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Preferisce essere chiamato anche asino, ma mai e poi mai ladro

Nei tempi antichi, barbari e feroci, i ladri s’appendevano alle croci:
ma nei presenti tempi più leggiadri, s’appendono le croci in petto ai ladri.

Giuseppe Mazzini

Una mattina Pinocchio si accorse che qualcosa di strano era accaduto con le sue orecchie. Questo ci ha maestosamente raccontato Carlo Collodi nel capitolo 32 del suo famoso libro Le avventure di Pinocchio, Storia di un burattino. Proprio così, si accorse stordito che “…gli orecchi gli erano cresciuti più d’un palmo”. Si alzò, ma non trovando uno specchio per potersi vedere, Pinocchio empì d’acqua la catinella del lavamano, e specchiandovisi dentro, rimase stupefatto. Si, perché, come ci racconta Collodi, “…vide quel che non avrebbe mai voluto vedere: vide, cioè, la sua immagine abbellita di un magnifico paio di orecchi asinini”. Era così grande la vergogna e la disperazione del povero Pinocchio, che subito “…cominciò a piangere, a strillare, a battere la testa nel muro”. Una Marmottina, che abitava nel piano di sopra, preoccupata dalle grida e dai pianti, entrò nella stanza di Pinocchio e cominciò a prendersi cura di lui. Gli tastò il polso e poi, sospirando, disse: “…tu hai una gran brutta febbre… la febbre del somaro”. Una grave malattia quella, che avrebbe fatto diventare Pinocchio, entro poche ore, un asinino. E Marmottina spiegò a Pinocchio anche che “…oramai è scritto nei decreti della sapienza, che tutti quei ragazzi svogliati che, pigliando a noia i libri, le scuole e i maestri, passano le loro giornate in balocchi, in giuochi e in divertimenti, debbano finire prima o poi col trasformarsi in tanti piccoli somari”. Allora Pinocchio capì tutto e piangendo disse a Marmottina: “…Ma la colpa non è mia: la colpa, credilo, Marmottina, è tutta di Lucignolo!”. Si proprio di Lucignolo, di quel suo compagno di scuola, che un giorno lo aveva convinto a non andare più a scuola, perché lì si annoiava a studiare. Era, invece, il Paese dei Balocchi dove dovevano andare e divertirsi dalla mattina alla sera. Dopo aver finito di parlare con Marmottima, ficcando un gran berretto di cotone in testa, Pinocchio andò subito ad incontrare Lucignolo. Ma, guarda caso, trovò anche lui sofferente della stessa sua malattia; la febbre del somaro. E mentre si confidarono che “…erano colpiti tutt’e due dalla medesima disgrazia”, qualcosa di incredibile cominciò ad accadere. Prima con Lucignolo e poco dopo anche con Pinocchio. Tutti e due “…si piegarono carponi a terra e, camminando colle mani e coi piedi, cominciarono a girare e a correre per la stanza”. Collodi, però, ci racconta anche che “…il momento più brutto e più umiliante fu quello in cui sentirono spuntarsi di dietro la coda”. Tutti e due erano diventati degli asini che, invece di parlare tra di loro, cominciarono a ragliare. Erano tutte le brutte conseguenze della febbre del somaro. Questo ci ha raccontato Carlo Collodi nel capitolo 32 del suo famoso libro Le avventure di Pinocchio, Storia di un burattino.

Era il 3 dicembre 2020, quando il primo ministro albanese, durante un’intervista televisiva in prima serata, ha fatto quello che fa sempre quando si trova in difficoltà: ha mentito in pubblico, cercando di dare la colpa agli altri. Quella volta è capitato alla sua fedelissima ministra della Giustizia, la quale mai e poi mai avrebbe osato di agire di testa sua, senza aver ricevuto, prima, ordine dal primo ministro e/o da chi per lui! Si trattava di una proposta di legge “presentata” dalla ministra che, da alcuni giorni, aveva suscitato una forte reazione pubblica. Un suo articolo prevedeva addirittura la condanna in carcere per chi produceva e/o propagava memi attraverso internet! Durante quell’intervista televisiva il primo ministro ha cercato di apparire come uno che non sapeva niente! Proprio lui che controlla tutto e tutti! E per convincere e rassicurare che non era responsabile dell’inserimento di quel articolo ha cercato di fare quello che lui non è mai stato: ha cercato di fare l’innocente e l’onesto. A forza di sembrare credibile, in quell’occasione, il primo ministro albanese ha dichiarato che “…non ho nessun problema se qualcuno si esprime in modo negativo nei miei confronti. Se mi dicono [che sono un] somaro, questa è un’opinione e non è un problema per me”. Ma poi ha detto proprio quello che, più che dal suo conscio, è stato suscitato e dettato dal suo subconscio. E cioè ha dichiarato che “…nel caso in cui mi dicessero [che sono un] ladro, allora questa non è [più] un’opinione”. Lasciando così capire che, in quel caso, il suo atteggiamento sarebbe stato ben diverso e che sarebbero stati guai per colui che avrebbe fatto una simile intollerabile accusa nei suoi confronti. Sì, perché per il primo ministro è proprio insopportabile e intollerabile che qualcuno lo consideri e, men che meno, lo chiami ladro in pubblico. Si tratterebbe di una reazione del suo subconscio, che cerca in tutti i modi di reagire e di cancellare, anche per se stesso, la tremenda verità; quella di essere un ladro. Ma non un ladro comune però, un ladro qualsiasi, bensì un ladro che, consapevolmente, da anni ha abusato e continua ad abusare dei milioni della cosa pubblica. Anche adesso, in tempo di pandemia!

