
Relazione del ministero: lo Stato non vigila adeguatamente sulla gestione delle autostrade
Il giacobinismo tipico dei grillini portò a demonizzare i Benetton dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, all’insegna del trito luogo comune che vuole il privato brutto, avido e cattivo. Il problema però è diverso è, come emerge ora, è l’inadeguatezza del pubblico che è chiamato a vigilare sulla gestione delle autostrade (e delle infrastrutture in generale) che lo Stato stesso appalta (incassando le concessioni) ai privati
La commissione tecnica del ministero delle Infrastrutture istituita il 9 agosto 2024 da Matteo Salvini «per la valutazione dei piani di investimento» dei concessionari autostradali è giunta a conclusione che lo stesso ministero, retto all’epoca del crollo del Morandi dal grillino Danilo Toninelli, non abbia vigilato adeguatamente sugli obblighi e sulle relative spese che gravavano Aspi, in qualità di concessionario delle autostrade, per la manutenzione delle autostrade stesse.
La commissione presieduta da Elisabetta Pellegrini, ingegnera che viene dalla Regione Veneto dove ha seguito il completamento della superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta, rileva che dal 2011 al 2023 Aspi ha contabilizzato spese per manutenzioni ordinarie pari a 4 miliardi e 735 milioni e che, di contro, sommando le voci degli interventi sulle opere d’arte (gallerie e viadotti) a quelli sulle pavimentazioni si arriva soltanto a 2 miliardi 731 milioni.
Ma non è tutto. La vendita di Aspi dai Benetton alla Cassa Depositi e Prestiti, fortemente voluta e sostanzialmente forzata dal governo Conte sempre sul presupposto che solo ciò che è pubblico va bene, sarebbe avvenuta sulla base di valori non ben ponderati. La spesa per le manutenzioni ordinarie di gallerie e viadotti da parte di Aspi risulta molto più alta che in precedenza a partire dal 2019, l’anno seguente al crollo del ponte Morandi: dal 2011 al 2018 quella voce non aveva mai superato 55 milioni l’anno, poi, improvvisamente, decolla a 304 milioni nel 2019, 450 nel 2020, 444 nel 2021. Si tratta di cifre che ovviamente sono state tenute in conto nel momento in cui Cassa Depositi e Prestiti ha rilevato, comprandola, la gestione delle autostrade e che calano a 179 e 111 milioni rispettivamente nel 2022 e 2023, quando la società era già passata di mano.
Last but not least, il fatto che la gestione delle autostrade detenuta da Aspi sia stata rilevata da Cassa Depositi e Prestiti senza che sia stata indetta una gara di appalto in cui a rilevare le concessioni fosse il miglior offerente ha già portato a una sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia europea. I Benetton, additati all’epoca del crollo del Morandi come avidi speculatori colpevoli della tragedia, hanno incassato 8,2 miliardi per la cessione della gestione delle autostrade che esercitavano quando detenevano Aspi.