
Buona settimana a tutti voi da Consuelo Pinto della sezione tarantina del Gruppo Toghe & Teglie: noi avvocati, sarà perché viviamo di trasgressioni di legge reali o presunte, usiamo dire che le norme sono fatte per essere violate…e così ho pensato di violare il capitolato di una specialità d’oltre Scilla e Cariddi, la pasta alla norma! Non me ne vorranno gli amici siciliani ed in particolare Carmelo Passanisi che nel nostro gruppo è l’ayatollah della pasta alla norma ma vi assicuro che trasgredire in questo caso può dare soddisfazione.
Cominciamo dalla pasta…perché non ho usato la pasta, bensì preparato degli gnocchi, rigorosamente fatti in casa: volete usare quelli del supermercato? Fate pure ma il risultato non è lo stesso e, credetemi, non ci vuole molto a preparare una fontana di farina, aggiungere acqua, impastare, trarne dei rotolini da tagliuzzare e dare la forma con una forchetta, infarinarli di nuovo e lasciarli in attesa della bollitura mentre preparate il sugo.
Ecco, il sugo, gli ingredienti sono analoghi a quelli della Norma…ed una avvertenza su tutte: le melanzane devono essere rigorosamente fritte e strafritte, fatte asciugare su carta da cucina prima dell’impiego finale ma è vietatissimo farle al forno, bollirle significa rischiare il carcere.
Dopo aver fritto le melanzane, tagliatele a tocchetti e mettetele in una padella dove ci saranno già dei pomodorini “smezzati” a soffriggere a loro volta in olio evo con aggiunta di un poco di bicarbonato per togliere l’acidità. Lasciate andare a fuoco moderato regolando di sale fino a sfaldatura dei pomodorini per creare anche una base di sughetto.
Nel frattempo avrete messo a bollire l’acqua ed appena giunta a temperatura buttate gli gnocchi e scolateli al volo non appena emergeranno per tuffarli nella padella con il condimento; volendo si possono cuocere direttamente nel sugo aggiungendo poca acqua e diluendo gradualmente se necessario fino a preparazione ultimata: un po’ come si fa quando si risotta la pasta.
A questo punto la ricetta originale prevederebbe l’impiattamento con una generosa grattugiata di ricotta sragionata oppure un parmigiano stagionato 36 mesi ma nella versione “tarantina” ho impiegato un prodotto tipico locale, come si vede dalla foto: una deliziosa stracciatella di latte vaccino. Il sapore sarà più delicato ma non vi deluderà.
A presto!