
Campo profughi di Dadaab verso la chiusura, tangenti per ottenere lo status di rifugiati
Il campo profughi di Dadaab, il più grande campo profughi del mondo, al confine tra Kenya e Somalia, è in via di sgombero. Il governo keniota aveva notificato all’inizio dell’anno all’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, l’intenzione di chiuderlo e nei giorni scorsi ha rimpatriato in Somalia, da dove provengono la maggior parte degli ospiti del campo, 45 persone (che sono state prese in carico dalle autorità somale e da personale dell’Unhcr).
In Kenya, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, vi sono complessivamente 476.695 rifugiati (per il 54,5% si tratta di somali fuggiti dal loro Paese), 212.936 dei quali ospitati a Dadaab. Già dal 2014, il Kenya ha stipulato un accordo con Somalia e Unhcr per il progressivo rimpatrio dei somali. In questi anni 80mila persone sono state rimpatriate. Nairobi peraltro vorrebbe arrivare a evacuare l’intero campo in sei mesi, mentre le Nazioni Unite fanno presente che la Somalia non è a tutt’oggi un Paese sicuro.
Chi rimane a Dadaab, secondo voci raccolte a giugno dal quotidiano britannico The Guardian, si trova a fare i conti con una corruzione pressoché endemica che coinvolge anche alcuni dei 16mila addetti dell’Unhcr. Il Guardian riferisce di tangenti per ottenere lo status di rifugiati a tutti gli effetti e poter essere quindi accolti in qualche Paese disposto a dare ospitalità (operazione più difficile dopo che Donald Trump ha decretato il divieto di viaggiare verso gli Usa per chi proviene da determinati Paesi); ma la mazzetta, riporta il quotidiano, si paga anche per avere cibo. L’Unhcr ha aperto un’indagine sulle denunce del Guardian, il malaffare appare peraltro strettamente connaturato ai centri di accoglienza e non solo in Africa: per la struttura di Borgo Mezzanotte nel foggiano il Corriere della Sera riferiva della presenza di bordelli sotto il controllo della mafia nigeriana, sotto gli occhi delle forze dell’ordine preposte a vigilare su entrate e uscite dal campo stesso. A Dadaab qualche mese fa sono stati arrestati 12 sospetti terroristi, uno dei quali in possesso di due passaporti neozelandesi.