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Diaboliche alleanze tra simili corrotti

Il diavolo sa ben citare la Sacra Scrittura per i suoi scopi.

William Shakespeare; da ‘Il mercante di Venezia’

Oggi è il 9 maggio. Una data questa con tanto simbolismo. Una data che per i russi e i loro alleati è legata alla fine della seconda guerra mondiale. In realtà, la capitolazione della Germania è stata firmata a Reims il 7 maggio 1945 tra i rappresentanti del Terzo Reich e quelli dell’esercito alleato. Ma per espressa volontà di Stalin è stato preteso, richiesto ed ottenuto un secondo atto della firma di capitolazione. Atto svolto nella tarda sera dell’8 maggio 1945, mentre a Mosca era già 9 maggio. Ragion per cui, tutti i Paesi occidentali festeggiano la fine della seconda guerra mondiale ogni 8 maggio, mentre la Russia (come l’Unione sovietica prima) e i suoi alleati festeggiano il 9 maggio la giornata della Vittoria.

“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata, se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Con queste parole Robert Schuman, l’allora ministro degli Esteri francese cominciava il 9 maggio 1950 la lettura del testo che ormai è comunemente riconosciuto come la Dichiarazione Schuman per la costituzione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Una Comunità che fu costituita il 18 aprile 1951 a Parigi, con la firma dell’Accordo, dai rappresentanti di sei Paesi; Belgio, Francia, Germania occidentale, Italia, Lussemburgo e Olanda. Il simbolismo di quell’Accordo è molto significativo tenendo presente sia la storia conflittuale tra la Francia e la Germania fino a pochissimi anni fa, sia la lungimiranza dei Padri Fondatori per un’Europa unita. La Dichiarazione Schuman è riconosciuta anche come atto di nascita dell’attuale Unione europea. Ragion per cui il 9 maggio, la Giornata dell’Europa, viene celebrata ormai da anni come una Giornata per la pace e l’Unità in Europa.

Oggi il 9 maggio, il presidente russo, in occasione della giornata della Vittoria ha continuato a chiamare la sanguinosa e crudele guerra contro l’Ucraina “un’operazione militare speciale”. Rivolgendosi ai partecipanti alla parata militare ha chiesto loro di continuare a combattere finché “non ci sia posto nel mondo per i criminali nazisti”! Mentre soltanto ieri sono stati uccisi da una bomba russa 60 civili inermi che, come ha dichiarato il presidente ucraino “…stavano cercando di trovare rifugio nella costruzione di una normale scuola che è stata presa di mira da un attacco aereo russo”. E la guerra, la sanguinosa e crudele guerra in Ucraina purtroppo continua….

Era il 9 febbraio scorso. Tra le tante notizie rapportate dai media in Italia c’è stata anche una che si riferiva agli arresti domiciliari ai quali erano stati sottoposti cinque indagati nell’ambito di una inchiesta coordinata dalla procura di Napoli. L’operazione era stata eseguita dai carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale n.d.a.). Tra gli arrestati c’erano un magistrato, sostituto procuratore a Salerno all’epoca dei fatti contestati, ed un’avvocatessa, sua compagna. Sono stati arrestati anche due imprenditori. Il quinto arrestato era un generale della Guardia di Finanzia in pensione. Riferendosi a quanto ha rapportato l’Agenzia Nazionale Stampa Associata (Ansa) sul caso, il generale in pensione insieme con gli altri due imprenditori arrestati avrebbero facilitato un consorzio di imprese per trasferire la sede da Napoli a Salerno, per sfuggire alle interdittive antimafia. Sempre secondo l’Ansa, tra le aziende facenti parte del consorzio c’erano anche alcune riconducibili alla criminalità organizzata ed a noti clan malavitosi, tutti soggetti delle indagini del Ros e della procura di Napoli. In più gli inquirenti hanno avuto buoni e basati motivi per credere che il trasferimento della sede del consorzio da Napoli a Salerno, nonché l’assegnazione di incarichi dirigenziali al generale in pensione e ad un altro generale dell’Arma dei carabinieri, anch’egli in pensione, era stato organizzato ed attuato per dare a tutto “una parvenza di liceità”. L’Ansa rapporta anche che le indagini che sono state svolte dall’ottobre 2020 al luglio 2021 avrebbero “…fatto luce su un vero e proprio “patto corruttivo” tra il magistrato a conoscenza, per ragioni d’ufficio, di informazioni coperte da segreto, e gli imprenditori del consorzio, i quali, avvalendosi della sua compiacenza, sarebbero riusciti a evitare i provvedimenti interdittivi della prefettura di Salerno, dove, peraltro, il consorzio in questione aveva la sua sede”. In più e sempre riferendosi alle fonti mediatiche, risulterebbe che tutti gli arrestati “sono indiziati, a vario titolo, dei reati di corruzione per l’esercizio delle funzioni, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità”. Le stesse fonti mediatiche rapportano che dalle indagini risulterebbe anche che “…Gli imprenditori, inoltre, sempre avvalendosi dell’aiuto del magistrato, avevano intenzione di allacciare rapporti privilegiati con i funzionari del Palazzo di Governo di Salerno per conseguire la collocazione del consorzio nella cosiddetta “white list”. Tra gli obiettivi che si erano prefissati figura anche la sottoscrizione di un protocollo di legalità tra il loro consorzio e la Prefettura”.

