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Devono essere rapporti realistici, non ‘diplomaticamente corretti’

Nulla è più lontano dal mondo che il realismo dei ministri e dei ministeri:

lo batte soltanto quello dei dittatori, che si ritengono ancor più realistici.

Elias Canetti; da “La provincia dell’uomo”, 1973

La scorsa settimana si è riunita la commissione Affari Esteri del Parlamento europeo nota come AFET (abbreviazione del francese affaires étrangères; n.d.a.). Durante la riunione del 4 giugno scorso della commissione si è discusso anche della situazione in Albania. In seguito è stato votato un apposito rapporto, approvato con 57 voti favorevoli, 11 voti contrari e 6 astensioni. Parte integrante delle discussioni sono state anche le “elezioni” parlamentari dell’11 maggio scorso in Albania. L’autore di queste righe ha informato il nostro lettore, durante queste ultime settimane, sempre con la dovuta e richiesta oggettività, di queste “elezioni”, ma che in realtà non si è trattato di elezioni, bensì di un processo che, fatti accaduti, documentati e denunciati ufficialmente alla mano, niente ha avuto a che fare con una gara elettorale libera, onesta e democratica. Per chi scrive queste righe si è trattato invece di un massacro elettorale (In attesa di altri abusi elettorali, 6 maggio 2025; Un autocrate che ottiene il quarto mandato con abusi elettorali, 12 maggioAppoggiano un autocrate corrotto in cambio di proficui accordi, 19 maggio 2025; Preoccupanti ed ipocriti atteggiamenti dei ‘grandi dell’Europa’, 27 maggio 2025; Una grave e pericolosa realtà che deve essere conosciuta da tutti; 2 giungo 2025).

Il rapporto sull’Albania approvato dalla Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo il 4 giugno scorso è stato redatto in un linguaggio “diplomaticamente corretto”. E cioè ha cercato di “accontentare” tutte le parti interessate. Il rapporto si riferisce ai “progressi dell’Albania” nel suo percorso europeo. Ma soprattutto valuta l’Albania come uno “Stato all’avanguardia nei processi dell’integrazione [europea], con l’obiettivo di aderire all’Unione europea entro il 2030” (Sic!). Le stesse cose che diceva anche il primo ministro albanese durante la campagna elettorale per le “elezioni” parlamentari dell’11 maggio scorso. Il nostro lettore è stato ormai informato che il primo ministro, avendo fallito con tutte le sue “miracolose” promesse elettorali durante le tre precedenti campagne per le elezioni parlamentari, non poteva fare altre promesse. Perché ormai sono state esaurite tutte. Ragion per cui lui ha focalizzato tutta la sua campagna elettorale soltanto sulla promessa dell’adesione dell’Albania all’Unione europea entro il 2030. Promettendo anche “il passaporto europeo” per i cittadini albanesi. E con simili affermazioni sopracitate, ma anche altre, il rapporto della Commissione europea sull’Albania, approvato il 4 giugno scorso, ha cercato di “accontentare” la maggioranza governativa ed il primo ministro.

Il rapporto però, essendo redatto in modo “diplomaticamente corretto”, ha evidenziato anche la preoccupazione riguardane “…l’indipendenza del sistema della giustizia, il rafforzamento della lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, nonché la difesa dei diritti fondamentali [dei cittadini]”. Il rapporto sottolineava che “…il rafforzamento del pluralismo politico e la trasparenza dei media sono fondamentali per costruire la fiducia del pubblico”. Riferendosi alle “elezioni” parlamentari dell’11 maggio scorso, il rapporto evidenziava che “…sono state svolte in un contesto fortemente polarizzato a livello politico”. In più, tramite il sopracitato rapporto, i membri della Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo esprimono la loro seria preoccupazione che si riferisce alle “dannose influenze straniere”, legate particolarmente a quelle provenienti dalla Russia. Il rapporto sottolinea la necessità per un maggiore impegno istituzionale nella lotta contro gli abusi del finanziamento politico, la manipolazione mediatica e le minacce cibernetiche.

