L’Ue vuole chiudere la Brexit per ottobre, l’Italia rischia fondi per 40 miliardi
“Dobbiamo chiudere entro ottobre per lasciar spazio alle ratifiche”, ha dichiarato in merito alla Brexit il capo negoziatore per l’Unione europea Michel Barnier, lasciando al Regno Unito un anno di tempo per cambiare idea sull’uscita dalla Ue. Governance del futuro accordo, ricerca di una soluzione operativa sull’Irlanda e protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti i punti più caldi ancora da discutere, riguardo le relazioni future il dialogo sarà centrato su quattro pilastri: accordo commerciale, cooperazione su materie specifiche come aviazione e università, cooperazione giudiziaria e di polizia e difesa e sicurezza.
Nel frattempo il confronto fra i 27 Stati dell’Unione europea sul bilancio pluriennale per il dopo Brexit si annuncia più complesso del previsto. Per l’Italia c’è in ballo la possibilità di mantenere o meno oltre 40 miliardi di fondi strutturali, a rischio a causa del vuoto da 10 – 15 miliardi l’anno che l’uscita di Londra dall’Unione europea comporterà. Dal 2021 per trovare le risorse per far fronte alle nuove sfide, in primis migrazioni, difesa e sicurezza, potrebbero scattare tagli che metteranno a rischio anche i 40 miliardi che ora spettano all’Italia. In sostanza, per lasciare inalterate le politiche di coesione e i fondi europei destinati all’agricoltura sarà indispensabile aumentare i contributi nazionali (o trovare nuove risorse comuni se i soldi del bilancio non aumenteranno). A maggio la Commissione presenterà le sue proposte, ma intanto il governo italiano ha fatto sapere che “alla coesione, nonostante la Brexit, vanno garantite risorse consistenti, adeguate a coinvolgere tutte le Regioni europee, perché in tutte vi sono aree a ritardo di sviluppo, seppur in misura naturalmente differenziata”. L’esecutivo italiano è favorevole a rinnovare il sistema delle condizionalità ex ante da soddisfare per poter utilizzare i fondi ma vede con favore l’idea di “una condizionalità generale legata al rispetto della solidarietà intraeuropea in materia di gestione dei flussi migratori: il bilancio europeo è espressione della solidarietà tra gli Stati membri, non può essere utilizzato da chi si sottrae agli obblighi di solidarietà”.