Europa

Parte Horizon Europe: 95,5 miliardi per la ricerca

E’ attualmente il più grande programma di ricerca del mondo, quello promosso dalla Commissione Europea con un finanziamento di 95,5 miliardi per i prossimi sette anni: Horizon Europe è una novità assoluta, che promette di essere un volano per la competitività dell’Europa a livello internazionale e che nello stesso tempo punta a costruire ponti fra ricerca e industria, scienza e arte, ambiente e cultura.

“E’ il programma di ricerca più ambizioso mai varato”, ha detto Mariya Gabriel, Commissario europeo per l’Innovazione, aprendo con il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, l’evento online per il lancio del programma in Italia organizzato dal ministero in collaborazione l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE).

Cooperazione, inclusività e multidisciplinarietà sono elementi fondamentali nel nuovo programma, ha proseguito Gabriel, che ha ricordato i tre pilastri sui quali poggia il nuovo assetto della ricerca europea per il periodo 2021-2027: il primo punta sull’eccellenza per attirare nuovi talenti in Europa, il secondo riguarda le sfide globali e competitività dell’industria europea e il terzo promuove l’innovazione in tutti i settori. Fra le grandi novità ci sono le Mission, portafogli di azioni relative a cinque settori strategici, come la ricerca su cancro, clima, oceani, smart city, cibo e terreni sani. E’ nuovo anche il programma New Bauhaus, che fa dialogare scienza, ambiente, cultura e design per l’ideazione di nuovi spazi, e ancora il varo dello European Innovation Council, che sostiene le tecnologie innovative per aprire nuovi mercati a livello internazionale.

A questo scenario generale, ha detto ancora Gabriel, fanno da sfondo le azioni che puntano ad ampliare la partecipazione di tutti i Paesi e in proposito, ha osservato, “la partecipazione dell’Italia alla ricerca europea è particolarmente significativa”.

Dello stesso parere il ministro Messa: Horizon Europe “riveste per noi un’importanza cruciale” in quanto “è uno strumento che servirà non solo ad accrescere le capacità dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri nella competizione globale, ma anche a riequilibrare i territori, a dare possibilità di crescita sociale e culturale, oltre che scientifica, ai centri e alle periferie, grazie alle occasioni di collaborazione e di stimolo tra realtà differenti”. Per questo, ha aggiunto Messa, “ci aspettiamo di assistere a un progressivo miglioramento dei risultati della ricerca italiana e ci impegniamo a mettere in campo riforme e misure che servano anche a migliorare le condizioni di partenza, per fare in modo che i nostri ricercatori possano esprimersi al meglio e portare anche al di fuori dei confini nazionali il proprio contributo di innovazione, di idee e di creatività”.

Anche per Marco Falzetti, direttore dell’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE), Horizon Europe “è certamente una grande opportunità per i nostri ricercatori di aver risorse importanti, ma non solo”.  Per la ricerca italiana è, per esempio, “un’occasione per crescere e internazionalizzarsi, così come il programma Erasmus aveva fatto per gli studenti universitari, creando un afflato europeo dal valore elevatissimo”.

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