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Una sentenza dell’Alta corte di Belfast getta le premesse per l’unificazione delle due Irlande

Una sentenza dell’alta corte di Belfast apre di fatto la via della riunificazione irlandese, con uscita dell’Ulster dal Regno Unito. I magistrati della capitale dell’Irlanda del Nord hanno infatti giudicato legale il protocollo sull’Irlanda del Nord nell’ambito dell’accordo sulla Brexit, dando torto agli unionisti che avevano fatto ricorso contro il testo che prevede un trattamento doganale specifico per la provincia da 1,9 milioni di abitanti.

Secondo i ricorrenti, lasciare l’Irlanda del Nord nell’Unione doganale Ue viola gli atti di fondazione del Regno Unito (1800) e l’accordo di pace del Venerdì santo (1998). Il giudice dell’Alta corte ha respinto questi argomenti, dichiarando che l’accordo di uscita dall’Unione europea entra sì in conflitto con gli atti dell’Unione del 1800 ma che l’accordo firmato nel 2020 prevale su una legge vecchia più di due secoli. Rispondendo alle domande del question time in Parlamento, il premier Boris Johnson ha assicurato che “niente comprometterà la posizione dell’Irlanda del Nord all’interno del Regno Unito. Vigileremo per far rispettare questo principio”.

Proprio nelle stesse ore, tuttavia, anche in sede Ue è stato ribadito il fatto che tra le due Irlande non vi sia un confine presidiato da dogane, così che le merci possano girare liberamente secondo i principi della Ue cui appartiene l’Eire (controlli doganali sulle merci da/per l’Ulster e il resto del Regno Unito avvengono nel braccio di mare che separa le due isole). L’Unione europea ha infatti annunciato l’estensione per altri tre mesi del periodo di grazia con il Regno Unito sul passaggio di prodotti del settore agroalimentare, come salsiccia e carne fresca, fra Irlanda del Nord e Gran Bretagna senza controlli di sorta. L’estensione, fissata al 30 settembre, segna il ritorno ad un’atmosfera più distesa fra le due sponde della Manica dopo che nei mesi scorsi era risalita la tensione fra Londra e Bruxelles sull’attuazione degli accordi del dopo Brexit su uno dei fronti più spinosi, quello appunto dei controlli al confine interno fra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito. La proroga è in attesa di trovare soluzioni concordate che siano permanenti. L’Ue intende mantenere una frontiera aperta fra l’Ulster e la Repubblica d’Irlanda così come è previsto dagli storici accordi di pace del Venerdì Santo 1998 e non vuole allo stesso tempo compromettere l’integrità del mercato unico europeo. Il punto è che proprio per garantire questa frontiera aperta occorre che vi sia una frontiera doganale tra l’Ulster e il blocco composto da Inghilterra, Scozia e Galles. Insomma, secondo quanto stabilito in sede di accordo Ue-Uk sulla Brexit e riconosciuto valido dagli stessi magistrati nordirlandesi, l’Irlanda ‘britannica’ deve avere delle dogane col resto dello Stato di cui fa parte e non con lo Stato estero (l’Eire) con cui confina. Quanto questo renda difficile mantenere l’appartenenza al Regno Unito e agevoli invece la creazione di un unico stato irlandese è evidente.

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