Chi scrive queste righe informava il nostro lettore il 4 aprile scorso di un articolo pubblicato il 28 marzo scorso sul Corriere della Sera ed intitolato Covid Lombardia, la missione albanese nel 2020 tra festini e multe (con un benzinaio infiltrato tra i medici). L’autore di quell’articolo trattava quanto accadeva, più di due anni fa ormai, con un gruppo di 30 medici ed infermieri arrivati il 29 marzo 2020 a Verona dall’Albania, per poi affiancare i colleghi italiani dell’ospedale di Brescia. L’autore del sopracitato articolo, dopo aver trattato il caso legato ai medici e agli infermieri albanesi arrivati in Italia, e dopo aver evidenziato e denunciato scandali, festini e multe, nonché quantità di denaro non dichiarato trasportato con l’aereo che aveva portato i medici e gli infermieri in Italia, aveva fatto riferimento anche ad un avvocato albanese che accompagnava il gruppo. “…Dopodiché, in questa narrazione a ritroso si deve, per la cronaca, evidenziare l’azione di collante del famoso avvocato albanese Engieli Agaci, difensore spesso di grossi narcotrafficanti e uomo assai ascoltato dalle nostre istituzioni” scriveva l’autore dell’articolo pubblicato il 28 marzo scorso sul Corriere della Sera.

Chi scrive queste righe dopo aver informato il nostro lettore il 4 aprile scorso del contenuto di quell’articolo, aveva anche promesso di continuare a trattare in seguito chi era e che rappresentava il “famoso avvocato albanese”. Egli scriveva allora “…Guarda caso però, quel “famoso avvocato albanese” è anche il segretario generale del Consiglio dei ministri in Albania e anche l’eminenza grigia del primo ministro” (Misere bugie ed ingannevoli messinscene che accusano, 4 aprile 2022). Nel frattempo, dal 24 febbraio scorso, la guerra in Ucraina ha attirato tutta l’attenzione istituzionale, pubblica, civica ed umana a livello internazionale. Ragion per cui, nel suo piccolo, anche l’autore di queste righe ha cercato, sentitamente e doverosamente, di esprimere per il nostro lettore anche la sua opinione e le sue ferme convinzioni sulla guerra, dando così il suo umile e modesto contributo. Ma siccome le promesse devono essere sempre mantenute, egli ha continuato ad informare il nostro lettore anche dell’eminenza grigia del primo ministro albanese il 26 aprile scorso. Allora, riferendosi sempre al “difensore spesso di grossi narcotrafficanti”, scriveva “…Sono state diverse le denunce pubblicamente fatte e mai contestate dal diretto interessato, che accusano l’eminenza grigia del primo ministro albanese. Denunce ed accuse che hanno a che fare con tanti scandali milionari, con l’abuso del potere istituzionale, compresa la connivenza del potere politico con la criminalità organizzata e certi raggruppamenti occulti locali ed istituzionali che vedono direttamente ed istituzionalmente coinvolto “il famoso avvocato”” (A ciascuno secondo le proprie responsabilità, 26 aprile 2022).

