
Mercenari rumeni arricchitisi in Africa a fianco del candidato putiniano alla presidenza della Romania
A marzo l’agenzia di stampa statale russa Tass aveva riportato le affermazioni dell’agenzia di intelligence russa Svr secondo cui l’Ue starebbe cercando di interferire nelle prossime elezioni presidenziali in Romania. L’Svr ha affermato che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiesto a Bucarest di impedire al candidato presidenziale rumeno Calin Georgescu, che è emerso come il favorito nelle elezioni annullate dello scorso anno, di partecipare alla ripetizione delle elezioni a maggio. Georgescu ha elogiato in passato il presidente russo Vladimir Putin come «un uomo che ama il suo Paese» e ha definito l’Ucraina «uno Stato inventato», ma sostiene di non essere filo-russo. Dopo che a dicembre la Corte costituzionale della Romania ha annullato le elezioni due giorni prima del ballottaggio dell’8 dicembre (Georgescu era uscito vincente dal primo turno e aveva dichiarato di non aver speso nulla per la campagna elettorale), i pubblici ministeri in Romania hanno avviato un’indagine in sede penale contro Georgescu, accusandolo di sostegno a gruppi fascisti, «incitamento ad azioni contro l’ordine costituzionale» e false dichiarazioni sul finanziamento della campagna elettorale e sulla divulgazione dei beni.
Parallelamente le autorità rumene hanno condotto 47 perquisizioni in cinque contee che, secondo quanto riferito, sono collegate ad alcuni dei collaboratori di Georgescu e che hanno portato alla luce un deposito di armi, fra cui lanciagranate e pistole, e diversi milioni di dollari in contanti di varie valute. I procuratori hanno dichiarato che le accuse contro i sospettati includono “false dichiarazioni sulle fonti di finanziamento” di una campagna elettorale, possesso illegale di armi e avvio o creazione di un’organizzazione “a carattere fascista, razzista o xenofobo”.
Tra gli uomini vicini a Georgeuscu spicca il non di Horatiu Potra, ex Legione straniera francese poi guardaspalle dello stesso Gerorgescu. Potra è diventato milionario con le sue attività nel settore della sicurezza privata: in Congo la sua compagnia è stata schierata a Goma e Sake, in Sierra Leone ha fornito i propri servizi a diverse compagnie minerarie. Sebbene non siano mai stati dimostrati legami coi mercenari russi di Evgeny Prigozhin, Potra era in Repubblica Centrafricana quando, nel 2017, sono arrivati i primi uomini del gruppo Wagner. Lo scorso dicembre, proprio mentre infuriava la questione delle elezioni presidenziali, Potra è stato arrestato in Romania con altre 20 persone mentre si dirigeva verso Bucarest con denaro e armi per «creare disordini», ma poi è stato rilasciato. Oggi è ricercato e dovrebbe trovarsi a Dubai. La polizia gli ha trovato in casa armi, granate, lanciarazzi e mitragliatrici, ma anche 3,3 milioni dollari e 24 chili d’oro.