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  • L’aria pulita ha un prezzo insostenibile: il lockdown

    Il lockdown, per via dell’emergenza sanitaria da coronavirus, ha spinto l’Italia verso la
    decarbonizzazione. Da aprile a giugno sono calati i consumi di energia e crollate le emissioni di Co2, con un’esplosione delle rinnovabili, arrivate a maggio a un record storico. È questa la fotografia che un’analisi dell’Enea sul secondo trimestre 2020 (comparata rispetto allo stesso periodo del 2019) ha scattato al sistema energetico italiano.

    Nel secondo trimestre – viene spiegato – c’è stato un calo del 22% dei consumi di energia e del 26% delle emissioni di CO2. Con un picco negativo che è stato raggiunto ad aprile, con un
    meno 30% in coincidenza della fase più restrittiva del lockdown. Su base semestrale la riduzione è stata del 14% rispetto alla prima metà del 2019. A questo bisogna aggiungere che “il forte calo dei consumi di energia elettrica (meno 13%) ha accresciuto il ‘peso’ delle fonti rinnovabili: nel mese di maggio hanno soddisfatto oltre il 50% della domanda di elettricità (20% da eolico e solare),
    raggiungendo un nuovo massimo storico”. “I cali di consumi e di emissioni sono senza precedenti –
    spiega Francesco Gracceva, il ricercatore dell’Enea che ha curato l’analisi – e anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda parte dell’anno, a fine 2020 la flessione sarà probabilmente superiore al record negativo del 2009, meno 6% dei consumi di energia. Le emissioni sono diminuite più dei consumi di energia – continua – in quanto si è ridotto principalmente il ricorso alle fonti fossili con maggiore intensità carbonica, come carbone e petrolio”. Nel secondo trimestre, infatti, “la domanda di petrolio è diminuita del 30%, quella di gas naturale del 18% e le importazioni di energia elettrica sono crollate del 70% a fronte di un aumento del 7% delle fonti rinnovabili”. Ma “le stime preliminari evidenziano consumi di energia in ripresa a luglio rispetto ai mesi precedenti, anche se restano molto inferiori rispetto ai livelli allo stesso mese del 2019”. Il crollo delle emissioni di Co2 ha determinato un forte miglioramento del 30% per la componente ‘decarbonizzazione’ nell’indice Ispred, elaborato da per monitorare la transizione del sistema energetico sulla base dell’andamento dei prezzi, della sicurezza e del livello di emissioni. “Tuttavia – spiega Gracceva – è plausibile che in uno scenario di ritorno dell’attività economica sui livelli pre-crisi, la traiettoria delle emissioni torni a discostarsi dagli obiettivi al 2030, se si confermasse il trend degli ultimi anni di modesto disaccoppiamento tra andamento dell’economia e consumi di energia”.

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