Tanto è vero e reale questo suo incubo, questa sua sofferenza psichica, che il 15 ottobre 2020, sempre durante un dibattito televisivo in prima serata, il primo ministro albanese ha ripetuto se stesso, facendo un’altra “strana” dichiarazione. Una dichiarazione quella, sempre suscitata dal suo subconscio e che riguarda il suo incubo di essere chiamato ladro. Durante quel dibattito, per convincere tutti che lui, uomo politico, non era un ladro, ha detto ai giornalisti: “…voi dite che i politici sono tutti ladri. Ma dovete scordarlo, perchè non ci sono ladri e bugiardi sopra i due metri”. E visto che il primo ministro ha una spiccata altezza corporea, si capisce, intendeva se stesso con quella affermazione. Ma anche in questo caso, nonostante parlasse dei “politici” in generale, lui, nel suo subconscio, continuava a reagire diversamente, riferendosi, come sempre, a se stesso. Mentre per quanto riguarda la sua dichiarazione sui ladri, sì, forse non ci sarebbero molti ladri con quella altezza corporea. Anche perché la percentuale degli esseri umani con quella altezza è molto limitata in tutto il mondo. In più, per motivi “tecnici” del mestiere, i ladri comuni, che devono entrare/nascondersi anche in spazzi stretti e limitati, non possono avere quell’altezza e quel volume corporeo. Invece il primo ministro albanese non è un ladro comune. Lui, dati e fatti accaduti, documentati e pubblicamente denunciati alla mano, da primo ministro, ha abusato e continua ad abusare del bene pubblico. E come se non abusa! Anche in questo periodo di pandemia. Lui abusa, sempre usufruendo del suo potere istituzionale, tramite il controllo, la gestione e l’orientamento delle influenze. Sia nel settore pubblico, che in quello privato. Facilitando così anche la criminalità organizzata e determinati raggruppamenti occulti, locali ed internazionali, con lui alleati. Anche questa è una realtà ben nota. Nel frattempo non si sa niente del numero dei bugiardi sopra i due metri, ai quali si riferiva il primo ministro durante il dibattito televisivo del 15 ottobre 2020! Molto probabilmente, anche in questo caso sarebbe stato il suo subconscio che avrebbe reagito, visto che la bugia è uno dei sui vizi innati. E proprio per le irresponsabilità istituzionali del primo ministro, per i suoi abusi di potere, per le sue bugie e inganni, nonché per le sue vendette personali, gli albanesi devono continuare a subire. Una brutta e preoccupante notizia è stata resa pubblica il 2 aprile scorso. L’Albania ha perso definitivamente la causa giudiziaria avviata nel 2015. Una causa avviata dopo la chiusura fortemente voluta per “vendetta” dal primo ministro, di una televisione privata, proprietà di un imprenditore italiano. Con quella decisione definitiva in appello è stata confermata la delibera del 2019,con la qualle ICSID (l’acronimo di International Centre for the Settlement of the Investment Disputes; una struttura specializzata, facente capo alla World Bank; n.d.a.) condannò lo Stato albanese a pagare all’imprenditore italiano, per danni subiti, la somma di 110 milioni di euro! Anche in questo caso i poveri cittadini albanesi devono pagare di tasca propria i vizi del primo ministro. Di colui che preferisce essere chiamato anche asino, ma mai e poi mai ladro!

Chi scrive queste righe pensa che il primo ministro è la persona istituzionalmente e direttamente responsabile della grave situazione in cui si trova attualmente l’Albania. Proprio lui, il quale ogni volta che si trova in difficoltà, per via degli innumerevoli scandali governativi e abusi di potere, cerca di passare la colpa a chicchessia e a trovare “nemici” ovunque. Lui però non riconosce mai le sue colpe e le sue responsabilità. Chi scrive queste righe ricorda bene che per Pinocchio era veramente tremendo, era insopportabile e vergognoso essere diventato un somaro. Mentre per il primo ministro albanese essere un somaro non è un problema! Lo ha dichiarato lui stesso. Basta che nessuno lo chiami ladro! Chissà perché?! Chi scrive queste righe pensa che quanto affermava circa due secoli fa Giuseppe Mazzini, il grande statista italiano, riferendosi ai ladri, purtroppo continua ad essere attuale in diversi Paesi del mondo. Anche in Albania. E cioè che “Nei tempi antichi, barbari e feroci, i ladri s’appendevano alle croci: ma nei presenti tempi più leggiadri, s’appendono le croci in petto ai ladri.”. Il primo ministro albanese però, invece di essere “appeso alla croce” per quello che ha fatto, con la sua ben nota arroganza e la sua irresponsabilità ha messo a se stesso la croce al petto. Fino a quando però un asino sarà anche un ladro?!

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