i cui effetti si manifestarono inizialmente attraverso la penuria di materie prime e successivamente con l’esplosione dei costi energetici la cui sintesi ha determinato lo schizzare verso l’alto dell’inflazione.

Mentre il Parlamento Europeo, ormai evidentemente privo di ogni capacità di contestualizzare il momento storico e soprattutto di modificare conseguentemente le proprie priorità, si rivela come un organo istituzionale non più politico ma espressione di uno stato etico.

In altre parole, questo stravolgimento della stessa natura istitutiva europea trova oggi la sua massima conferma, in quanto la propria attività non risulta più finalizzata allo sviluppo delle peculiarità dei singoli Stati europei.

Viceversa l’Unione europea si preoccupa semplicemente di adottare un diverso sistema politico ed economico frutto di un approccio ideologico ed etico. A conferma di questo snaturamento dell’attività europea basti ricordare l’affermazione di alcuni parlamentari dopo la votazione del Parlamento. Questi, a sostegno della propria decisione relativa allo stop alle auto a combustione interna, hanno con una insopportabile tracotanza affermato di essere riusciti a “dare un indirizzo alla ricerca ma soprattutto alla scienza”.

La scienza, esattamente come la ricerca che la precede, per sua stessa definizione deve essere libera di esprimersi in qualsiasi contesto e senza alcun tipo di vincolo ma soprattutto senza un qualsiasi indirizzo suggerito un ente politico.

Sembra incredibile come l’arroganza epocale espressa dal Parlamento Europeo e precedentemente dalla Commissione europea (*) possa riuscire a snaturare il concetto stesso di scienza, anchze solo a parziale giustificazione di una propria decisione ideologica la quale esprime la volontà ma soprattutto l’arroganza di guidare la scienza stessa nel proprio sviluppo.

In ultima analisi, questa decisione oltre a favorire l’economia dei nostri concorrenti dimostra, ancora una volta, come ormai l’Unione Europea non rappresenti più la federazione di più Stati liberali e democratici, ma semplicemente una Istituzione federale socialista.

(*) luglio 2021 https://www.ilpattosociale.it/attualita/linquinamento-ideologico/

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