Biologico

  • Presentazione del progetto COMBI MAIS 10.0.

    Si svolgerà martedì 4 aprile, alle ore 10,30, presso l’Associazione Granaria di Milano (Via Cesare Lombroso, 54), la conferenza stampa di presentazione del progetto COMBI MAIS 10.0. Organizzata da INNOVAGRI e Società Agricola FOLLI di Mario e Andrea VIGO, vedrà la presenza, in qualità di relatori, di Mario Vigo, A. Reyneri, L. Bertolani, E. Di Tullio.

  • Agricoltura: premi dell’UE per la produzione biologica

    La Commissione europea, il Comitato economico e sociale europeo (CESE), il Comitato delle regioni (CdR), il COPA-COGECA e l’IFOAM Organics Europe hanno presentato i primi premi dell’UE per la produzione biologica. I premi, che andranno a riconoscimento dell’eccellenza lungo la catena del valore biologico, verranno attribuiti agli attori migliori e più innovativi nella produzione biologica dell’UE. Sarà possibile candidarsi dal 25 marzo all’8 giugno 2022.

    Janusz Wojciechowski, Commissario per l’Agricoltura, ha dichiarato: “Sono orgoglioso di vedere che i premi dell’UE per la produzione biologica sono diventati realtà. Abbiamo lavorato duramente per far sì che i premi facessero seguito all’istituzione della giornata dell’UE per la produzione biologica, che dall’anno scorso si celebra ogni 23 settembre. La produzione biologica svolge e svolgerà un ruolo chiave nella transizione a sistemi alimentari sostenibili e non possiamo raggiungere questo obiettivo senza i vari attori della filiera biologica. Questi premi rappresentano una grande opportunità per celebrarli, promuovendo nel contempo esempi di buone pratiche in tutta l’UE. Incoraggio tutti gli attori del settore biologico a candidarsi“.

    I sette premi sono il primo esempio di premi per la produzione biologica a livello dell’UE e si inseriscono nel solco del piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica, adottato dalla Commissione il 25 marzo 2021.

    Fonte: Commissione europa

  • Prende forma la normativa sull’agricoltura biologica

    Manca l’ultimo miglio alla nascita dell’agricoltura biologica con marchio italiano grazie al testo che, dopo più di due anni di stallo, ha superato lo scoglio del Senato, ma non senza polemiche. A scaldare l’aula è stata l’equiparazione dell’agricoltura biologica a quella biodinamica, l’insieme di pratiche elaborate dal filosofo Rudolf Steiner basate sulla visione spirituale antroposofica del mondo. Una scelta su cui è intervenuta la senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha definito l’agricoltura biodinamica “una pratica esoterica e stregonesca” priva di basi scientifiche, facendo un parallelo con Stamina. Un ddl che “dimostra anche quanto la scienza sia ignorata in questo Paese”, rileva l’esperto di Biotecnologie Roberto Defez, del Cnr, sottolineando come riguardi solo 419 aziende italiane, che già oggi guadagnano 4 volte di piu’ delle aziende biologiche o tradizionali.

    “L’agricoltura biologica nasce dall’ agricoltura biodinamica e quindi la scelta di equipararle è assolutamente corretta e rappresenta una svolta anche a livello economico ed europeo”, dice il presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica, Carlo Triarico, nel ricordare che secondo il bio report del Mipaaf l’agricoltura biodinamica ha una resa ad ettaro pari a 13.309 euro rispetto alla media dell’agricoltura tradizionale nazionale di 3.207.

    Tra le novità per un comparto da 3,5 miliardi di euro è l’introduzione di un marchio per i prodotti bio ottenuti da materia prima italiana, la creazione di un fondo per lo sviluppo e una nuova attenzione alla formazione professionale. Ad accoglierle positivamente è il mondo agricolo. Un’opportunità per l’Italia, secondo il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni.

    “Si sblocca un disegno di legge molto atteso dai cittadini attenti a un cibo sano e prodotto nel rispetto dell’ambiente”, commenta FederBio. “Un riconoscimento importante per i tanti agricoltori impegnati in questo settore, fa sapere l”Aiab, mentre per Assobio “le aziende biologiche rappresentano il futuro”. Plaudono la Coldiretti, nel ricordare il record dei 3,3 miliardi di consumi bio, Cia-Agricoltori Italiani e Anabio, “l’Italia si avvicina al ruolo da protagonista nel settore grazie ai suoi 2 milioni di ettari coltivati” e Confagri “fatti importanti passi attesi da tempo, ma sono da migliorare alcuni aspetti per la concreta valorizzazione delle produzioni biologiche riconosciute nel prossimo passaggio, quando il testo torna alla Camera”.

