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In attesa di Giustizia: ad Asti niente brindisi per la giustizia

Era già capitata la stessa cosa o qualcosa di molto simile in varie occasioni venute di cui si è venuti a conoscenza, a me personalmente ben due volte a Milano, ma al peggio non c’è mai fine ed una giustizia (con la g rigorosamente minuscola) approssimativa, indignante, si potrebbe definire tranquillamente volgare ha dato nuovamente prova di sé pochi giorni fa ad Asti.

Qualcuno l’ha definita gaffe del Tribunale e sembra che questo termine vada per la maggiore ultimamente anche quando è decisamente inappropriato per difetto e in questo caso l’accaduto va ben oltre, come conseguenze, gli strafalcioni in diritto penale del Ministro Bonafede di cui la rubrica si è interessata la settimana scorsa.

Orbene, il fatto riguarda un delicato processo per violenza sessuale su un minore, in corso di celebrazione ad Asti, con due imputati; terminata l’istruttoria dibattimentale si è passa alla discussione: dapprima il Pubblico Ministero, subito dopo la parte civile e uno dei difensori con rinvio a successiva udienza per la discussione del difensore del secondo imputato e la decisione. E proprio all’”ultimo atto”, la settimana scorsa, si ha un esito imprevedibile: il Tribunale entra in aula e, invece che sedersi e dare la parola alla difesa, resta in piedi ed il Presidente legge il dispositivo di una sentenza di condanna ad undici anni di reclusione. Il tutto nello sgomento di tutti i presenti, primo tra tutti l’avvocato che avrebbe ancora dovuto sostenere le ragioni del proprio affidato e che energicamente insorge.

A questo punto la triste commedia degli equivoci giudiziari assume contorni ancora più inquietanti: il Presidente, come se nulla fosse, straccia fisicamente il foglio con la decisione e fa rientrare il Tribunale in camera di consiglio per poi uscirne segnalando l’intenzione di astenersi, cioè a dire in parole povere, a ritirarsi in buon ordine lasciando spazio per riprendere il processo a tre nuovi giudici senza pregiudizi (o, almeno, si spera).

Tutto sospeso, per ora, il Primo Presidente del Tribunale di Asti sta raccogliendo gli elementi fattuali per raggiungere delle determinazioni: aiutiamolo anche se non è difficile capire il da farsi, ma è Natale e siamo tutti più buoni. Poi, chi vivrà vedrà.

Per cominciare si dovrebbero trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica perché stracciando fisicamente il foglio con il dispositivo è stato commesso un reato di falso per soppressione, poi anche i verbali dell’udienza (o, meglio, della farsa) alla Procura Generale della Cassazione perché faccia aprire un fascicolo al C.S.M. nei confronti di tutti e tre i componenti del Collegio con l’auspicio che qualcosa avvenga, magari che vengano spediti celermente altrove: a Lanusei, per esempio (è un Tribunale con gravi carenze di organico), ma ad ammortare cambiali andate smarrite invece che decidere della vita e della libertà dei cittadini.

In attesa di Giustizia…il nome dato a questa rubrica esprime sempre ogni giorno di più quella che resta una speranza dispersa tra inerzie ed approssimazioni legislative, scarsità di risorse, pulsioni forcaiole, mancanza di buon senso e frequente disprezzo per la funzione difensiva.

Buon Natale a tutti Voi e, i più fervidi auguri, se potete se proprio dovesse capitare, di non finire mai sotto processo ad Asti, fosse solo per un banale abuso edilizio. Almeno finché quei tre caballeros non saranno destinati all’ammortamento di cambiali o – meglio ancora – a qualche esercizio spirituale dedicandosi più proficuamente all’agricoltura.

 

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