Nel paniere Istat anche massaggi e assistenti vocali
Cambiano le abitudini di spesa delle famiglie e cambia il paniere Istat. L’insieme delle voci per rilevare i prezzi al consumo e misurare l’inflazione nel Paese fotografa ogni anno le nuove tendenze e si arricchisce di altri prodotti, più o meno di uso comune e sempre più smart. In tutto, il paniere 2023 ne conta 1.885. Le novità vanno dall’uso della tecnologia alla salute e all’estetica, dall’abbligliamento alla tavola. La lista spazia così dalla riparazione degli smartphone agli assistenti vocali ai massaggi estetici. Viene rivisto anche il peso delle divisioni di spesa: sale per abitazione e utenze, scende per gli alimentari e analcolici.
Tante le new entry. Ad entrare, nella fetta dei prodotti che rappresentano l’evoluzione dei consumi e delle norme, sono la visita medica sportiva (libero professionista) con le più frequenti richieste di certificato per attività anche non agonistiche, la riparazione degli smartphone, ormai sempre più diffusi, e le apparecchiature audio intelligenti, in altre parole gli assistenti vocali, capaci di rispondere alle più svariate domande, ai comandi in casa dalla sveglia alle luci, alle informazioni su traffico e meteo. Nuovi ingressi anche tra i cosiddetti consumi consolidati: arrivano nella lista il tonno fresco di pescata e i rombi di allevamento, ma anche, nella parte relativa alla salute, il deambulatore per gli anziani e chi ha difficoltà. Non mancano le novità tra i trattamenti di bellezza, dove si fa spazio il massaggio estetico. E tra i capi di abbigliamento: nel paniere 2023, tra i pantaloni da donna, debuttano i leggings o jeggings.
Altra novità è che quest’anno nessun prodotto esce dal paniere poiché tutti quelli presenti nel 2022, spiega l’Istat, non mostrano segnali di obsolescenza. Aggiornato invece il peso delle diverse divisioni di spesa, operazione per garantire che il sistema utilizzato per la stima dell’inflazione mantenga la rappresentatività delle quote di spesa che i consumatori destinano all’acquisto di beni e servizi. In particolare, con riferimento all’indice nazionale dei prezzi al consumo Nic, il peso aumenta per i Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,9 punti percentuali rispetto all’anno scorso), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,8 punti) e Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,7 punti); si riduce, invece, per i Prodotti alimentari e bevande analcoliche, che comunque restano al top (-1,4 punti punti percentuali), così come per Servizi sanitari e spese per la salute (-0,4 punti) e Bevande alcoliche e tabacchi (-0,4 punti).
La rimodulazione non convince le associazioni dei consumatori. Per il Codacons “non si comprende la seconda riduzione consecutiva decisa per il peso della voce ‘Prodotti alimentari e bevande analcoliche’, comparto che risente particolarmente del caro prezzi e la cui inflazione incide in modo rilevante sui bilanci delle famiglie, specie quelle numerose o a reddito basso”. L’Unc ritiene “positivo che sia aumentato il peso della divisione ‘Abitazione, acqua, elettricità e combustibili'” ma, “visti i prezzi lunari delle bollette di luce e gas”, si chiede se è sufficiente.