
Mosca sta già attaccando tutta l’Europa, colpendo le sue infrastrutture
Tra il 2023 e il 2024 il numero di attacchi contro obiettivi in Europa, dalle infrastrutture ai trasporti, è quasi triplicato, ed è arrivato a 34 episodi riconducibili direttamente all’intelligence russa o a gruppi affiliati a Mosca. L’analista politico Seth G. Jones, ex funzionario del Dipartimento di Stato americano e oggi presidente del dipartimento Difesa e sicurezza del Centro per gli studi strategici e internazionali (Csis),ha redatto un rapporto alla fine dell’anno scorso nel quale segnala che Mosca “è impegnata in un’aggressiva campagna di sovversione e sabotaggio contro obiettivi europei e americani”, in una serie di attività “che completano la brutale guerra convenzionale della Russia in Ucraina”, ed è riuscita anche nel suo obiettivo principale, e cioè quello di nascondere sempre di più all’opinione pubblica questa guerra “ombra”, definita ibrida perché si serve di armi non convenzionali (come la propaganda e la disinformazione per manipolare le masse) per obiettivi non convenzionali.
Jones scrive che i bersagli più frequenti in questa accelerazione contro l’Europa sono stati “nel settore dei trasporti (27%), come treni e aerei (anche attraverso il disturbo del segnale Gps), e contro obiettivi governativi (27%), come funzionari governativi, basi militari e valichi di frontiera. La Russia ha condotto attacchi anche contro infrastrutture critiche (21%), come oleodotti e cavi in fibra ottica sottomarini, e contro l’industria (21%), come le aziende di Difesa”.
Gli eventi di danneggiamento di cavi sottomarini di recente sono aumentati, come dimostra l’indagine della Finlandia sulla Newnew Polar Bear, una nave registrata in Cina ma con equipaggio russo, e i casi della petroliera Eagle S, che avrebbe trascinato la propria ancora danneggiando un cavo nel Golfo di Finlandia, e quello della Vezhen, nave maltese che ha reciso un cavo in fibra ottica sottomarino che collegava la Lettonia alla Svezia. Infine l’incidente con la nave cinese Yi Peng 3, con capitano russo, che ha tagliato un altro cavo sottomarino durante il suo passaggio nel Mar Baltico. Soltanto questi episodi sono stati ricondotti direttamente alla cosiddetta “flotta ombra” russa, ma ci sono stati altri casi controversi ancora sotto indagine delle autorità.
Una delle armi più innovative usate negli attacchi russi è quella “di massaggiatori elettrici impiantati con una sostanza infiammabile a base di magnesio che sono esplosi negli hub logistici Dhl di Lipsia, in Germania, Birmingham, in Inghilterra, e Jablonow, in Polonia”. Questo genere di attacchi, secondo il Csis, “potrebbero essere stati un test per capire come far salire questi dispositivi incendiari a bordo degli aerei”.
Kaja Kallas, già quando era primo ministro dell’Estonia, parlava di “una guerra ombra in corso contro le nostre società. L’obiettivo delle operazioni della Russia è quello di influenzare il nostro processo decisionale democratico”. Sul finire dell’anno scorso a lanciare l’allarme è stato anche Richard Moore, capo dell’MI6, l’agenzia d’intelligence esterna britannica, che ha parlato di “una campagna di sabotaggio russo in Europa incredibilmente sconsiderata”, e così il suo collega a capo dell’MI5, l’agenzia interna britannica, Ken McCallum, che più o meno nelle stesse settimane diceva: “Il Gru, in particolare, è in missione continua per creare scompiglio nelle strade britanniche ed europee: abbiamo assistito a incendi dolosi, sabotaggi e altro ancora. Azioni pericolose condotte con crescente spregiudicatezza”.
Secondo il Csis, serve più coordinamento, più difesa tra gli alleati, pattugliamenti congiunti e più condivisione d’intelligence.