
Come avrebbero reagito i Padri Fondatori?
La democrazia consiste nel mettere sotto controllo il potere politico.
Karl Popper
L’Europa, uscita distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale, aveva un vitale bisogno di una vera ricostruzione. E proprio per realizzare una simile e multidimensionale ricostruzione il contributo delle persone lungimiranti, che guardavano oltre agli interessi nazionali, era indispensabile. Persone piene d’idee che riguardavano non solo i loro Paesi, bensì la costituzione di una nuova Europa libera ed unita. E quelle persone non mancavano. Erano proprio i Padri Fondatori di quell’Europa che doveva affrontare molte importanti sfide locali ed internazionali.
I Padri Fondatori della nuova Europa unita hanno collaborato per costituire le prime istituzioni comuni. Era il 9 maggio 1951 quando l’allora ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, presentò un piano noto come il Piano Schuman, oppure come la Dichiarazione Schuman. Un piano elaborato con Jean Monnet, un altro Padre Fondatore della nuova Europa unita. Era un piano coraggioso e lungimirante, che prevedeva il congiunto controllo della produzione del carbone e dell’acciaio da parte di alcuni Paesi europei. Si trattava di due materiali indispensabili per produrre le armi. E con quel controllo della produzione del carbone e dell’acciaio si poteva garantire anche la pace tra Paesi storicamente avversari. Come la Francia e la Germania.
In seguito alla Dichiarazione Schuman, alcuni Padri Fondatori, come Konrad Adenauer, il primo Cancelliere della Repubblica federale di Germania, Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia ed altri, lavorarono insieme per la costituzione della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio. Una Comunità che è stata costituita il 18 aprile 1951, con il Trattato di Parigi, firmato dai massimi rappresentanti del Belgio, della Francia, della Germania occidentale, dell’Italia, del Lussemburgo e dei Paesi Bassi.
I sopracitati Padri Fondatori, insieme con altri come Winston Churchill, il noto primo ministro britannico durante la Seconda Guerra Mondiale e poi tra il 1951-1955, il politico belga Paul-Henri Spaak, che è stato anche il Presidente della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio (1952 – 1954), il politico lussemburghese Joseph Bech, il banchiere e politico olandese Johan Willem Beyen, il tedesco Walter Hallstein, che è stato il primo presidente dell’allora Commissione europea (1958-1967), l’olandese Sicco Mansholt, un agricoltore ed un membro della resistenza olandese, che è stato anche il primo Commissario europeo per l’Agricoltura, il politico italiano Altiero Spinelli, uno dei tre autori del manifesto “Per un’Europa libera e unita”, comunemente noto come Manifesto di Ventotene, ed altri ancora, hanno contribuito molto alla costituzione dell’allora Comunità economica europea nel 1957. Sono stati proprio la lungimiranza, la devozione, l’impegno ed il coraggio dei Padri Fondatori della nuova Europa unita che portò alla firma dei Trattati di Roma, il 25 marzo 1957. Con la firma di quei due Trattati si istituirono la Comunità economica europea e la Comunità europea per l’Energia atomica.
Da allora sono passati 58 anni. Molti sviluppi sono stati evidenziati. Sono stati molti gli sviluppi che hanno portato al miglioramento della collaborazione tra i Paesi europei. Ma, purtroppo, non sono mancati neanche i conflitti armati in Europa. Come quello cominciato il 24 febbraio 2022 in Ucraina, dopo l’aggressione militare da parte delle forze armate della Russia. Ma non sono solo i conflitti armati che preoccupano. Sì, perché in alcuni dei Paesi europei sono stati restaurati ed, in seguito, consolidati dei regimi autocratici e dittatoriali.
Tenendo presente una simile realtà, vengono naturali le seguenti domande. Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori se in un Paese che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea fosse restaurata una dittatura? Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori se in un Paese che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea non si svolgessero elezioni libere e democratiche? Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori, se in quel Paese si mettesse in atto una “strategia” per costituire una “ubbidiente opposizione”, per poi far sembrare che funziona il pluripartitismo? E cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori, se in quel Paese venissero però imprigionati, senza nessuna valida accusa giuridica, i veri oppositori del regime?
Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori, nel caso di una programmata strategia per attuare lo spopolamento di un Paese, che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea, solo per ubbidire a delle occulte “strategie geopolitiche regionali”?
Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori se, in un Paese che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea il potere politico collaborasse strettamente con la criminalità organizzata? Anche per assicurare una maggioranza parlamentare e garantire le “vittorie elettorali”? Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori se, in un Paese che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea, la canabbizzazione di vaste aree del suo territorio fosse una realtà testimoniata? E cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori se un Paese che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea fosse diventato, fatti documentati alla mano, un narcostato?
Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori se, in un Paese che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea, il controllo del sistema della giustizia e la sua documentata ubbidienza al potere politico fosse una ben nota verità? Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori se un Paese che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea, avrebbe avuto come gestore assoluto del potere un individuo il quale abusasse e sperperasse milioni del bene pubblico senza dare conto e in piena violazione della legge, mentre le istituzioni del sistema della giustizia facessero finta di non sapere niente? Cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori se, in un Paese che avesse voluto aderire all’allora Comunità economica europea la corruzione fosse ben radicata, partendo dai massimi livelli del potere politico e, invece, le istituzioni del sistema della giustizia continuassero a fare finta di non essere a conoscenza di una simile e ben diffusa realtà, pubblicamente nota? E l’elenco di simili domande è ancora lungo. Ebbene questo Paese è l’Albania che è anche un Paese candidato all’adesione all’Unione europea.
Allora viene naturale e obbligatoria una domanda. E cioè cosa avrebbero pensato e come avrebbero reagito i Padri Fondatori del dichiarato appoggio di alcuni dei massimi dirigenti di Paesi membri dell’attuale Unione europea al primo ministro albanese che, da innumerevoli fatti documentati, denunciati e pubblicamente noti alla mano, anche all’estero, risulta inconfutabilmente essere un autocrate irresponsabile, ingannatore, corrotto, che abusa continuamente del potere usurpato e del bene pubblico? Di certo non avrebbero mai condiviso un simile atteggiamento.
Chi scrive queste righe da anni ha informato il nostro lettore di una simile, preoccupante e molto pericolosa realtà albanese. Egli trova sempre attuale l’affermazione di Karl Popper e cioè che la democrazia consiste nel mettere sotto controllo il potere politico. Ma non un potere che gioisce e trae benefici però da certe alleanze di interesse e di convenienza con alcuni “grandi dell’Europa”. Come quello del primo ministro albanese, che non ha niente in comune con la democrazia.