  • Nessun uomo è un’isola

    Sulla costa a metà strada tra Catania e Siracusa, in una zona di campagna, ha preso forma e si sta sviluppando un interessante progetto di comunità rurale denominato “Il Giardino delle Bio-Diversità”. Qui, oltre a favorire e a coltivare la biodiversità vegetali con metodi di agricoltura biologica lavorano, collaborano o soggiornano anche per tempi brevi, persone di diverse origini, cultura, età e credo religioso.

    Ciao Roberto. Come nasce questo progetto?

    Nasce sicuramente dall’incontro tra una lunga storia di militanza politico/sociale con l’esigenza di molti giovani di cambiare radicalmente paradigma (in questo, l’emergenza COVID sta molto aiutando la nostra esperienza così come tante altre analoghe in giro in Europa e forse anche altrove). L’evento catalizzatore è stato l’intenso confronto con Dominique Marchais, il regista francese del film Nul homme est un’ile (Nessun uomo è un’isola – dove si parla anche della nostra esperienza). In sostanza, tempo fa avevo abbandonato dei terreni che avevo coltivato per diversi lustri in bio ad ortaggi in quanto mi avevano costruito proprio in mezzo un’autostrada. Confrontandomi con Dominique, che nei suoi lavori cinematografici tratta sempre del rapporto tra l’uomo e la natura, mi sono detto: “Ma no! Piuttosto che arretrare di fronte all’antropizzazione che avanza, piantiamo una foresta che si mangi l’autostrada! Attorno ad essa facciamo crescere piante alimentari in quantità e diversità e mettiamoci dentro a lavorare tanta altra diversità umana, culturale, religiosa, etc; e non a lavorare da dipendenti, ma tutte e tutti responsabili!”

    Attualmente con chi condividi questo progetto?

    Ci sono io, un vecchio agricoltore biologico dal 1982 e promotore di molte iniziative nel campo dell’economia solidale (tra cui il Consorzio Siciliano Le Galline Felici) in Sicilia, in Italia e negli ultimi anni anche su scala europea ed otto giovani e giovanissimi di diverse nazionalità.

    Moustafà, marocchino di trentasei anni (che lavora con me da sette) assieme alla sua compagna Naywal ed il loro piccolo neonato Ayub di tre mesi.

    Catherine, parigina di trentun anni, che vive con me da poco più di due che lavora per il sunnominato Consorzio. Ha fatto studi nel campo della cultura. Ha lasciato il suo impiego presso un’associazione di cinema indipendente di Parigi per stare con noi dopo aver visto il film di Dominique. Da allora non se n’è più andata.

    Giacomo, romano di ventinove anni con una brillantissima carriera di ricercatore universitario in matematica, pura e astratta, e con molte pubblicazioni alle spalle; ha lasciato l’università per venire a piantare qui banani ed avogados. Con lui e sua sorella, coordinatrice di ricerca negli stessi campi a Montpellier (Francia), abbiamo da poco costituito la società agricola “Il Giardino delle Bio-Diversità”.

    Anna, ventiquattrenne ligure; studi economico-sociali ed anni di volontariato. Tempo fa mi chiese di poter passare un periodo di tempo con noi e adesso è nostra dipendente.

    Malik, francese di origine algerina. Ventiquattro anni. Studi sociali. Era venuto a trovare Anna, conosciuta durante il volontariato nei Balcani. Oggi pianta e zappa con noi ed è anche lui un nostro dipendente.

    Fusako, giapponese. Trentasette anni. Ha vissuto quattordici anni in Spagna. È con noi da pochi mesi. Pensiamo e speriamo che non vada più via.

    A tutti questi ragazzi si sommano vari membri della comunità territoriale.

    Poi molte altre persone di tutte le nazionalità sono passate e passano da qua. Negli anni scorsi abbiamo provato ad inserire un gruppo di migranti africani, ma l’arrivo al governo di alcuni personaggi ha fatto fuggire tutti in altri Paesi europei.

    Quali sono le vostre attività?

