Europa

Lamentele green fuori luogo: la Ue produce più energia da fonti rinnovabili che da quelle fossili

Green di qua, green di là: slogan e doglianze (per la terra inquinata) la fanno da padrona, mentre i fatti attestano che ci sarebbe più da rallegrarsi che da preoccuparsi: nell’Ue lo scorso anno 2020 la produzione di elettricità da fonti rinnovabili ha superato per la prima volta quella delle fonti fossili.

Il sorpasso è stato certificato da Eurostat sulla base dei dati preliminari dell’anno passato su cui hanno inciso anche forniture e consumi minori causati dal Covid e dalla conseguente sospensione delle attività economiche. Ma il risultato è comunque in linea con una tendenza che dura dagli anni ’90. Lo scorso anno l’elettricità ‘pulita’ ha superato la soglia di un milione di GigaWatt all’ora. Quasi 30mila GWh in più rispetto alla produzione da combustibili fossili, calata del 9,8% tra il 2019 e il 2020 toccando il livello più basso dal 1990. L’andamento è simile per il nucleare, con la produzione di elettricità diminuita del 6,3% rispetto al 2019 e al minimo dal 1990.

Una spinta ulteriore alla Decarbonizzazione del settore energetico (il 75% delle emissioni di gas serra nell’Ue) dovrebbe arrivare il 14 luglio dal pacchetto clima con cui la Commissione inizierà a declinare i target di riduzione delle emissioni (-55% al 2030, zero netto al 2050) in misure concrete. “Sulla base dei Piani nazionali per l’energia e il clima, già adesso prevediamo di raggiungere in 10 anni una quota di rinnovabili del 33%” dei consumi lordi finali di energia (tutta, non solo quella elettrica), ha spiegato all’Ansa la commissaria Ue all’energia Kadri Simson. “Siamo già oltre l’obiettivo di almeno il 32% al 2030, fissato nella direttiva esistente – ha puntualizzato – e possiamo fare di più”. Il nuovo target dovrebbe essere tra il 38 e il 40%.

A dare nuovo impulso alla transizione verde arriveranno tra poco anche i provvedimenti del cosiddetto pacchetto clima in cui sono contenute misure anche per i trasporti con standard più stringenti per le emissioni di CO2 delle auto e proposte per lo sviluppo di infrastrutture per i carburanti alternativi. Intanto l’Acea, l’associazione europea dei costruttori automobilistici, è tornata a chiedere punti ricarica per le auto elettriche in cambio di impegni a ridurre le emissioni del parco veicoli nuovi. Insieme all’Ong Transport & Environment e all’associazione europea dei consumatori Beuc, Acea ha già chiesto all’Ue almeno un milione di punti ricarica entro il 2024 anche al fine di scongiurare il rischio di un’Europa a 2 velocità poiché oggi queste strutture, che sono in tutto 255mila, sono concentrare per il il 70% in soli 3 Paesi (Germania, Francia e Olanda).

Tra le novità Ue in campo ambientale c’è anche l’entrata in vigore, dal prossimo sabato, della Direttiva europea Sup sulla plastica monouso (Single Use Plastic), che mette al bando gli oggetti usa e getta trovati più frequentemente sulle spiagge e nei mari: cannucce, cotton fioc, piatti e posate, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo. Dal 3 luglio questi oggetti potranno essere venduti soltanto per esaurire le scorte, quindi saranno vietati.

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