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Decisioni ipocrite e pericolose conseguenze

L’ipocrisia è un compito ventiquattr’ore su ventiquattro.

William Somerset Maughan

Erano delle immagini che resteranno imprese per sempre nella memoria. Papa Francesco, solo che saliva verso il Sagrato, sotto una pioggia battente. Venerdì scorso, 27 marzo, in una piazza San Pietro vuota, il Santo Padre ha chiesto a Dio di “non lasciarci in balia della tempesta”, in una simile “dolorosa condizione” causata dalla pandemia. Durante la sua omelia Papa Francesco ha chiesto a tutti di riflettere seriamente e di cambiare atteggiamento. A tutti, rappresentanti politici ed istituzionali compresi. Anzi, a loro prima degli altri. Perché, ha detto il Pontefice, “pensavamo di rimanere sempre sani in un mondo malato, afflitto da guerre e ingiustizie planetarie”! E le guerre e le ingiustizie planetarie le causano coloro che hanno ed esercitano il potere decisionale, istituzionale e/o occulto che sia.

La pandemia del coronavirus continua ad attirare tutta l’attenzione dell’opinione pubblica in molti paesi del mondo. La ragionevole preoccupazione, sia per il reale pericolo del contagio che per le reali capacità in infrastrutture, risorse umane, materiali ed apparecchiature indispensabili e necessarie ad affrontare la malattia, è più che giustificata ed umanamente comprensibile. Ma una grande preoccupazione, anzi, un’allarme, sta doverosamente diventando anche il periodo dopo la pandemia; le sue conseguenze economiche e finanziarie dei singoli paesi e a livello più vasto.

Anche in Albania la pandemia sta evolvendo ogni giorno che passa. E dovrebbe essere seria la situazione, visto che il primo ministro, da giorni, sta attuando severi divieti per la popolazione. I cittadini obbediscono silenziosi, anche se, ragionevolmente, non del tutto convinti. Perché la propaganda governativa non convince più nessuno. Ormai da giorni si trovano chiusi in casa, sentendosi abbandonati e delusi dalle istituzioni. Si trovano chiusi in casa, affrontando da soli e sofferenti la mancanza di cose di prima necessità, come alimenti, medicinali e altro. Ma tante famiglie si trovano anche prive di denaro e di altre risorse finanziarie visto che molte attività, piccole imprese, spesso a livello familiare, che sono numerose, ormai da alcune settimane sono chiuse. Nel frattempo il primo ministro ha scelto di essere ogni giorno, e fino alla nausea, l’unico comunicatore mediatico, “l’uomo sapiente di tutto” e “l’uomo onnipotente” che decide di tutto e per tutti. In tutte le sue apparizioni video, con le sue parole, consapevolmente o perché non riesce a rendersi conto, sta inculcando paura e sta generando terrore psicologico tra i cittadini segregati in casa. Il primo ministro, da molti giorni sta parlando di “scenari apocalittici”, di “guerre micidiali con un nemico invisibile” e di tanto altro. Ieri ha, addirittura, minacciato i cittadini che saranno “tritati come carne di cane” dalla pandemia se non obbediranno ai suoi ordini!.

