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Dio salvi l’Albania e gli albanesi!

Peggio di un bugiardo c’è solo un bugiardo che è anche ipocrita.

Tennessee Williams

Il nostro lettore è stato informato la scorsa settimana del fatto che il virus Corona, come era prevedibile ed inevitabile, non aveva risparmiato neanche l’Albania. L’autore di queste righe scriveva che “…purtroppo non poteva essere diversamente. Era ragionevolmente temuto da alcune settimane e da tanti in Albania. Ma purtroppo i rappresentanti delle istituzioni responsabili hanno dato sempre delle garanzie e hanno assicurato i cittadini. Tutti coloro che pretendevano il contrario e suggerivano delle misure da prendere venivano considerati dal primo ministro e dai suoi, come stupidi allarmisti e pericolosi diffamatori”. L’ormai pandemia del coronavirus in Albania è alle fasi iniziali. Risulterebbero, purtroppo, essere diversi i focolai del contagio, sparsi in diverse regioni del paese. Fino a ieri, 15 marzo, dal comunicato ufficiale, in Albania erano 42 le persone che risultavano contagiate ed una persona deceduta.

Nei primi giorni del febbraio scorso, nel frattempo che l’epidemia stava colpendo diversi paesi in varie parti del mondo, sia i politici, che i rappresentanti delle istituzioni specializzate, nonché gli opinionisti, hanno cominciato ad usare anche un neologismo: l’infodemia. Lo hanno usato in vari contesti, spesso contrapposti. Nonostante ciò, il diritto d’autore però, almeno ufficialmente, spetta ai rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i quali consideravano come un serio pericolo la deformazione della realtà, dovuta al virus, con delle notizie inventate e fasulle. La confusione generata dall’inarrestabile diffusione dell’epidemia, a torto o a ragione, ha permesso, non di rado, di offuscare e/o ignorare le informazioni e/o i consigli scientifici, lasciando così le porte aperte non soltanto all’avanzata del coronavirus, ma anche all’infodemia.

Durante tutto il mese di febbraio e i primi giorni di questo mese, fino all’8 marzo scorso, le strutture responsabili in Albania hanno avuto tutto il tempo necessario per capire ed imparare dalle esperienze degli altri paesi, Italia compresa, di tutto ciò che si doveva fare. Ma anche e soprattutto, di tutto ciò che non si doveva fare. Le strutture responsabili in Albania, hanno avuto tutto il tempo necessario ad identificare e prendere quelle indispensabili misure per arginare, o almeno per limitare i danni derivanti dal virus. Ed invece no, non lo hanno fatto. Il primo ministro, irresponsabilmente, ha dato tutte le garanzie che l’Albania era un paese sicuro e non c’era nessun pericolo di contagio! Come se il virus si spaventasse e scappasse via, da non si sa bene che cosa e/o chi. Era proprio in quel periodo che il primo ministro ha parlato anche dell’infodemia, attaccando i media, gli specialisti responsabili e tutti coloro che consigliavano e suggerivano, dai primi giorni di febbraio, le misure da prendere. Ma diversamente da quanto suggerivano i rappresentanti dell’OMS, il primo ministro albanese aggrediva verbalmente tutti coloro che gli stavano suggerendo di fare proprio quello che suggeriva anche l’OMS, nonché le utili esperienze di altri paesi, Italia compresa.

