International

Agli imbroglioni quello che si meritano

Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o imbroglioni!

Carlo Collodi; Le avventure di Pinocchio (Cap. 13)

Un saggio consiglio quello che il Grillo parlante diede a Pinocchio. Tutto ciò mentre la Volpe ed il Gatto, avendo imbrogliato Pinocchio, erano andati via a pancia piena dall’Osteria del Gambero Rosso, lasciandolo solo e ingannato. Una delle tante altre sventure di Pinocchio. Tutto cominciò mentre, con i cinque zecchini d’oro che gli aveva dato il burattinaio Mangiafoco, proprietario del Gran Teatro dei Burattini, commosso da quanto aveva sentito dal piccolo burattino di legno su suo padre, Pinocchio stava tornando a casa dal suo caro babbo Geppetto. Ma strada facendo aveva incontrato, come scrive Collodi, “…una Volpe zoppa da un piede e un Gatto cieco da tutt’e due gli occhi che se ne andavano là là, aiutandosi fra di loro, da buoni compagni di sventura. La Volpe, che era zoppa, camminava appoggiandosi al Gatto: e il Gatto, che era cieco, si lasciava guidare dalla Volpe”. Due imbroglioni che, appena avevano saputo dei cinque zecchini d’oro, convinsero Pinocchio ad andare con loro nel Campo dei Miracoli, che si trovava nel paese dei Barbagianni. Un campo benedetto quello dove, mettendo in una piccola buca uno zecchino d’oro, dopo averlo ricoperto di terra e annaffiato e dopo aver gettato sopra anche una presa di sale, accadeva il miracolo. Lo zecchino, come scrive Collodi, “…germoglia e fiorisce, e la mattina dopo, di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell’albero carico di tanti zecchini d’oro quanti chicchi di grano può avere una bella spiga nel mese di giugno”. E Pinocchio si lasciò abbindolare dalla Volpe e dal Gatto e se ne andò con loro convinto e contento. Ma i due impostori, dopo essersi abbuffati nell’Osteria del Gambero Rosso, lasciarono Pinocchio solo e con uno zecchino d’oro in meno. Il Grillo parlante, che apparve nella sua stanza buia in osteria, cercò di farlo tornare in se e disse a Pinocchio “…Ritorna indietro e porta i quattro zecchini, che ti sono rimasti, al tuo povero babbo, che piange e si dispera per non averti più veduto”. Ma Pinocchio, non dubitando ancora dei due imbroglioni, rispose “…Domani il mio babbo sarà un gran signore perché questi quattro zecchini diventeranno duemila”. Il Grillo parlante diede allora a Pinocchio il suo saggio consiglio: “Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito o sono matti o imbroglioni! Dai retta a me, ritorna indietro”. A niente servirono purtroppo i saggi consigli che il Grillo parlante diede a Pinocchio. Subito dopo però, non avendo dato retta ai buoni consigli, mentre andava ad incontrare la Volpe ed il Gatto nel Campo dei Miracoli, egli s’imbatte negli assassini. E così, le avventure di Pinocchio continuarono. Finché, dopo tante altre sfortune e sofferenze, accade il “miracolo”. Finalmente tutto cambiò: Pinocchio diventò un vero e bravo ragazzo, babbo Geppetto diventò “sano, arzillo e di buon umore, come una volta” e perfino la loro casa si abbellì. La spiegazione a Pinocchio la diede babbo Geppetto, dicendoli:“Questo improvviso cambiamento in casa nostra è tutto merito tuo”. Aggiungendo che “…quando i ragazzi, di cattivi diventano buoni, hanno la virtù di far prendere un aspetto nuovo e sorridente anche all’interno delle loro famiglie”. E poi Geppetto mostrò a suo figlio il Pinocchio di legno, che aveva messo su una seggiola. Guardando quello che era stato fino a poco prima, Pinocchio disse fra sé e sé “Com’ero buffo quand’ero un burattino! E come ora son contento di esser diventato un ragazzino perbene”. E con questa frase finisce il famoso e tra i più letti romanzi di tutti i tempi e in tutto il mondo, Le avventure di Pinocchio: Storia di un burattino, maestosamente scritto da Carlo Collodi.

