
Per Eurojust i combattenti dell’ISIS che tornano in Europa dovrebbero essere accusati di crimini di guerra
I combattenti dell’ISIS che tornano in Europa dai conflitti in Iraq e in Siria dovrebbero essere accusati di crimini di guerra e genocidio, è quanto afferma ‘Genocide Network’, un’agenzia sostenuta da Eurojust che indaga su crimini internazionali.
In un rapporto presentato il 23 maggio, ‘Genocide Network’ ha affermato che alcune organizzazioni terroristiche tra cui ISIS, Jabhat al-Nusra e le sue affiliate dovrebbero essere perseguite dalle autorità nazionali non solo per reati di terrorismo ma anche per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimine di genocidio, considerati “principali crimini internazionali”.
Secondo ‘Genocide Network’ le accuse potrebbero fare aggravare condanne già pesanti e rendere maggiore giustizia alle vittime, poiché lo statuto per le limitazioni non si applica ai crimini internazionali principali e i combattenti terroristi stranieri (FTF) potrebbero essere perciò ritenuti responsabili di tali crimini nei decenni futuri.
La Germania, la Francia, l’Ungheria, la Finlandia e i Paesi Bassi hanno già avviato procedimenti contro gli FTF, o addirittura pronunciato sentenze in cui addebitano loro anche i crimini più gravi.