Durante la sopracitata riunione della commissione Affari Esteri del Parlamento europeo, il 4 giungo scorso, si è svolta anche una seduta d’audizione con i membri della missione, a breve termine, degli osservatori del Parlamento europeo nelle “elezioni” parlamentari dell’11 maggio scorso in Albania. Il dirigente della missione ha evidenziato molti abusi elettorali e violazioni della legge prima e durante il giorno delle “elezioni”. Il dirigente della missione, riferendosi al processo elettorale concluso l’11 maggio scorso in Albania, ha dichiarato che le preoccupazioni principali, legate alla disuguaglianza della gara elettorale “…includono l’uso improprio delle risorse pubbliche, la pressione sugli elettori, soprattutto sui dipendenti pubblici, nonché l’abuso delle attività statali, come l’attività ciclistica “Giro d’Italia”, per scopi elettorali”. Bisogna ricordare che le prime tre tappe del “Giro d’Italia” sono state svolte in Albania, dal 9 maggio all’11 maggio, proprio il giorno delle “elezioni” parlamentari in Albania!

In seguito il dirigente della missione degli osservatori del Parlamento europeo ha dichiarato che “….un’influenza negativa ha avuto anche il condono delle multe, all’ultimo momento, per i cittadini; una decisione percepita come compravendita dei voti”. Si tratta, infatti, di un condono deciso dal governo durante l’ultima settimana della campagna elettorale, in piena e palese violazioni della legge elettorale! Ma in Albania il primo ministro, che controlla personalmente il sistema “riformato” della giustizia, se ne infischia altamente della legge. In più il dirigente della missione degli osservatori si è riferito anche ad una decisione governativa dell’aprile scorso, alla vigilia delle “elezioni”. Lui ha evidenziato che “in aprile è stato, altresì, donato un solo pagamento di 100 euro per [circa] 760.000 pensionati, un mese prima delle elezioni. Questo è stato considerato come un elemento influente”. Bisogna sottolineare che i pensionati in Albania rappresentano quasi la metà della popolazione residente nel Paese, dopo il massiccio esodo degli ultimi anni.

Il dirigente della missione degli osservatori del Parlamento europeo in Albania, per le “elezioni” dell’11 maggio scorso, si è fermato anche sull’influenza della criminalità organizzata prima e durante il giorno delle “elezioni”. Lui ha dichiarato che “la criminalità organizzata, che ricicla il denaro proveniente dal traffico delle droghe, influisce durante le elezioni, per mantenere invariata la situazione [politica] e per continuare indisturbata l’attività [criminale]”. Sempre riferendosi alla collaborazione del potere politico con la criminalità organizzata, il dirigente della missione degli osservatori ha, altresì, dichiarato convinto: “…Penso che questa è una questione importante per l’Unione europea. Non possiamo permettere, quando si tratta di riciclaggio del denaro sporco, oppure di traffico delle droghe, che queste strutture continuino a funzionare indisturbate”. Una realtà questa che non è stata però evidenziata nel sopracitato rapporto della Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo, redatto in modo “diplomaticamente corretto”.

Durante la riunione del 4 giungo scorso della Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo è intervenuto anche il suo presidente. Egli ha suggerito l’invio di una missione di osservatori in Albania. Ha, tra l’altro, affermato: “…Penso che è stato buono inserire l’Albania in agenda, dopo l’osservazione delle elezioni, a causa delle sensibilità politica. […] Suggerisco durante la prima parte dell’anno [2026] di andare nei Paesi candidati [all’adesione nell’Unione] e l’Albania bisogna che sia inclusa senz’altro”.

Chi scrive queste righe pensa che i rapporti delle istituzioni internazionali devono essere rapporti realistici, non “diplomaticamente corretti’. Perché solo così contribuiscono veramente al processo d’allargamento dell’Unione europea solo con i Paesi che meritano l’adesione. Il premio Nobel del 1981 per la letteratura, Elias Canetti, ci insegna che nulla è più lontano dal mondo che il realismo dei ministri e dei ministeri: lo batte soltanto quello dei dittatori, che si ritengono ancor più realistici.

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