
Gli Usa mollano la Siria: terranno una sola base militare. Bruxelles prepara aiuti per 175 milioni di euro
Gli Stati Uniti stanno riducendo la loro presenza militare in Siria, chiudendo la maggior parte delle proprie basi nel Paese. “Da otto basi ne rimarrà una”, ha dichiarato l’inviato speciale degli Stati Uniti per la Siria e ambasciatore in Turchia, Tom Barrack, intervistato dall’emittente turca “Ntv”. Questa decisione si pone sulla scia della linea assunta dall’amministrazione Usa di Donald Trump nei confronti del nuovo governo siriano, guidato dal presidente ad interim Ahmed al Sharaa, in seguito alla destituzione di Bashar al Assad. “Il presidente Trump e il presidente (turco Recep Tayyip) Erdogan hanno fatto una cosa incredibile. Hanno detto che avrebbero dato una possibilità a questo nuovo regime. Nessuno l’aveva previsto”, ha aggiunto il diplomatico statunitense. Barrack ha poi illustrato la posizione di Washington riguardo alle Forze democratiche siriane (Fds, coalizione di milizie a maggioranza curda sostenute dagli Stati Uniti), spiegando l’importanza della loro integrazione all’interno del nuovo governo siriano.
Rispondendo a una domanda riguardo alla tensione tra Israele e Turchia nel territorio siriano, Barrack ha usato parole di distensione. “Il dialogo tra Turchia e Israele coincide con quello tra le Unità di protezione popolare (Ypg) e la Turchia”, ha detto il diplomatico. Le Ypg sono una milizia presente nelle regioni a maggioranza curda nel nord della Siria, e durante la guerra civile la formazione è diventata una delle componenti delle forze armate dell’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est (nota anche come Rojava). La Turchia “è un elemento chiave che convincerà il resto della regione (mediorientale) che Israele non vuole accaparrarsi territori e non sta cercando di occupare la Siria. La Turchia, in ogni caso, non ha messo gli occhi sul territorio siriano”, ha aggiunto l’inviato speciale. L’ambasciatore ha poi lanciato una stoccata ai Paesi dell’Unione europea: “Credo che una delle cose che fa arrabbiare la Turchia sia l’Ue. È assolutamente ridicolo che il suo prezioso alleato per la difesa non venga accolto nell’Ue”, ha dichiarato Barrack.
Intanto, a seguito della revoca delle sanzioni economiche europee contro la Siria, la Commissione europea ha proposto 175 milioni di euro per la ripresa sociale ed economica del Paese. Lo ha reso noto l’esecutivo europeo. Il finanziamento sosterrà “le istituzioni pubbliche siriane con l’aiuto di esperti provenienti dalla Siria e da altri Paesi, compresa la diaspora siriana, azioni dal basso e guidate dalle comunità nei settori dell’energia, dell’istruzione, della sanità, dei mezzi di sussistenza e dell’agricoltura”, “rivitalizzerà le economie rurali e urbane sostenendo i mezzi di sussistenza e la creazione di posti di lavoro nelle comunità di tutto il Paese aumenterà l’accesso ai finanziamenti per le popolazioni più vulnerabili, promuoverà la giustizia di transizione, la responsabilità e i diritti umani, compresi i mezzi per combattere l’impunità, in particolare nel sostegno ai diritti umani e alla gestione del fascicolo sulle persone scomparse”, si legge nella nota. La commissaria europea per il Mediterraneo, Dubravka Suica, si trova attualmente in Siria, “dove sta riaffermando il fermo impegno dell’Unione europea a sostenere un processo di transizione pacifico, inclusivo e guidato dal Paese stesso”, viene evidenziato.