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La Cina riparte: manifattura ai massimi livelli dal 2012

L’attività manifatturiera cinese è rimbalzata a febbraio, mettendo a segno la più rapida espansione da aprile 2012 in scia alla ripartenza della produzione grazie alla revoca delle restrizioni draconiane anti-Covid decisa lo scorso dicembre. In questo modo, l’indice dei responsabili degli acquisti manifatturieri (Pmi) è salito a 52,6 da 50,1 di gennaio, secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistica, posizionandosi oltre le stime degli analisti di 50,5 e alimentando l’euforia sui listini azionari globali, con la Borsa di Hong Kong in evidenza per il rally superiore al 4%.

L’economia cinese ha chiuso il 2022 come uno dei suoi peggiori anni in quasi mezzo secolo a causa della rigida applicazione della politica della ‘tolleranza zero’ al Covid che ha stroncato produzione e consumi, creando gravi problemi sul fronte occupazione e della stabilità delle catene di approvvigionamento. Più in generale, per il 2023, l’outlook resta contrastante tra i principali partner commerciali alle prese con l’aumento dei tassi di interesse e le pressioni sui costi, mentre sul fronte interno pesano soprattutto la crisi del settore immobiliare e la fiducia dei consumatori tutta da ricostruire.

Il settore manifatturiero cinese è rimasto sotto pressione quest’anno con i prezzi alla produzione in calo a gennaio, come hanno mostrato i relativi dati, a causa dei consumi interni deboli e di una domanda estera incerta. Moody’s ha comunque rialzato le proiezioni di crescita del Dragone, portandole al 5% per il 2023 e il 2024, contro il 4% precedente. «Prevediamo che la domanda repressa sosterrà un rimbalzo dei consumi a partire da questa primavera», hanno scritto gli analisti dell’agenzia di rating, pur rilevando che la crescita diminuirà probabilmente nel medio termine. Le imprese hanno comunque accelerato la ripresa di lavoro e produzione, poiché l’effetto delle politiche di stabilizzazione economica è stato avvertito dal settore mentre l’impatto del Covid-19 si è attenuato, ha rilevato l’Ufficio nazionale di statistica. La Banca centrale cinese (Pboc) ha osservato venerdì che l’economia domestica dovrebbe «generalmente riprendersi» nel 2023, pur in presenza di un contesto esterno «severo e complesso».

A completare gli scenari, c’è da annotare anche l’indice dei responsabili degli acquisti non manifatturieri (Pmi), salito a febbraio a 56,3 da 54,4 di gennaio, indicando il passo di espansione più rapido da marzo 2021, in parte a causa della conseguente spinta alla spesa per infrastrutture e all’aumento dei finanziamenti per aiutare gli sviluppatori immobiliari a completare i progetti in stallo.

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