In Albania in questi giorni si sta vivendo, purtroppo, soltanto la prima fase di quella che potrebbe diventare un’allarmante e drammatica realtà. Ed in un molto probabile, ma malaugurato e sciagurato caso del genere, l’unica preghiera sarebbe quella rivolta a Dio. Perché la persona che dovrebbe gestire, sia la cosa pubblica, dal 2013 ad oggi, che una simile e drammatica situazione attuale, sta semplicemente e irresponsabilmente continuando ad ingannare e mentire. Perché così facendo, lui pensa di sfuggire alle sue responsabilità e di scaricare altrove i suoi errori e peccati madornali. Peccati relativi ad innumerevoli e continui scandali legati, tra l’altro, alle concessioni miliardarie, compresi, soprattutto, quelli nella Sanità pubblica. Dati e fatti accaduti alla mano, si tratterebbe, di alcune concessioni clientelistiche, esempi clamorosi dell’abuso di denaro pubblico. Quei miliardi potevano servire adesso, in questo drammatico periodo, ad affrontare la situazione. Una grave ed allarmante situazione, riferendosi alle denunce pubbliche fatte dagli specialisti responsabili e coraggiosi, direttamente coinvolti, nonché dai media non controllati. Secondo quelle denunce, in Albania manca tutto, a partire dai guanti e dalle mascherine. Per non parlare poi di ventilatori ed altre apparecchiature indispensabili ad affrontare quella che ormai è stata classificata dall’OMS come pandemia. Denunce che hanno mostrato a tutti il “Re nudo” ed hanno smascherato una realtà nota pubblicamente da tempo, ma che il primo ministro, i suoi alti funzionari sottomessi e la sua propaganda hanno cercato di nascondere. Un altro peccato madornale quello loro, che invece di gestire responsabilmente un settore così importante come quello della Sanità pubblica, hanno parlato soltanto di immaginari successi e hanno sperperato i fondi pubblici devoluti alla Sanità, dividendoli con certi oligarchi, loro sostenitori elettorali. A proposito, sabato scorso un medico del pronto soccorso è stato dimesso dall’incarico, in seguito ad “un ordine partito dall’alto”. È stato dimesso perché alcuni giorni prima aveva denunciato le carenze della sanità pubblica, raccontando quanto aveva fatto durante il suo lavoro di medico con delle persone presunte contagiate dal coronavirus. Denunce che “urtavano” con la propaganda del primo ministro e dei suoi, seguita sabato scorso, da una barbara ma misera vendetta. Vendetta che descrive fedelmente la mentalità del “Re nudo”.

Il primo ministro, dopo aver escluso categoricamente per tante settimane il pericolo del contagio, a fatto compiuto, con un volo pindarico, ha cercato di far vedere a tutti che sta prendendo delle misure drastiche per arginare il danno. Lui, dal’8 marzo scorso, sta parlando di una “guerra da combattere, che durerà… ed ogni giorno che passa, fa diverse previsioni sulla durata. Il primo ministro però adesso, dopo l’8 marzo scorso, ha cominciato ad “impaurire” i cittadini con delle drastiche misure seguite da drastiche penalizzazioni per chi non ubbidisce. Ma lui sembrerebbe veramente impaurito, perché ormai non esce più dalla sua villa bunker. Ed è proprio da lì che fa i suoi annunci. In Albania ormai c’è una sola persona, fatti che stanno accadendo alla mano, che decide di tutto e per tutti. Non c’è più il governo che si riunisce, anche se formalmente, e prende delle decisioni. No, è soltanto lui, “l’onnipotente”, che monologa, parla, spaventa, minaccia e decide. Visto però quanto è successo in Albania dal 2013 ad oggi, gli albanesi non credono più ad una persona che ha soltanto promesso senza rispettare almeno una delle sue promesse, che ha mentito senza batter ciglio e ha continuato a mentire per coprire e “giustificare” le sue bugie precedenti. Gli albanesi però, ogni giorno che passa, stanno traendo lezione dal famoso proverbio arabo: “La prima volta che tu m’inganni la colpa è tua, ma la seconda volta la colpa è mia.”

Chi scrive queste righe pensa che purtroppo la situazione in Albania, nelle settimane e nei mesi a venire potrebbe precipitare di male in peggio. E non soltanto per le inevitabili conseguenze della pandemia ma anche, e forse soprattutto, per le inevitabili e drammatiche conseguenze che danneggeranno la già preoccupante situazione economica del paese e le sofferenze quotidiane della maggior parte dei cittadini albanesi. Di quei cittadini che soffrivano la povertà anche prima dell’arrivo del coronavirus. Chi scrive queste righe avrebbe avuto e voluto trattare anche molti altri argomenti della vissuta realtà in Albania, legata alla pandemia, ma lo spazio non glielo permette. Egli però pensa che questo non è allarmismo, questo è semplicemente ragionevole realismo, dati, fatti ed esperienze precedenti alla mano, locali ed internazionali. E, in queste condizioni drammatiche prega soltanto che Dio salvi gli l’Albania e gli albanesi!

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