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Il Canada esclude Huawei e ZTE dal 5G

La Cina ha criticato duramente il Canada per la decisione di escludere dal suo network di telecomunicazioni i colossi Huawei e ZTE, a partire dalle reti del 5G, definendo “infondata” la stretta perché su “inesistenti rischi per la sicurezza”.

“La Cina è fermamente contraria a tutto questo”, ha tuonato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, assicurando che Pechino “adotterà tutte le misure necessarie” per proteggere le aziende cinesi. Mentre lo stesso gruppo di Shenzhen ha definito il blocco ai suoi servizi come una “decisione politica”.

La decisione di Ottawa è in linea con quelle adottate da Stati Uniti, Australia, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Giappone e Svezia, che hanno già bloccato o fortemente limitato l’uso di tecnologie Huawei, e segue l’aspro scontro diplomatico con Pechino sulla detenzione di quasi tre anni di Meng Wangzhou, la manager a capo della finanza di Huawei, nonché figlia del fondatore Ren Zhengfei, arrestata a Vancouver a dicembre 2018 su richiesta Usa con l’accusa di violazione delle sanzioni all’Iran. La Cina, pochi giorni dopo il suo fermo, arrestò due cittadini canadesi – l’ex diplomatico Michael Kovrig e l’uomo d’affari Michael Spavor – in quella che gli osservatori videro come una rappresaglia per l’arresto di Meng. Tutti e tre furono rilasciati a settembre 2021 dopo che la manager trovò un accordo con il Dipartimento alla Giustizia Usa sulle accuse di frode, ponendo fine all’estenuante battaglia legale per la sua estradizione negli Stati Uniti.

Washington ha messo in guardia sulle implicazioni per la sicurezza legate alle forniture delle aziende tecnologiche cinesi, soprattutto concedendo l’accesso a infrastrutture di tlc o strategiche che potrebbero essere usate per lo spionaggio o anche per il semplice sabotaggio.

Giovedì scorso il ministro dell’industria canadese Francois-Philippe Champagne, sul 5G, ha annunciato “l’intenzione di vietare l’inclusione di prodotti e servizi di Huawei e ZTE nei sistemi di telecomunicazioni canadesi”, aggiungendo che non ci sarà alcuna autorizzazione agli operatori che “vorranno avvalersi di prodotti o servizi che mettono a rischio la sicurezza nazionale”. Inoltre, gli operatori che ne fanno già uso “dovranno cessarne l’uso e rimuoverla”, in merito alle apparecchiature 4G.

Per Huawei si tratta di un brutto colpo, nel mezzo degli sforzi per riorientare il business dopo la stretta americana sulle forniture di componenti hi-tech Usa. “Nonostante un calo delle entrate nel 2021, la nostra capacità di realizzare profitti e generare flussi di cassa è in aumento e siamo più capaci di affrontare l’incertezza”, disse Meng, ‘Lady Huawei’, al suo primo grande evento pubblico, parlando un po’ emozionata del bilancio 2021 chiuso con utili netti record in rialzo del 75,9% e ricavi in frenata del 28,6%.

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