Blitz in Libia per bloccare migranti irregolari diretti verso l’Europa
La Direzione della sicurezza di Sabrata ha annunciato di aver condotto all’alba del 28 settembre una vasta operazione contro la presenza di manodopera straniera irregolare, con il fermo di centinaia di persone. In un comunicato, la polizia locale ha precisato che la campagna, condotta dal comitato operativo della sala di sicurezza congiunta, ha interessato numerosi siti nel centro cittadino dove i migranti risultavano essersi stabiliti. Secondo le autorità, l’iniziativa rientra nel piano predisposto per contrastare la diffusione della presenza di cittadini africani entrati illegalmente in Libia e che hanno fatto di Sabrata uno dei principali punti di insediamento. La nota segnala inoltre che sono in corso procedimenti contro i proprietari di immobili che avrebbero affittato le proprie abitazioni ai migranti, in violazione delle norme vigenti. La Direzione di sicurezza ha assicurato che le ispezioni continueranno fino alla completa individuazione dei trasgressori delle regole che disciplinano la presenza di cittadini stranieri sul territorio libico.
L’operazione arriva in un clima di crescente tensione sul dossier migratorio. Nella “città-Stato” di Misurata, sede delle milizie considerati più forti del Paese, il sindaco Mahmoud al Suqutri ha condannato le violenze contro lavoratori stranieri e migranti irregolari, definite “atti che non hanno giustificazione né logica né religiosa e che violano la legge, danneggiando l’immagine della città”. In un suo videomessaggio, il primo cittadino ha messo in guardia anche contro il rischio di colpire la comunità palestinese residente: “Misurata è stata e resta tra le città che più hanno sostenuto Gaza e non permetteremo mai insulti o attacchi contro i palestinesi”, ha detto Suqutri, riferendosi alle proteste per un presunto piano per lo sfollamento dei palestinesi di Gaza in Libia.
Secondo l’ultimo rapporto disponibile dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), la Libia continua a essere un hub centrale per le rotte migratorie regionali, sia come destinazione temporanea che come corridoio di transito verso l’Europa. Nel secondo trimestre del 2025, oltre l’84 per cento dei nuovi arrivi nel Paese proveniva dai sei Stati confinanti, con nigeriani (31%), egiziani (26%) e sudanesi (17%) tra le nazionalità più rappresentate. L’Oim rileva che la maggior parte dei migranti sudanesi entra attraverso valichi informali pagando fino a 1.000 dollari ai trafficanti, il costo più alto tra le rotte di accesso.
L’organizzazione sottolinea inoltre che la quasi totalità dei migranti (92%) viaggia in gruppo con l’assistenza di facilitatori, e che il 99 per cento dei nuovi ingressi è costituito da uomini sotto i 30 anni. Complessivamente, oltre l’80% dei migranti presenti in Libia ha tra i 20 e i 39 anni, prevalentemente uomini single. Le motivazioni principali restano economiche (l’83% cerca lavoro e migliori condizioni di vita), ma circa il 14% fugge da conflitti armati, in particolare dalla guerra in Sudan, che continua a generare un flusso costante verso il Paese nordafricano.