Purtroppo, a fatti ormai accaduti e ben evidenziati quotidianamente, risulterebbe che al primo ministro non interessa tanto la salute dei cittadini. Perché, se cosi non fosse, avrebbe preso da tempo le dovute misure, suggerite dagli specialisti, da coloro che, per professione, conoscono le cose e le conseguenze delle mancate decisioni e/o azioni effettuate. Misure che, purtroppo, quasi sempre e regolarmente sono state derise e ignorate. Fatti accaduti alla mano, sembrerebbe che al primo ministro interessi soltanto l’apparizione mediatica e le immagini di facciata per usi puramente propagandistici. Sia in Albania che, quando si può e si crea l’opportunità, anche all’estero. Il caso reso noto ieri, sia dai media locali che da quelli italiani, è uno di questi. Si tratta dell’arrivo in Italia di 30 medici ed infermieri che assisteranno i loro colleghi italiani per combattere la pandemia. Un atto responsabile, di solidarietà, ma anche di abnegazione e di tutto rispetto quello loro, vista la grave situazione in Italia, dovuta alla pandemia. Ma una ghiotta opportunità per il primo ministro albanese di apparire mediaticamente a livello internazionale. I medici e infermieri che hanno scelto di affiancare i loro colleghi italiani hanno fatto un atto che merita rispetto. Ma l’uso mediatico del primo ministro è stato un atto vergognoso. E anche irresponsabile. Perché lui dovrebbe essere la persona che ha il dovere, l’obbligo istituzionale e morale di decidere e di gestire, nel miglior modo possible, ma non individualmente, le situazioni di emergenza. E questa della pandemia, che sta affrontando adesso il Paese è, eccome, una situazione di emergenza! In una simile situazione, il primo ministro ha il dovere e l’obbligo istituzionale di conoscere e di essere consapevole della grave situazione che sta attraversando l’Albania. Gravità dovuta anche, e soprattutto, a degli innumerevoli abusi della cosa pubblica e i continui scandali miliardari con il denaro degli albanesi, durante questi ultimi anni. Il primo ministro ha il dovere e l’obbligo istituzionale di conoscere e di essere consapevole che una delle più grandi preoccupazioni attualmente in Albania è l’allarmante carenza, non solo in infrastrutture, in materiali e apparecchiature indispensabili ad affrontare la pandemia, ma anche l’evidente carenza in risorse umane specializzate, medici ed infermieri compresi. Specialisti quelli che, in seguito alle ben note e fallimentari politiche del governo nel settore della Sanità, evidenziate e denunciate a più riprese e pubblicamente, da anni ormai, hanno purtroppo scelto di lasciare il paese ed andare a lavorare in altri paesi, soprattutto in Germania. Questo è un fatto noto a tutti in Albania. Tanto è vero che gli studenti in medicina ed infermieristica, oltre ai corsi di specializzazione, seguono anche corsi di lingua tedesca. Perchè loro sanno che in Germania, da alcuni anni, c’è una grande richiesta di medici ed infermieri. Anche l’ambasciata tedesca in Albania promuove e sostiene una simile richiesta, facendo attentamente il suo dovere.

In una simile ed allarmante realtà, di fronte ad una simile pericolosa e minacciosa pandemia che ormai non solo è presente in Albania, ma è anche in piena evoluzione, come e con quali mezzi, risorse umane comprese, pensa di agire il primo ministro per affrontarla seriamente?! Perché gli “scenari apocalittici”, di cui sta parlando ormai da non pochi giorni il primo ministro albanese non si affrontano con la propaganda, con le bugie, con gli inganni mediatici e con l’ipocrisia. Perché i cittadini impauriti, psicologicamente terrorizzati, segregati in casa e minacciati di multe salatissime per le loro tasche ormai vuote hanno bisogno di certezze e garanzie. Perché i cittadini non devono sentire degli aberranti avvertimenti da parte del loro primo ministro, secondo i quali saranno “tritati come carne di cane” dalla pandemia se non obbediscono ai suoi ordini!. In questi giorni e nelle settimane a venire, hanno ed avranno sempre più, e soprattutto, bisogno di ospedali muniti di posti letto sufficienti per affrontare l’emergenza e di medici e infermieri, tanti medici ed infermieri. Perché, come ci insegna l’esperienza degli altri paesi che stanno affrontando la pandemia e le sue gravi conseguenze, anche i medici e gli infermieri sono tra i contagiati e, purtroppo, anche tra le persone che perdono la vita a causa dell’infezione.

Chi scrive queste righe pensa che, in una simile e drammatica situazione, i cittadini hanno bisogno di essere rassicurati e assistiti dalle istituzioni e dal loro primo ministro. Essi non hanno bisogno di minacce e di essere pericolosamente impauriti. E come diceva Papa Francesco venerdì scorso, in una piazza San Pietro vuota, i cittadini hanno bisogno di non sentirsi lasciati soli, in balia della tempesta, in una simile e dolorosa condizione causata dalla pandemia. Perché non si può rimanere sempre sani in un mondo malato. Anche per colpa dell’ipocrisia e dell’irresponsabilità di coloro che governano e decidono anche per loro. Come in Albania, dove per il primo ministro l’ipocrisia è un compito ventiquattr’ore su ventiquattro.

 

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