
Preoccupanti ed ipocriti atteggiamenti dei ‘grandi dell’Europa’
La politica è la scienza dell’opportunismo e l’arte del compromesso
Franz Liszt
Uno dei romanzi di Antoine de Saint-Exupéry, noto scrittore francese del secolo passato, è anche “Terra degli Uomini” (Terre des hommes), pubblicato nel 1939. Un romanzo in cui l’autore, che è stato anche un valoroso pilota delle linee aeree francesi di posta, in Nord Africa e Sud America, racconta diversi episodi di estremo coraggio, sia dei suoi colleghi che suoi. All’inizio del quarto capitolo del suo romanzo“Terra degli Uomini”, Antoine de Saint-Exupéry fa riferimento ad una sovrana immaginaria che desiderava visitare e conoscere i suoi sudditi per sapere se erano contenti o meno dal suo modo di regnare. I cortigiani però, per ingannarla, misero dei bei decori sulla strada che lei doveva percorrere e pagarono alcune persone per danzare mentre la sovrana passava. E così, tranne le ingannevoli messinscene, in quel tratto di strada dove la portarono i suoi cortigiani, lei non vide nient’altro. E perciò non seppe mai che in molte altre parti del suo regno erano in tanti coloro che morivano di fame. E che la maledivano.
In questo mondo però ci sono stati e, purtroppo, ci sono ancora dei governanti, dei dittatori che, diversamente dalla sovrana che, comunque, voleva conoscere la vera realtà in cui vivevano i suoi sudditi, cercano invece, in tutti i modi, di nascondere la vera realtà in cui vivono le rispettive popolazioni. Uno di quei dittatori corrotti è anche il primo ministro albanese. E questa non è semplicemente un’opinione. Questa ormai da anni, fatti accaduti e che stanno accadendo alla mano, è una realtà nella quale sono costretti a vivere gli albanesi. Ragion per cui solo negli ultimi dieci anni, dati alla mano, l’intera popolazione è diminuita di circa un terzo. Un dato molto preoccupante questo, ma anche molto significativo, che testimonia la drammatica realtà albanese.
L’11 maggio scorso in Albania si sono svolte le “elezioni” parlamentari. Ma, fatti alla mano, fatti documentati ed ufficialmente denunciati, testimoniano che invece e purtroppo quelle dell’11 maggio in Albania non sono state delle elezioni, bensì un massacro elettorale. L’11 maggio scorso i cittadini albanesi non hanno potuto esprimere liberamente e democraticamente le loro volontà e le loro scelte per le persone che devono rappresentarli in parlamento.
Quanto è accaduto in Albania l’11 maggio scorso, tra l’altro, ha inconfutabilmente testimoniato la stretta collaborazione del potere politico, rappresentato dal primo ministro, con la criminalità organizzata. Non a caso, alcuni candidati appoggiati proprio dalla criminalità organizzata, sono stati tra i più “votati”, anche se si trattava di persone sconosciute sia politicamente che per altri valori. Ma erano però le persone che sono state scelte da alcune organizzazioni criminali locali. E siccome l’Albania è un Paese con ormai meno di due milioni di abitanti, in ogni città, ogni centro abitato, tutti conoscono tutti e sanno molto di quello che accade. Il nostro lettore è stato informato degli innumerevoli abusi elettorali durante le tre ultime settimane (In attesa di altri abusi elettorali, 6 maggio 2025; Un autocrate che ottiene il quarto mandato con abusi elettorali, 12 maggio; Appoggiano un autocrate corrotto in cambio di proficui accordi, 19 maggio 2025).
Ma il coinvolgimento attivo e spesso anche determinante nei risultati “elettorali” della criminalità organizzata è stato reso ancora più chiaro dopo le dichiarazioni dei rappresentanti delle strutture antimafia italiane fatte la scorsa settimana a Tirana. Tutto in seguito all’operazione denominata “Ura”, che in italiano significa “Il ponte”. Si tratta di un’operazione avviata dal 2020 e condotta dalle strutture antimafia di Bari. Un’operazione in cui è stata coinvolta anche l’Eurojust (acronimo di European Union Agency for Criminal Justice Cooperation; L’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale; n.d.a.), In seguito è stata coinvolta anche la Struttura Speciale contro la Corruzione e la Criminalità Organizzata in Albania. Le indagini si riferivano al traffico internazionale delle droghe, soprattutto della cocaina e dell’eroina, ma anche del riciclaggio del denaro sporco e dell’abuso d’ufficio.