Ci sono tante significative allegorie nel romanzo di Collodi, dalle quali si deve sempre imparare e trarre le dovute conclusioni. Anche da quanto accade tra Pinocchio e i due imbroglioni: la Volpe ed il Gatto. Un valido e utile insegnamento per tutti in ogni parte del mondo. Perché gli imbroglioni si trovano daperttutto. E si presentano sotto diverse sembianze: dai furfantelli di strada, fino agli alti rappresentanti politici ed istituzionali. I primi truffano qualche malcapitato. I secondi ingannano i cittadini e mettono in repentaglio le sorti dei Paesi. Come sta accadendo, purtroppo, anche in Albania.

Ormai da qualche anno, sta diventando sempre più una ferma convinzione pubblica che tra il primo ministro e colui che dirige il partito democratico albanese, il più grande partito dell’opposizione, c’è un accordo occulto. Un accordo che si stabilì il 18 maggio 2017, senza mai essere stato reso pubblico, tranne il fatto che si era raggiunto un accordo, senza mai essere stata fatta, però, la dovuta e richiesta trasparenza. Né allora e neanche adesso. Un accordo che, fatti accaduti alla mano, sta continuando a funzionare, generando gravi e pericolose conseguenze per il Paese e per i cittadini. Il primo ministro, grazie a quell’accordo, si sente libero di governare e di abusare del potere, consolidando il suo regime monocratico e controllando personalmente le istituzioni, sistema “riformato” della giustizia compreso, la maggior parte dei media e tanto altro. Mentre il capo dell’opposizione, che da alcuni anni ha usurpato la direzione del partito democratico albanese e lo gestisce circondato da alcuni suoi “fedeli”, sempre fatti accaduti alla mano, ha fatto di quel partito un’impresa molto rimunerativa famigliare. Il nostro lettore è stato informato di tutto ciò a tempo debito (Il doppio gioco di due usurpatori di potere, 14 giugno 2021; Usurpatori che consolidano i propri poteri, 19 Luglio 2021). Come è stato informato, in questi ultimi mesi, anche di altri sviluppi politici e sociali che si stanno verificando in Albania. Compreso anche un sempre più vasto, rappresentativo e convincente movimento della base e degli iscritti del partito democratico albanese per ristrutturare e per ripristinare i valori fondatori del partito in quel lontano dicembre del 1990. Anche di questo crescente movimento il nostro lettore è stato informato (Meglio perderli che trovarli; 13 settembre 2021).

Trovatosi in grosse difficoltà e non godendo più dell’appoggio indispensabile della base e delle strutture, l’usurpatore del partito democratico albanese sta avendo come appoggio soltanto quello offerto “generosamente” dal primo ministro e da chi per lui. Le cattive lingue stanno dicendo che anche questo fa parte dell’accordo occulto tra loro due. L’usurpatore del partito democratico sta avendo adesso, come unici avvocati, in quella che sembrerebbe essere una causa persa, l’assistenza continua dei media controllati dal primo ministro e degli analisti e opinionisti a pagamento della ben funzionante propaganda governativa. Proprio di quel vasto e ben organizzato schieramento che fino a pochi mesi fa lo denigrava e lo rendeva ridicolo. E non poteva essere diversamente. Perché la posta in gioco adesso sembra sia diventata alta e molto rischiosa per il primo ministro. Quanto sta accadendo in queste ultime settimane lo dimostra palesemente. Sia l’usurpatore del partito democratico che il suo “protettore”, il primo ministro, si sentono seriamente preoccupati per la loro sorte dal crescente e ben motivato movimento che sta coinvolgendo direttamente la base e le strutture del partito democratico, ma non solo. Un movimento che sembrerebbe stia seriamente scombussolando l’accordo occulto tra i due e che sta diventando, ogni giorno che passa, un angosciante incubo. Sia per l’usurpatore del partito democratico, che per il primo ministro. Ragion per cui tutti e due sono diventati “collaborativi” e stanno intraprendendo delle iniziative legislative in Parlamento, con le quali stanno cercando di far credere ad una situazione politica e sociale “normale”, anzi migliore, Ma, soprattutto, vogliono prevenire e controllare “legalmente” quanto possa accadere nelle prossime settimane e mesi, comprese anche le richieste ed annunciate massicce proteste ad oltranza dei cittadini offesi, trascurati, ingannati e sofferenti.

