International

Bisogna reagire determinati contro l’irresponsabilità dei dittatori

Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si

impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante.

Papa Francesco

“Non si arresta, purtroppo, la violenta aggressione contro l’Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c’è giustificazione per questo! Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante”. Con queste parole si è rivolto Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus, a tutti coloro che erano radunati in piazza San Pietro a Roma. Ma anche a molte altre persone che lo stavano seguendo in diretta televisiva in diverse parti del mondo. Ucraina compresa. Il Pontefice ha chiesto specificatamente a tutti gli “attori della comunità internazionale”, e cioè a tutti i “grandi del mondo”, di impegnarsi veramente “nel far cessare questa guerra ripugnante”. Lo ha chiesto proprio a coloro che, da quando è cominciata l’invasione dell’Ucraina, si stanno pubblicamente impegnando a impedire quella aggressione sanguinosa voluta ed attuata dal dittatore russo. Il Papa, riferendosi alle crudeltà di questa guerra, che sta continuando dal 24 febbraio scorso e che non sta risparmiando nessuno, ha ribadito, perentorio, che “…Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia!”. Ha considerato proprio un “sacrilegio” quanto stanno facendo gli invasori russi contro l’inerme ed innocente popolazione in Ucraina. Perché la vita umana “viene prima di qualsiasi strategia”. Mentre, invece, il dittatore russo e la sua potente propaganda hanno semplicemente “classificato” questo genocidio come “un’operazione speciale” (Sic!). Espressione quella di uno spudorato e sfidante cinismo e di un irritante sarcasmo tipico dei dittatori, come purtroppo la storia ci insegna. Ma domenica scorsa papa Francesco ha chiesto a tutti di non abituarsi “alla guerra e alla violenza”. Poi, riferendosi alle tante donne e ai tantissimi bambini che sono scappati dalle atrocità causate da quella “operazione speciale” del dittatore russo, il Santo Padre ha, altresì, chiesto a tutti di non abbandonare e di pensare “…a queste donne, a questi bambini che con il tempo, senza lavoro, separate dai loro mariti, saranno cercate dagli “avvoltoi” della società”.

Lo stesso papa Francesco mercoledì scorso, durante l’Udienza generale in aula Paolo VI, ha recitato una preghiera maestosamente scritta dall’arcivescovo di Napoli. Rivolgendosi a tutti con il suo appello e la sua preghiera, papa Francesco ha chiesto il perdono e la misericordia di Gesù Cristo. “Perdonaci la guerra, Signore”. Così ha cominciato la sua preghiera il Pontefice. Poi ha continuato chiedendo pietà: “…Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori. Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi. Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi. Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi. Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!”. In seguito papa Francesco ha chiesto perdono a Gesù: “…Perdonaci Signore, perdonaci, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi. Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte”. Una preghiera molto significativa e toccante quella maestosamente scritta dall’arcivescovo di Napoli e recitata da papa Francesco mercoledì scorso, durante l’Udienza generale. Un monito per tutti quelli che hanno ideato e stanno attuando quella carneficina, il dittatore russo per primo.

