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Detective Stories: difendere i minori dai Cyber predatori

Ogni anno sono sempre di più i casi che affronto relativi a nuove tipologie di reati aventi come protagonista assoluto internet, un universo parallelo colmo di pericoli, soprattutto per i minori.

Il rischio principale è rappresentato dai predatori della rete, ovvero adulti con un forte interesse sessuale verso i minori, abili nell’adescare e circuire i giovani tramite chat e social network. Agiscono sempre utilizzando un falso nome, mentendo sulla propria età e fingendo di avere interessi in comune con le loro vittime, le quali vengono “agganciate” quasi sempre con scuse banali o futili motivi.

In una prima fase, agiscono inviando segnali positivi, messaggi colmi di emoji ed utilizzando un gergo giovanile, dopodiché i discorsi diventano sempre più personali, ed è così che il predatore inizia ad ottenere tasselli di informazioni sempre più utili ai propri scopi.

Sulla base della mia esperienza maturata in anni di indagini, già dalle prime “chat” il predatore è in grado di scoprire dove abita la vittima, che scuola frequenta e quando si può trovare da sola.

Da pericolo virtuale a reale il passo è breve, difatti l’obiettivo principale di questi mostri può sì essere quello di effettuare un incontro “reale”, ma anche (e più spesso), di collezionare fotografie di minori, immagini o video da far girare tra i membri del proprio network, vere e proprie organizzazioni di pedofili con regole e gerarchie.

In alcuni casi, dopo essere riuscito ad ottenere fotografie personali/intime, il predatore potrebbe rivelarsi, obbligando il minore ad effettuare un incontro e costringendolo a subire violenze, minacciando altrimenti di diffondere le immagini.

Si tratta di situazioni estreme, ma assolutamente non improbabili dove spesso la vittima si trova sola, e senza avere idea di come affrontare tale situazione.

In ogni caso, la possibilità che si verifichi un incontro nella vita reale tra predatore e vittima è piuttosto imprevedibile. Ho affrontato casi nei quali il predatore è riuscito ad organizzare l’incontro in poche ore ed altri nei quali ha dovuto “preparare il terreno” per diversi mesi.

Bisogna accettare il fatto che i rischi siano dappertutto e che un malintenzionato si possa nascondere su diversi tipi di piattaforme, anche sulle più improbabili, come quelle del gioco online (es: gaming), servizi di messaggistica istantanea, chat, social network, forum per studenti ma anche siti per la vendita di oggetti. Non solo siti ad hoc o social network per incontri.

I predatori cercheranno quasi sempre di instaurare una sorta di legame pseudo affettivo con la vittima, al fine di ottenerne la fiducia ed un maggior numero di informazioni.

Chi è più a rischio?

Tutti i minori con poco controllo da parte della famiglia circa le proprie attività online, difatti le vittime ideali sono quelle che passano il maggior numero di tempo sulla rete. Il rischio è direttamente proporzionale alle ore passate a “chattare”.

Come contrastare questi pericoli?

Il controllo è l’arma più efficace che un genitore possa utilizzare, ed oggi anche quelli meno “tecnologici” devono impegnarsi a conoscere i principali social network ed il loro funzionamento.

Il passo fondamentale è quello di educare i propri figli a tutelare la propria privacy, insegnandoli a non postare foto personali o a dare informazioni circa le proprie routine all’interno dei propri post e questo vale sia per i minori ma anche per i genitori, le cui foto dei figli sui social potrebbero venire “collezionate” da qualche malintenzionato.

Qualora non fosse possibile evitare la presenza online del minore sui social, perlomeno verificare le impostazioni di privacy dei profili e renderli privati sarebbe un grosso step in avanti, così come fissare dei limiti per l’utilizzo di tablet e cellulari, ma in ogni caso sarà sempre fondamentale gettare le basi di una vera e propria cultura della sicurezza. Solo in questo modo i vostri figli saranno davvero più sicuri, in quanto i pericoli non si possono sempre evitare, ma vanno saputi prevedere ed affrontare in caso di necessità.

Infine un consiglio “operativo”:

Un minore non gradirà mai la presenza “virtuale” di un genitore in un social network, ed in diversi casi, se obbligato ad aggiungere madre e padre fra i propri follower, potrebbe creare un nuovo profilo a loro insaputa, magari utilizzando un nickname o storpiando il proprio nome. Si tratta di profili nei quali i ragazzi possono pubblicare di tutto senza freni, vincoli ma soprattutto senza destare sospetti di alcun tipo.

In questi casi suggerisco di procedere creando un profilo/pagina avente come oggetto tematiche di gradimento a vostro figlio, ad esempio una pagina che tratti di argomenti sportivi. In questo modo potrete vedere un po’ più da vicino la natura e le dinamiche “pubbliche” delle interazioni virtuali dei vostri figli, riuscendo così ad intervenire preventivamente in caso di necessità.

Per domande e consigli di natura investigativa e/o di sicurezza, scrivetemi e vi risponderò direttamente su questa rubricad.castro@vigilargroup.com

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