Le dichiarazioni di Casaleggio sorprendono solo chi non ha seguito la nascita, lo sviluppo, la cronaca quotidiana dei 5Stelle e della Casaleggio senior e junior.
I molti commenti, più o meno puntuali, hanno già detto molto, a me resta solo il compito, molto arduo, di ridare, con qualche ricordo, memoria agli italiani. Memoria di tempi nei quali sicuramente la politica, o meglio i politici, hanno fatto molti errori, dal consumo del suolo alle operazioni poco trasparenti in tema di mafia o di tangenti, ma anche nei quali molti, semplici ed onesti, anche in politica, hanno costruito e difeso la democrazia dal dopoguerra a poco tempo fa.
Non è un amarcord ma ci fu un tempo nel quale si faceva politica nelle piazze e nelle strade, comizi importanti o con cinque amici, palchi di fortuna e megafoni, pomodori o sampietrini, urla e scaramucce qualche volta pesanti ma davanti alla gente, alle persone in carne od ossa che potevano condividere o contestare, ma avevano la possibilità, il diritto di misurarti, capire chi eri, giudicare quello che dicevi e come lo dicevi. Era il tempo delle tribune politiche dove giornalisti preparati e qualche volta irriducibili, nel voler scavare a fondo e trovare le contraddizioni, mettevano sulla graticola il leader di turno, da Berlinguer ad Almirante. Tribune politiche dopo le quali ripartivano i dibattiti in famiglia e nei bar, dibattiti su cose concrete dette, non su slogan elettorali o su Twitter. Erano i tempi delle preferenze che davano ad ogni elettore la possibilità di scegliere chi doveva rappresentarlo e ad ogni candidato la possibilità di farsi conoscere e magari di essere eletto.
Fu certamente valida la riforma che tolse i numeri di lista e la multipla preferenza per impedire eventuali brogli ma fu invece perniciosa, per la democrazia e la libertà, la legge che, con la lista precostituita dai capi partito, tolse ogni diritto agli elettori e diede vita a parlamentari che rispondevano solo ai loro capi, per avere la speranza di essere nuovamente rieletti, infischiandosene tranquillamente del territorio che avrebbero dovuto rappresentare e della nazione che avrebbero dovuto servire al meglio.
Berlusconi diede il primo colpo, con il suo governo, alla rappresentanza diretta del popolo che secondo la nostra Costituzione dovrebbe essere sovrano e tutti i governi che sono seguiti hanno continuato sulla stessa strada peggiorando le legge elettorale di volta in volta. Così siamo arrivati a quest’ultima legge e a questo governo, che ovviamente di migliorare il sistema, per ridare ai cittadini quei diritti che avevano e che a loro spetterebbero, non parlano proprio mentre invece arrivano le dichiarazioni di Casaleggio.
A buon intenditor poche parole.