Purtroppo la spietata e sanguinosa aggressione militare russa contro l’Ucraina continua, causando altre vittime innocenti ed ingenti danni materiali. Da giorni ormai molte città ucraine, compresa la capitale, sono assediate e stanno subendo pesanti bombardamenti. Bombardamenti che mirano, non a caso, anche i depositi di generi alimentari e di altri generi di prima necessità, così come dei grandi centri commerciali. Tutto ciò come parte integrante di una strategia che stanno attuando il dittatore russo e i suoi comandanti. Una strategia che deve riuscire a tutti i costi, anche per “salvare la faccia” a tutti coloro che lo hanno ideato e consapevolmente lo stanno attuando nell’ambito di quella che il dittatore russo, con il suo cinismo e sarcasmo, cerca di farla passare per “un’operazione speciale”. Ma che invece e purtroppo, fatti gravi accaduti e che stanno accadendo alla mano dal 24 febbraio scorso ad oggi, risulta essere una crudele e sanguinosa guerra con tutte le sue gravissime conseguenze, soprattutto per gli inermi ed innocenti cittadini ucraini. Una gravissima e pericolosa situazione questa, che costringe centinaia di migliaia di cittadini ucraini, la maggior parte dei quali donne e bambini, a continuare a scappare. Ad oggi, secondo la commissaria europea agli Affari interni, sono circa 3,3 milioni di ucraini che hanno lasciato il Paese. Sono proprio quelle donne e quei bambini ai quali papa Francesco faceva riferimento domenica scorsa durante l’Angelus. Sono proprio loro, per i quali Papa Francesco ha chiesto a tutti di non abbandonarli e di proteggerli da quelli che chiama “gli avvoltoi della società”. Sono proprio quelle donne e quei bambini che, costretti a scappare, lasciano tutto quello che hanno di più caro, lasciano i mariti, i figli e i padri, che sono rimasti in patria a combattere gli invasori russi.

Domenica scorsa, durante la recita dell’Angelus a piazza San Pietro, papa Francesco si è rivolto a “tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante”. A tutti coloro che durante queste ultime settimane si sono incontrati tra di loro ed alcuni, separatamente, anche con il dittatore russo. Lunedì pomeriggio si è svolta una videoconferenza, durante la quale il presidente statunitense, il presidente francese, il cancelliere tedesco, il presidente del Consiglio italiano e il premier inglese hanno discusso della situazione in Ucraina. Loro si incontreranno di nuovo a Bruxelles, giovedì prossimo, nell’ambito del vertice straordinario della NATO (North Atlantic Treaty Organization – Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord; n.d.a.), poi del vertice del G7 e del Consiglio europeo. E sono proprio loro, i “grandi del mondo” e non solo i cinque sopracitati, ma anche il dittatore russo, il presidente cinese ed altri, i quali decidono non solo per i rispettivi Paesi ma gestiscono e prendono delle importanti decisioni anche in un ambito internazionale più vasto. Decisioni che hanno a che fare con l’economia e la finanza, ma anche con delle questioni di geopolitica e di geostrategia. E, come la storia, anche quella degli ultimissimi anni, ci insegna, non spesso sono concordi tra di loro.

Decisioni che non sempre sono risultate quelle giuste e spesso, purtroppo, hanno avuto anche delle gravi e sofferte conseguenze per intere popolazioni in diverse parti del mondo. La storia ci insegna, fatti accaduti, documentati e denunciati alla mano, che purtroppo alcuni di loro hanno collaborato, in certe “situazioni geostrategiche”, con dei dittatori ed altri rappresentanti dei regimi dittatoriali. Chissà come si potrebbero sentire, se veramente ci riescono, alcuni dei “grandi del mondo”, i quali hanno acconsentito e hanno firmato, loro stessi e/o chi per loro, degli accordi con la Russia, ma anche con altri Paesi dittatoriali, per la vendita delle armi?! Armi che, dal 24 febbraio scorso, stanno causando la morte di migliaia di cittadini inermi e innocenti, compresi bambini e donne, anche in Ucraina! Bisogna però comprendere quanto i “grandi del mondo” hanno fatto e continuano a fare per delle ragioni giustificate e giustificabili che riguardano gli interessi dei propri Paesi, oppure di “geopolitica e geostrategia”. Ragioni che, nolens volens, in qualche modo si potrebbero anche capire, nonostante determinati effetti non desiderabili, soprattutto dal punto di vista di specifici raggruppamenti sociali e delle popolazioni di diversi Paesi del mondo che ne subiscono. Ragion per cui alcuni di loro potrebbero avere qualcosa da chiedere scusa. Bisogna però e comunque distinguere tutto ciò da quello che alcuni dei “grandi del mondo”, quelli attuali e/o chi per loro, così come alcuni precedenti, hanno fatto e stanno facendo per delle ragioni “lobbistiche” che, secondo quanto dicono le cattive lingue di diversi Paesi del mondo, permettono ai “lobbisti’ dei milionari profitti personali. E visto che dal 24 febbraio scorso si sta attuando la sanguinosa aggressione da parte della Russia, ricchissima in giacimenti di gas e di petrolio, contro l’Ucraina, il caso di un ex cancelliere diventa, purtroppo, molto significativo. Non a caso papa Francesco, domenica scorsa durante l’Angelus, si è rivolto a loro, ai “grandi del mondo” chiedendo a tutti, agli “attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero”. Sottolineando la significativa richiesta del Santo Padre perché loro “si impegnino davvero”. Davvero però!

