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Pablo Iglesias lascia il governo della Spagna e si candida per le Regionali a Madrid

L’annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno: Pablo Iglesias, vicepremier nel governo spagnolo e leader di Unidas Podemos, abbandona l’esecutivo centrale e si lancia come candidato del proprio partito nella Comunità di Madrid per le prossime elezioni regionali, in programma il 4 maggio. Una mossa che non solo rappresenta uno scossone per la propria formazione e per gli equilibri della coalizione con il Partito Socialista, ma che si unisce a diversi altri movimenti tellurici che in pochi giorni hanno messo in subbuglio lo scacchiere politico nazionale.

Dopo la Catalogna, sarà infatti nella regione della capitale spagnola, quella più ricca — e baluardo della destra del Partito Popolare da 26 anni — dove andrà in scena la prossima grande battaglia territoriale con un potenziale per provocare ripercussioni di più ampio raggio: saranno elezioni anticipate, proclamate la settimana scorsa, con un’altra mossa a sorpresa, dalla presidente regionale di Madrid, Isabel Díaz Ayuso. È su questa leader, apprezzata in particolare dall’ala più radicale dei popolari, che il partito scommette forte per dare un segnale di rilancio, dopo recenti delusioni elettorali segnate anche dall’ascesa dell’estrema destra di Vox.

“Madrid si trova di fronte a un pericolo enorme, un rischio che è anche per tutta la Spagna: che ci sia un governo di estrema destra con Ayuso e con Vox”, ha detto Iglesias in un video su Twitter. “Metterò in gioco tutto quello che ho imparato in questi anni per costruire – ha aggiunto – una candidatura di sinistra forte e ampia”. Dal canto suo, Ayuso, accusata dalle opposizioni di aver assunto una decisione spregiudicata con la convocazione di elezioni anticipate mentre la regione è ancora alle prese con la pandemia (alcuni definiscono il suo stile di governo “trumpista”) ha subito raccolto la sfida: “La Spagna mi deve qualcosa da bere, abbiamo tolto Pablo Iglesias dal governo”, ha detto. A sostituirlo — secondo quanto anticipato dal quotidiano El País — sarà Yolanda Díaz, finora ministra del Lavoro, una delle esponenti di Unidas Podemos più stimate anche tra le fila del Partito Socialista. “Sta facendo un lavoro stupendo”, ha detto il premier Sánchez. Il presidente ha anche fatto gli auguri a Iglesias, aggiungendo però che preferisce che a Madrid vinca il candidato del suo partito, µngel Gabilondo.

Per l’ormai ex vicepresidente e ministro dei Diritti Sociali, non ci sono dubbi: è proprio Díaz la sua erede designata alla guida di Podemos, formazione di cui è il leader indiscusso sin dai tempi dalla fondazione, nel 2014: la sua scommessa punta a ridarle slancio dopo una serie di risultati elettorali che hanno progressivamente ridotto la propria capacità di influenza sulle decisioni del governo.

Intanto Ciudadanos, partito considerato un tempo la grande speranza del fronte anti-indipendentista in Catalogna e capace di occupare uno spazio di centro con alleanze sia con i socialisti, sia con il PP, vive una grave crisi interna dopo le dure sconfitte alle ultime elezioni nazionali e in quelle catalane di febbraio.

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