Ma da documenti pubblicamente noti ormai, risulta che il Giudice per le indagini preliminari di Bari ha ordinato, già dal 21 febbraio scorso, l’arresto di 52 persone, coinvolte, a vario titolo, al traffico delle droghe ed altri reati. In più si è saputo che solo un mese dopo, la Struttura Speciale contro la Corruzione e la Criminalità Organizzata ha consegnato in tribunale la richiesta per l’arresto dei cittadini albanesi coinvolti. Ma sempre da documenti pubblicamente noti ormai, il giudice albanese ha tenuto in archivio, per più di un mese, la sua decisione firmata per gli arresti richiesti. L’approvazione per gli arresti è stata mandata alla Struttura Speciale contro la Corruzione e la Criminalità Organizzata solo il 30 aprile scorso, undici giorni prima delle “elezioni”. Ma, guarda caso, la Struttura Speciale contro la Corruzione e la Criminalità Organizzata ha comunicato alla polizia di Stato l’ordine per l’esecuzione degli arresti solo il 21 maggio scorso, dieci giorni dopo le “elezioni” (Sic!). Ed è stato proprio il giorno della congiunta conferenza stampa dei giudici e dei procuratori antimafia italiani e i rappresentanti delle istituzioni del sistema “riformato” della giustizia albanese. Ma, nel frattempo, chissà perché e chissà come, i principali trafficanti albanesi sono riusciti a sfuggire all’arresto. E, guarda caso, erano proprio coloro che avevano sostenuto, in tutti i modi, alcuni candidati della lista di Durazzo per il partito guidato dal primo ministro albanese. Erano proprio quei candidati che avevano “vinto” molti più voti degli altri e che adesso sono, di fatto, anche i nuovi deputati della prossima legislatura. Bisogna però sottolineare che dal porto di Durazzo era passata la maggior parte delle droghe trafficate, come risultava dalle indagini svolte nell’ambito della sopracitata operazione “Ura”.
Ma il 16 maggio scorso a Tirana si è svolto il vertice della Comunità politica europea. Si tratta di un raggruppamento di politici di alto livello, rappresentanti di 44 Paesi europei, compresi i 27 Paesi dell’Unione europea. La Comunità è stata costituita nel 2022 e da allora si riunisce due volte all’anno in uno dei Paesi membri. Quest’anno sono stati proprio l’Albania e la Danimarca i Paesi ospitanti. Una ‘manna santa’ arrivata al primo ministro, in un periodo molto difficile dopo il massacro elettorale del 11 maggio scorso. Erano presenti molti dei “grandi dell’Europa e dell’Unione europea”. Alcuni di loro avevano inviato pochi giorni prima gli auguri al primo ministro albanese per il suo “successo elettorale”, nonostante il conteggio dei voti fosse ancora in corso. Il nostro lettore è stato informato la scorsa settimana di tutto ciò (Appoggiano un autocrate corrotto in cambio di proficui accordi; 19 maggio 2025). Ma durante il sopracitato vertice hanno rinnovato pubblicamente il loro riconoscimento per gli “apprezzabili meriti” dell’anfitrione. Chissà perché un simile sostegno? Ma le cattive lingue hanno detto subito che si tratta di certi interessi che i “grandi dell’Europa” stanno realizzando in Albania, o che avranno in futuro.
Chi scrive queste righe considera come molto preoccupanti ed ipocriti simili atteggiamenti dei “grandi dell’Europa”, in sostegno ad un autocrate corrotto: il primo ministro albanese. Di uno che, contrariamente alla sovrana a cui si riferiva Antoine de Saint-Exupéry nel suo romanzo “Terra degli Uomini”, ha sempre cercato, in tutti i modi, di camuffare tutto con la propaganda, con dei sostegni lobbistici, finanziati da ingenti somme di denaro provenienti dall’abuso di potere, dalla corruzione, nonché da certi raggruppamenti occulti di oltreoceano. E adesso sta beneficiando anche dell’appoggio dei “grandi dell’Europa e dell’Unione europea”. Aveva ragione Franz Liszt quando affermava che la politica è la scienza dell’opportunismo e l’arte del compromesso.