
In attesa di Giustizia: la terra dei miracoli
Italia terra dei miracoli: sarà per la presenza dell’enclave dello Stato Città del Vaticano, o forse perché – come sta scolpito all’EUR – il nostro è un popolo di Santi oltre che di poeti, navigatori, artisti, pensatori, scienziati, trasmigratori ed eroi (e, forse, non a caso non sono citati i giuristi…).
Fatto sta che dal Colle di Cadibona ai Sette della Città Eterna è un susseguirsi di miracoli: nella sola Genova, addirittura se ne sono verificati ben due! Accade che un fascicolo – secretato ed a carico una volta di più di Giovanni Toti – chiuso nella cassaforte del Procuratore Capo, Nicola Piacente, avendo la meglio sul principio fisico della impenetrabilità dei corpi solidi, approdi nella redazione di un quotidiano dando il via immediato allo sputtanamento a palle incatenate a mezzo stampa.
Il secondo miracolo è che il Dott. Piacente, come peraltro impone la legge ma tutti abitualmente se ne infischiano, ha aperto un’indagine su questa fuga di notizie: ovviamente si tratterà di un fascicolo al momento senza indagati anche perché essendo proprio Piacente il custode di quel fascicolo non ancora assegnato ad alcuno sostituto, dovrebbe paradossalmente cominciare ad iscrivere se stesso nel registro delle notizie di reato…ma tre miracoli di fila sarebbero troppi.
A latitudini più basse, nei ministeri piuttosto che alla Commissione Affari Costituzionali, con un percorso di selezione delle professionalità che non può definirsi altro che miracoloso accade che la redazione di testi normativi venga affidata a soggetti che il diritto, soprattutto quello costituzionale, l’hanno imparato frequentando corsi di studio serali…al buio.
Per farne un paio di esempi e fermandosi agli ultimissimi ecco delle autentiche chicche che anche un lettore non tecnico potrà comprendere senza troppo arrovellarsi: nel tanto decantato decreto sicurezza – a tacer d’altro – si rinviene la previsione che la pena sia aumentata per qualsiasi reato commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di una stazione ferroviaria o della metropolitana e cosa significherà mai immediate vicinanze? Nel bar di fronte alla stazione, a 50, 100, 200 metri, al parcheggio dei taxi anche se più distante? Chi deciderà a quale parametro dovrà allinearsi? Il tutto con violazione e buona pace del principio di tassatività della legge penale previsto dalla Costituzione…e – poi – perché solo nelle stazioni ferroviarie e non in quelle degli autobus o negli aeroporti o nelle biglietterie degli aliscafi al Molo Beverello che si propongono in un identico contesto? E tanti saluti anche alla parità di trattamento di fronte alla legge.
In una nobile competizione con il Ministero della Giustizia anche quello della Pubblica Istruzione ha pensato bene di mettere mano al codice penale suggerendo che sia possibile l’arresto obbligatorio in flagranza per chi abbia cagionato anche solo lesioni lievi al personale docente. Con tutto il rispetto per gli insegnanti vittime di violenze e bullismo ci si sta dimenticando un piccolo dettaglio: che il codice penale per le lesioni lievi prevede che si proceda a querela di parte e cioè a dire che la persona offesa ha tre mesi di tempo per decidere se chiedere la punizione del colpevole oppure no e non si può certo arrestare qualcuno che potrebbe non essere neppure mai querelato…tranne che, per risolvere il problema, non si voglia ardire sino al punto di facultare i bidelli a ricevere querela orale nella immediatezza dei fatti, e munirli di poteri di arresto quali ausiliari facenti funzioni di Carabinieri e Polizia e magari dotandoli di manette e taser, già che ci siamo e potrebbe non essere fantadiritto.