    Innanzitutto facciamo agricoltura biologica su una scala grande, per noi piccoli: un centinaio di tonnellate di agrumi vari, una ventina di banani e spero anche presto una decina di avogados (abbiamo diversi nuovi impianti), mentre su una scala molto più piccola, produciamo olio extravergine d’oliva, uova, una vasta gamma di ortaggi e un po’ di frumento. Al contempo stiamo anche costruendo una piccola comunità locale con altri soggetti attivi sul territorio (nel raggio di 4/5 km) per dimostrare che “insieme è molto, ma molto meglio!”.

    Ci sosteniamo frequentemente in varie attività ed organizziamo settimanalmente “pranzi e cene di territorio”. Ci prendiamo cura anche dell’ambiente tenendo pulite dalla monnezza le strade di accesso e pulendo le coste prospicienti. Ricicliamo in modo artistico, quando possibile, alcune delle cose che vengono buttate dalla gente. In questo modo cerchiamo di dare una risposta concreta ad alcuni dei moltissimi giovani che stanno lasciando (o meditano di lasciare) la vita urbana ormai ritenuta da molti poco appagante. Giovani che ci chiedono lumi e appoggio (impossibile per tutte/i) e, per questo, stiamo pensando di costituire una cooperativa di servizi che possa da un lato impiegare giovani, anche migranti, e dall’altra facilitare l’esecuzione dei lavori agricoli ad alcuni dei piccoli e piccolissimi agricoltori. Sperimentiamo, inoltre, tecniche innovative, sia in campo agricolo, che in quello energetico. Cerchiamo di produrre e distribuire cultura, organizzando con discreta frequenza delle “cine-cene”, feste, incontri, etc.

    Stiamo anche progettando di acquistare un casolare di proprietà di un mio fraterno amico allevatore, ormai vecchio e stanco, per realizzarvi un “condominio solidale”, un centro culturale ed una mensa aperta al territorio e rifornita principalmente dai nostri prodotti. E, caro Karl, abbiamo in mente tante e tante altre cose.

    Quali obiettivi a breve, medio e lungo termine?

    A breve: consolidare le posizioni lavorative, creando altra economia reale (lo stiamo facendo, impiantando altri alberi e banani)

    A medio: realizzare il già citato condominio solidale /centro culturale /mensa territoriale.

    A lungo periodo: essere ancor di più un esempio concreto per molti giovani per fare quel famoso passo e riuscire a produrre più intensamente eventi e cultura.

    Roberto, cosa avresti piacere di dire ai nostri lettori più o meno giovani?

    Il mondo scivola sempre più sulla china dell’autodistruzione. A parte le scelte dei potenti (che continuano a propinarci le stesse ricette consumiste e devastanti il pianeta) c’è molto che potremmo fare personalmente; ma siamo accecati da una smisurata fame di falsi bisogni, scientificamente creata attraverso tutti gli strumenti “culturali” a disposizione del potere economico, compresa l’induzione all’individualismo più sfrenato. Tuttavia, se rivalutiamo intimamente e praticamente, il senso di comunità, che è stata per millenni la condizione principale per la sopravvivenza della specie umana (perché anche se sei Rambo, il Mammoth da solo non lo prendi e col piffero che tieni acceso il fuoco, da solo, per tutta la notte, tutte le notti!), potremmo accorgerci che abbiamo veramente bisogno di poco e che ciò di cui abbiamo bisogno ci può arrivare, e facilmente ci arriva, dalla comunità stessa, alla quale ricambiare con la stessa “moneta”. In questo modo la vita diventa più facile e bella, abbiamo bisogno di molto meno lavoro (noi, al momento, lavoriamo parecchio, se necessario!), possiamo occuparci dei nostri figli (e sottolineo nostri, in senso comunitario; già lo facciamo con Ayub, il figlio di Moustafà), senza bisogno di infasciarli la mattina presto e lasciarli alla nonna o all’asilo per andare a vendere il nostro tempo in cambio di quattro soldi; possiamo godere di un cibo di altissima qualità intrinseca (da noi si mangia benissimo!) e sempre molto vario; possiamo godere della socialità stessa di una comunità che si sostiene reciprocamente, e fare feste e ballare spesso! Ma, si badi bene! Non sto parlando di una comunità rinchiusa al suo interno, bensì costantemente aperta a cercare di svolgere una semplicissima azione pedagogica, ovvero, “vi dimostriamo con tutti i nostri atti, che insieme è molto, ma molto meglio!”.