Guarda caso il generale in pensione della Guardia di Finanza, messo agli arresti domiciliari il 9 febbraio scorso insieme con un magistrato, un’avvocatessa, sua compagna e due imprenditori, è una persona ben nota anche in Albania. E guarda caso, sempre riferendosi alle fonti mediatiche e alle denunce pubbliche fatte e mai contestate, il generale in pensione della Guardia di Finanza risulterebbe essere anche una persona legata a dei rapporti “d’amicizia e di lavoro” con l’eminenza grigia del primo ministro albanese. Il generale è venuto in missione in Albania nel 1997, periodo molto turbato dagli scontri armati dovuti al crollo degli schemi finanziari piramidali e fraudolenti. Poi il generale è ritornato in Albania nell’ambito delle operazioni di monitoraggio dei terreni, sparsi su tutto il territorio nazionale, dove si coltivava la cannabis. A lui si è fatto riferimento anche in una indagine giornalistica, trasmessa due anni fa su RAI 3. Il generale risultava essere allora il dirigente di un’associazione culturale italiana, registrata in Albania. Un’associazione alla quale era stato “regalato” un vasto terreno sulla costa Albanese, guarda caso, da una persona indagata in Italia per i suoi legami con la Sacra Corona Unita. Contattato allora per telefono dal giornalista di RAI 3, il generale aveva risposto che nel periodo in cui gli era stato “regalato” il terreno “non era a conoscenza dei problemi legali che poteva avere avuto in Albania e men che meno in Italia” colui che gli aveva “regalato” il vasto terreno sulla costa, in una nota area esclusiva. Sempre dalle indagini di alcuni coraggiosi giornalisti albanesi, risulterebbe che “il famoso avvocato” offriva sempre il “generoso supporto” al suo amico generale, arrestato il 9 febbraio scorso in Italia. “Intermediazione” per il “regalo” del terreno sulla costa compresa. Dalle indagini dei giornalisti albanesi e riferendosi ad un diplomatico italiano, risulterebbe che tra il generale e l’eminenza grigia del primo ministro albanese i legami di collaborazione sono continuanti anche dopo che “l’avvocato difensore spesso di grossi narcotrafficanti e uomo assai ascoltato dalle nostre (italiane; n.d.a.) istituzioni” è diventato, nel settembre 2013, il segretario generale del Consiglio dei ministri in Albania. Incarico che esercita tuttora. Contattato dai coraggiosi giornalisti albanesi, il diretto interessato ha rifiutato di rispondere!

Da alcuni anni ormai in Albania è stato pubblicamente denunciato un clamoroso e milionario scandalo che riguarda i contratti concessionari del governo albanese per tre inceneritori mai funzionanti e comunque profumatamente, ma illegalmente e irresponsabilmente, pagati con il denaro pubblico. E tutto ciò in uno dei Paesi più poveri in Europa! Ebbene, anche in questo caso, una delle persone direttamente coinvolte, per le sue mansioni istituzionali, è proprio l’eminenza grigia del primo ministro albanese! Con la sua firma sono state approvate e portate alla riounine del Consiglio dei ministri contratti concessionari clientelistici e corruttivi. Emblematico è il contratto stipulato, mandato per avere l’opinione dei vari ministri, rimandato con le opinioni positive da tutti, per poi essere ristipulato il contratto definitivo per uno dei tre inceneritori. Contratto che, con la firma del segretario generale del Consiglio dei ministri, “il famoso avvocato”, è stato approntato per la successiva riunione del Consiglio dei ministri. Tutto ciò accadeva in un solo giorno; il 16 dicembre 2014! Durante quella riunione, svolta l’indomani, 17 dicembre, è stato approvato all’unanimità quel contratto del tutto clientelistico e corruttivo. Chissà perché tanta fretta?!

Chi scrive queste righe considera come diaboliche alleanze tra simili corrotti i legami del generale in pensione, arrestato il 9 febbraio scorso in Italia, ed il “famoso avvocato”, che dal settembre 2013 è il segretario generale del Consiglio dei ministri in Albania. Il suo “amico” generale è ormai agli arresti domiciliari. Mentre purtroppo l’eminenza grigia del primo ministro continua a firmare atti corruttivi e clientelistici milionari. E chi di dovere “acconsente”. Comprese le istituzione del sistema “riformato” della giustizia. Il diavolo sa ben citare la Sacra Scrittura per i suoi scopi.

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