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In attesa di Giustizia: prodigi della tecnologia

Il dado è tratto: dopo quasi un anno di affanni per cercare di conciliare esigenze di contenimento della epidemia con le funzioni essenziali del settore della giustizia evitando assembramenti negli uffici e dopo anni di precedenti tentativi (al netto del Covid) di ottenere la informatizzazione dei servizi di cancelleria, finalmente sono stati ideati dei “portali” di accesso per il deposito e la richiesta di atti, sistemi per la trasmissione telematica di copie e per il pagamento dei diritti di cancelleria.

Peccato che un buon funzionamento di cotanto apparato tecnologico sia, quantomeno, opinabile oltre che di tale complessità da rendere necessaria la pubblicazione in rete di veri e propri volumi di istruzioni; il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano ha persino realizzato un tutorial su You Tube…

Sono questi gli ultimi frutti del diuturno impegno a partorire idiozie del peggior ministro della storia della umanità, con il contributo dei collaboratori che ha portato con sé e dei fornitori di servizi di cui si è avvalso: parliamo ovviamente di Fofò Bonafede e dei burocrati – tra i quali non pochi magistrati fuori ruolo – che da via Arenula hanno dispensato a lungo scelte dissennate cui solo la comicità ne attutisce la tragedia.

Difficoltà di accesso ai portali di deposito atti vengono segnalate da più parti non solo per errori causati dalla complessa modalità di accesso da parte degli utenti ma anche per disfunzioni del sistema e la stessa chiarezza della normativa di riferimento è revocabile in dubbio.

Si è arrivati al segno di rendere necessarie circolari esplicative e con regole protocollari in deroga da parte di Capi degli Uffici: per esempio a Roma.

In quella Procura è stato stabilito che fino a nuova disposizione, verranno accettati “fisicamente” da segretari e cancellieri – e in deroga, appunto, alla normativa in vigore – atti in scadenza nelle quarantotto ore successive dietro dichiarazione dettagliata da parte del depositante e sotto la sua responsabilità delle difficoltà incontrate nell’inserimento dell’atto nel Portale (comprensive di utenza da cui fu fatto l’accesso e orario dello stesso).

Il firmatario di tale provvedimento – vedremo poi chi è – precisa che a fronte di una siffatta accettazione “in deroga” l’Ufficio non eccepirà l’irregolarità del deposito, ma neppure garantisce che la regolarità sia condivisa in seguito da altri quali i giudici o differenti parti processuali e potrà essere soggetta a eccezioni e possibili decisioni in senso contrario nel corso del procedimento.

Tradotto per i lettori in italiano: se non siete riusciti a usare il portale, passate pure – con la complicata giustificazione – in cancelleria per i depositi, ma se qualcuno avrà in seguito da ridire e il deposito del vostro atto sarà invalidato sono…diciamo, fattacci vostri.

Firmato, ecco che ritorniamo sul punto, Il Procuratore della Repubblica Michele Prestipino Giarritta: ma, in realtà a che titolo? Costui è uno dei coinvolti nell’affaire Palamara, un apicale la cui nomina è stata annullata dal TAR perché illegale in quanto non aveva i titoli per ottenere la posizione e si dovrà pazientare sino ad una decisione del Consiglio di Stato e poi ad una nuova delibera del C.S.M per sapere chi comanda in quella Procura che, non a caso, è nota come “Il Porto delle Nebbie”.

In attesa di Giustizia, viva l’Italia.

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