    Perché noi tutto questo lo facciamo quotidianamente o, quanto meno, cerchiamo di farlo, umani come siamo, vittime di qualche secolo di cultura che ci ha indotto a pensarci ben diversamente.

     

  • Il cibo di qualità torna protagonista a Milano

    Milano torna la capitale del cibo per il secondo anno consecutivo. La seconda edizione di Milano Food City, in programma dal 7 al 13 maggio, si rinnova con un calendario di oltre 400 eventi tra centro e periferie della città.

    Promossa dal Comune di Milano, la manifestazione ha avuto lo scorso anno la sua edizione zero, nata dopo l’esperienza di Expo 2015, con l’obiettivo di trasformare Milano in un punto di riferimento nazionale e internazionale sul tema della nutrizione e della sostenibilità in ambito agroalimentare.

    Sono sette le parole chiave che contraddistinguono l’edizione 2018: gusto, incontro, energia, diversità, nutrizione, risorsa e gioco. Ad animare le piazze, i palazzi, i ristoranti, i locali e i parchi cittadini ci saranno laboratori, dibatti, spettacoli, performance, itinerari tematici e laboratori aperti ad adulti e bambini. Il punto di riferimento alla manifestazione sarà quest’anno la Stazione Centrale di Milano, che ospiterà un’installazione dedicata, dove reperire tutte le informazioni utili per orientarsi tra i tanti appuntamenti della Milano Food City.

    Sicuramente c’è il desiderio di confermare il ruolo chiave di Milano nella distribuzione equa e virtuosa del cibo. In quest’ottica si propone la grande iniziativa solidale #piusiamopiudoniamo, che ha preso il via il 7 maggio alle ore 18.00 in piazza XXV Aprile. Presente già lo scorso anno, questa iniziativa aveva permesso di raccogliere ben 7 tonnellate di alimenti (offerti dalle aziende coinvolte) a favore di Banco Alimentare, Caritas Ambrosiana e Pane Quotidiano in rappresentanza di tutte le organizzazioni che in città si fanno carico della raccolta e distribuzione di cibo.

    La food week milanese ospiterà anche la prima tappa della Festa del Bio 2018: un evento promosso da FederBio, per informare i consumatori sulla reale differenza tra un prodotto biologico certificato e un prodotto tradizionale; questo per promuoverne il consumo di alimenti che rispettino l’ambiente e le biodiversità.

    Tantissimi gli eventi dedicati anche alle famiglie e alle scuole, che in piazza Castello troveranno ad attenderli il “Farmers market” di Campagna Amica, dove incontrare gli chef e addetti che li aiuteranno a scoprire il meglio della produzione agroalimentare made in Italy. Sempre in piazza Castello ci saranno anche i Latte Days, con attività ludico-informative e degustazioni guidate a cura di produttori locali, per sensibilizzare grandi e bambini sul consumo del latte e dei suoi derivati in Italia.

    Vi saranno anche iniziative educative a cura di Fondazione Umberto Veronesi, che promuove attività ludiche, laboratori e incontri finalizzati alla prevenzione e alla corretta divulgazione scientifica. Per tutta la settimana sarà possibile visitare la mostra Io vivo sano, alimentazione e dna, allestita a Palazzo Giureconsulti, che permetterà di comprendere la relazione tra ciò che mangiamo e il nostro dna.

    Saranno tantissimi anche gli eventi all’insegna della convivialità promossi da Milano Food City. Per cominciare al meglio il tour di Milano Food City l’ideale è partire da Palazzo Bovara, in corso Venezia 51, dove a dare il buongiorno saranno le colazioni dei maestri del caffè con Coffee & the City, per proseguire con aperitivi e showcoooking di Gusto&Socialità.

    Per tutta la settimana i Giardini Indro Montanelli ospiteranno il villaggio “Lo street food made in Italy”: una sorta di viaggio gastronomico, attraverso il cibo di strada d’eccellenza, raccontato dai suoi protagonisti. Sempre il cibo di strada sarà protagonista in piazza XXV Aprile dell’iniziativa Food&Joy, con tante ricette da provare e scoprire.

    Chi ama gli aperitivi gourmet potrà sicuramente apprezzare Sky&Jazz: una serie di happy hour accompagnati da musica ricercata, organizzati nelle più belle terrazze milanesi.

    Un calendario molto fitto, una settimana da vivere nel segno del buon cibo e di una sempre maggiore consapevolezza su un tema così fondamentale per noi tutti.

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