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Detective Stories: tecnologie investigative dal cinema alla realtà

Microspie, gadget di ogni tipo ed intelligenza artificiale. Nel passato il cinema ha mostrato diverse tipologie di tecnologie “futuristiche” successivamente divenute realtà e che hanno rivoluzionato l’ambito investigativo. Queste soluzioni, un tempo solo sognate ed impensabili, oggi sono alla portata di tutti o quasi.

Come non pensare ai film di James Bond, dove negli anni si sono susseguite telecamere nascoste in oggetti di vario tipo, valigie protette da lettori di impronte digitali, orologi con walkie talkie incorporati e sistemi di localizzazione personali per l’assistenza da remoto in caso di malore.

Oggi esistono soluzioni per l’assistenza da remoto in ambiti più o meno evoluti e per tutte le tasche, ma non per forza bisogna spendere cifre impegnative, del resto nella maggior parte dei casi basta chiedere aiuto a Google o Siri e si avrà una soluzione preliminare alla portata di tutti.

In maniera molto più banale, senza dover sognare l’ultimo modello di orologio usato dall’agente 007 con microcamera e laser incorporato, basta scaricare alcune applicazioni sul proprio cellulare per trasformarlo in un evoluto strumento di spionaggio.

Come?

Ad esempio utilizzando le applicazioni per la registrazione dei rumori notturni e le parole che si dicono durante il sonno, tipo baby monitor… lavorano in background e si attivano solo quando sentono un rumore. Basta avviarla e “dimenticarsi” il cellulare su qualche mobiletto, ed è così che a volte ci vengono sottratte informazioni confidenziali da incontri riservati e senza l’utilizzo di evolute microspie in stile KGB.

Nel 1982, Il film Blade Runner mostrava l’utilizzo di un test chiamato Voight-Kampff, per capire se la persona sottoposta al test fosse un replicante oppure no. Per farlo, un soggetto veniva sottoposto ad una serie di domande ed un esperto gli monitorava battito cardiaco, movimento degli occhi e respirazione.

In maniera simile Il Prof. Sartori, del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, ha brevettato un test scientifico molto simile chiamato macchina della memoria, grazie al quale si è in grado di comprendere se una persona stia dicendo o meno la verità. Per farlo ci si basa sul calcolo dei tempi di reazione durante le risposte. Il test si presta meno agli show di investigatori privati che amano apparire in TV nei talk show, ma ha un tasso di affidabilità altissimo di gran lunga superiore al poligrafo.

Questo tipo di soluzione è anche in grado di stabilire se una persona sia potenzialmente in grado di compiere determinati tipi di reati. Sembra incredibile, eppure la direzione che la scienza sta prendendo è quella del “pre-crimine”. Ricordate il film Minority Report nel quale una unità speciale era in gradi di determinare se e come un determinato soggetto avrebbe compiuto un omicidio? Non siamo affatto lontani.

Nel 1984 Il film Beverly Hills Cop, utilizzava una tecnologia frutto di fantasia chiamata “satellite tracking system” per seguire gli spostamenti delle autovetture. Quella tecnologia, allora inesistente, divenne operativa dal 1995, ben 11 anni dopo il film.

Oggi i dispositivi GPS sono di uso comune ed in alcune varianti vengono utilizzati da molte agenzie investigative. Difatti, in supporto ai servizi di surveillance, le agenzie investigative utilizzano dei dispositivi GPS che consentono di monitorare gli spostamenti dei veicoli utilizzati dai target.

Quella del “pedinamento elettronico”, è stata una materia oggetto di numerose discussioni:

il DM n.269/2010 definisce l’attività di indagine in ambito privato come quella attività volta alla ricerca e alla individuazione di informazioni richieste dal privato cittadino, anche per la tutela di un diritto in sede giudiziaria, e che possono riguardare, tra l’altro, gli ambiti familiari, matrimoniali, patrimoniali e ricerca di persone scomparse. (art. 5 comma 1, lett. aI).

L’ultimo comma dell’articolo ha specificato espressamente ed autorizzato le singole attività dell’investigatore privato di osservazione statica (c.d. appostamento) e controllo dinamico (c.d. pedinamento) anche a mezzo di strumenti elettronici e tra questi è logico rientrino i sistemi GPS. Grazie anche a numerose sentenze della Corte di Cassazione, l’uso dei tracker gps è stato riconosciuto come lecito, tuttavia va ricordato che il loro utilizzo deve essere circoscritto a determinate e particolari situazioni, senza mai arrivare a ledere la libertà personale del target, né tanto meno avere la pretesa di sostituirsi al lavoro tradizionale dell’Investigatore Privato.

Oggi grazie alla tecnologia possiamo contare su numerose soluzioni utili il cui acquisto è più o meno alla portata di tutti, ma il loro utilizzo deve sempre tener conto della tutela degli aspetti di privacy, per questo motivo, in caso di necessità, sarebbe sempre opportuno rivolgersi ad agenzie investigative autorizzate e a professionisti del settore a conoscenza di tutti gli aspetti normativi, evitando quindi di finire nei pasticci per essersi improvvisati detective.

Per domande e consigli di natura investigativa e/o di sicurezza, scrivetemi e vi risponderò direttamente su questa rubrica: d.castro@vigilargroup.com

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