In queste ultimissime settimane, sia il primo ministro che l’usurpatore del partito democratico e/o chi per loro, stanno proponendo delle iniziative legislative e degli emendamenti costituzionali che mirano a dei cambiamenti della Costituzione per gestire meglio gli attesi sviluppi nel prossimo futuro. E, guarda caso, stanno proponendo e si stanno accordando su delle iniziative legislative e su degli emendamenti costituzionali che permetterebbero loro di controllare, tramite le strutture del sistema “riformato” della giustizia, una situazione che, altrimenti, potrebbe non essere più gestita come avrebbero voluto. Soprattutto il primo ministro, ma anche il suo ormai quasi palesemente “protetto”, l’usurpatore del partito democratico. Alcune settimane fa il primo ministro e i suoi hanno presentato in Parlamento un emendamento costituzionale per prolungare il periodo del funzionamento delle due strutture costituzionali incaricate di fare il vaglio dei giudici e dei procuratori. La Costituzione, approvata il 22 luglio 2016 con tutti i voti del Parlamento, prevede quale istituzione deve avere quell’incarico, dopo la scadenza, il 17 giugno 2022, della legittimità di funzionamento di quelle strutture. Ma al primo ministro interessa che tutto rimanga com’è. E per questo avrebbe bisogno dei voti del partito democratico in Parlamento. Nel frattempo l’usurpatore del partito democratico ultimamente ha presentato tre iniziative legislative per essere approvate in Parlamento. Si tratta di iniziative che si basano su degli emendamenti della Costituzione e che perciò non possono essere approvate senza i voti della maggioranza. Si tratta di iniziative legislative che riguardano la riforma elettorale, la riforma territoriale e il vaglio dei rappresentanti politici. La prima è stata approvata in Parlamento dopo il famigerato accordo del 5 giugno 2020, nonostante le dichiarazioni e le promesse pubbliche dei massimi rappresentanti dell’opposizione. Il nostro lettore è stato informato a tempo debito. La seconda, quella territoriale, è stata boicottata nel 2014 dal partito democratico, con tutte le preoccupanti e sempre presenti conseguenze. La terza, quella del vaglio dei rappresentanti politici, è stata fortemente e pubblicamente contestata nel 2016 dall’usurpatore del partito democratico. Ma adesso lui ha cambiato “convinto” opinione. Non solo, ma è “convinto” che quel vaglio e quelle verifiche le può e le deve fare una delle più accusate ed ufficialmente denunciate strutture costituite nell’ambito della “riforma” del sistema della giustizia, la Struttura Speciale contro la Corruzione e la Criminalità organizzata. Chissà perché?!

Chi scrive queste righe si deve fermare qui, nonostante avrebbe avuto molti altri fatti ed argomenti da presentare al nostro lettore per capire meglio quanto sta accadendo in Albania. Egli però è convinto che il primo ministro e l’usurpatore del partito democratico, come la Volpe ed il Gatto nel romanzo di Collodi Le avventure di Pinocchio, dal quale c’è sempre e molto da imparare, stanno cercando di abbindolare di nuovo i cittadini albanesi, come sempre hanno fatto tutti e due. Adesso spetta ai cittadini albanesi ribellarsi, farsi vivi, scendere in piazza e lottare per i propri sacrosanti diritti, dando, finalmente, ai due imbroglioni quello che si meritano. Chi scrive queste righe non smetterà mai di ripetere la ferma convinzione di Benjamin Franklin: “Ribellarsi ai tiranni significa obbedire a Dio”. Mentre a tutti gli albanesi serve il consiglio che il Grillo parlante diede a Pinocchio. E cioè che non si devono fidare di quelli che ti promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Perché, di solito, o sono matti o imbroglioni!

Mostra altro

Articoli Correlati

Vedi anche
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio