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Bruxelles punta alla prima centrale atomica da 500 megawatt

Dopo i recenti successi di Jet (Joint European Torus) e i progressi nella costruzione del potente reattore sperimentale Iter, l’Europa rilancia ancora gli obiettivi per l’energia del futuro e punta alla prima centrale a fusione nucleare capace di generare fino a 500 megawatt. E’ Demo (Demonstration Fusion Power Reactor), un progetto annunciato oggi a Bruxelles dal Consorzio EUROfusion in occasione della conferenza di lancio di Horizon EUROfusion e che punta ad essere realizzato in circa 30 anni.

L’annuncio di Demo arriva a pochi mesi dal record ottenuto da EUROfusion – il consorzio di cui fanno parte anche 21 organizzazioni italiane coordinate da Enea, tra cui l’Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi del Consiglio nazionale delle ricerche (Istp – Cnr) e il Consorzio RFX – quando a febbraio il progetto europeo ‘apripista’ per la fusione nucleare denominato Jet aveva replicato le reazioni che avvengono all’interno delle stelle producendo l’equivalente di 11 megawatt. Una quantità di energia ovviamente molto lontana per utilizzi concreti, ma che ha segnato un passo in avanti fondamentale per questa promettente fonte di energia pulita.

“Ottenere energia elettrica in forma vantaggiosa e pulita dalla fusione nucleare è ancora lontano, ma sarà realtà se continueremo a lavorare insieme”, ha detto Rosalinde van der Vlies, direttrice del Direttorato Clean Planet, DG Research & Innovation della Commissione Europea.

Fondamentali saranno gli sviluppi di Iter, il grande impianto sperimentale in fase di costruzione in Francia, a Cadarache, frutto di un progetto internazionale e che dovrebbe diventare operativo nel 2034, destinato a segnare altri fondamentali passi in avanti.

Demo rappresenta ora un nuovo ancor più ambizioso obiettivo: realizzare il prototipo della prima vera centrale elettrica a fusione nucleare utilizzabile per scopi commerciali e capace di generare in modo sicuro e sostenibile tra 300 e 500 MW di energia elettrica, il necessario per soddisfare i consumi annuali di circa 1,5 milioni di famiglie. “Si tratta di un passo importante che traghetterà la ricerca sulla fusione da un ambito puramente sperimentale alla produzione vera e propria di energia elettrica”, ha detto Alessandro Dodaro, direttore del Dipartimento Enea di Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare. “Per farlo – ha aggiunto – Demo dovrà adottare le più avanzate tecnologie per ‘controllare’ il plasma e generare elettricità in modo sicuro e continuo operando con un ciclo del combustibile chiuso”. Progetto che vedrà importanti partecipazioni italiane attraverso molte industrie e centri di ricerca, come il laboratorio Divertor Tokamak Test (Dtt) presso il Centro Ricerche di Frascati dove verranno testati anche i sistemi per lo ‘smaltimento’ del calore in eccesso.

“Per conseguire questo obiettivo con successo – ha commentato Daniela Farina, direttrice Istp-Cnr – è importante che la ricerca della comunità scientifica prosegua attivamente sui temi scientifici e tecnologici tuttora aperti in un’ottica più ampia possibile, sui quali il Cnr sta lavorando in sinergia con gli altri enti e istituzioni italiani e nel quadro di una straordinaria collaborazione mondiale”.

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