Nel frattempo in Ucraina si continua ad assediare e a bombardare le città, si continua a combattere e a morire. Ma si continua, da parte della potente e ben organizzata propaganda russa, a diffondere delle falsità, cercando di presentarle come delle vere verità e delle vissute realtà. La propaganda russa sta cercando di presentare come un prezioso contributo quello che stanno facendo le forze armate russe, dal 24 febbraio scorso. E cioè il salvataggio dell’Ucraina dai sui pericolosi “nazisti” che, sempre secondo la propaganda russa, sono proprio quelli che stanno causando tutto il male e le sofferenze, anche la perdita di migliaia di vite umane comprese! La potente propaganda russa sta cercando di far credere che il presidente russo sta facendo tutto il possibile per rendere al Paese tutto quello che merita. E perché no, farlo diventare di nuovo la “Grande Russia”. Fatti accaduti e che stanno accadendo alla mano, anche la sanguinosa aggressione dell’Ucraina risulterebbe essere parte integrante di questa “strategia egemonistica”. Mentre in Russia, tutti coloro che diffondono delle vere verità e delle vissute realtà, che si riferiscono alla sanguinosa aggressione delle forze armate russe in Ucraina, vengono condannati fino a 15 anni di reclusione, secondo una legge approvata recentemente. Un’ulteriore ed eloquente testimonianza e dimostrazione di quello che la propaganda russa fa di tutto per nascondere. E cioè del consolidamento del potere personale di un pericoloso dittatore, con delle gravi conseguenze anche a livello internazionale. Quanto sta ormai accadendo in Ucraina dal 24 febbraio scorso rappresenta una significativa testimonianza.

Nonostante si tratti di due casi diversi e di diversa importanza a livello geopolitico e geostrategico, anche tutto quanto sta accadendo durante questi ultimi giorni in Albania rappresenta un’altrettanta eloquente testimonianza e dimostrazione del consolidamento del potere personale di un pericoloso dittatore che è il primo ministro. E con lui come “rappresentate istituzionale”, fatti accaduti e che stanno accadendo alla mano, del consolidamento della pericolosissima alleanza tra il potere politico, la criminalità organizzata e determinati raggruppamenti occulti locali ed internazionali. Oligarchi dei carburanti compresi. Quanto sta accadendo durante questi ultimi giorni in Albania, con l’abusivo aumento dei prezzi dei carburanti e dei generi alimentari di vitale necessità, ne è una significativa testimonianza. Una grave e preoccupante situazione questa che tende a peggiorare, vista anche la [non]reazione del governo, con tutte le derivanti conseguenze.

Chi scrive queste righe, da anni ormai, sta informando il nostro lettore sulla vera, vissuta e sofferta realtà albanese. Compresa anche quella che riguarda il pericoloso consolidamento di una nuova dittatura in Albania, camuffata da un pluripartitismo di facciata. Chi scrive queste righe è convinto che i popoli, i cittadini responsabili, sia in Russia, che in Albania e in altri Paesi del mondo, i quali stanno subendo tutte le gravi conseguenze delle dittature e dei regimi totalitari, devono reagire determinati contro l’irresponsabilità dei dittatori. Auspicando che, nel mentre, tutti gli attori della comunità internazionale si impegnino davvero nel far cessare la guerra ripugnante in Ucraina.

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