Commissione

  • All’Italia 27 milioni di cofinanziamento per 294 focolai di influenza aviaria

    L’’Italia sarà indennizzata dalla Commissione Europea per i danni economici causati da 294 focolai di influenza aviaria  con uno stanziamento di 27,2 milioni di euro che aiuteranno a risarcire gli allevatori italiani che ne sono stati colpiti. Come riporta AnmviOggi, il dato è riferito ai focolai confermati tra la fine di ottobre e il 31 dicembre 2021 e notificati dall’Italia nello stesso periodo alla Commissione Europea.

    La copertura del 50% della spesa sostenuta dall’Italia supporterà il mercato delle uova e delle carni di pollame delle aree soggette a restrizioni di movimentazione a causa dei focolai. Le specie interessate dalle restrizioni sono polli, galline ovaiole, tacchini, anatre e faraone.

    Il co-finanziamento è stato riconosciuto all’Italia il 30 marzo scorso, per avere adottato “immediatamente ed efficacemente” tutte le necessarie misure sanitarie e veterinarie, comprese misure di controllo, monitoraggio e prevenzione. La Commissione ha deciso di riconoscerlo solo alle aziende situate nelle zone soggette a restrizioni fino al 31 dicembre 2021.
    Il regolamento attuativo entrerà in vigore nella seconda metà di aprile, dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE. I pagamenti saranno eseguito entro il 30 settembre prossimo.

  • Borse di studio post-dottorato Marie Skłodowska-Curie: oltre 260 milioni di € per singoli ricercatori

    La Commissione europea ha aperto un nuovo invito a candidarsi per le borse di studio post-dottorato delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA) 2023. Con una dotazione di 260,5 milioni di €, le borse stimoleranno il potenziale creativo e innovativo dei ricercatori in possesso di un dottorato che desiderino acquisire nuove competenze grazie a una formazione avanzata e a opportunità di mobilità internazionale, interdisciplinare e intersettoriale. L’invito consentirà inoltre a università prestigiose, centri di ricerca, organizzazioni pubbliche e private, e medie imprese in tutto il mondo di attrarre ricercatori di talento. L’invito scadrà il 13 settembre 2023 e dovrebbe finanziare oltre 1 200 progetti.

    Le borse di studio post-dottorato si articolano in due filoni: le borse europee sono rivolte a ricercatori di qualsiasi nazionalità che intendano realizzare un progetto personalizzato nell’UE o nei paesi associati a Orizzonte Europa, mentre le borse globali sono destinate a cittadini europei o soggiornanti di lungo periodo dell’UE che desiderino lavorare con organizzazioni al di fuori dei suddetti paesi prima di tornare nell’Unione.

  • Riconoscimento morale a Lampedusa

    Se non ricordo male… nell’anno 2005 e dintorni vi furono molte polemiche con l’Unione europea per i continui sbarchi a Lampedusa e per come, secondo certe forze politiche di sinistra, l’Italia non era sufficientemente attenta ai problemi dell’immigrazione. Anche l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva ricordato che c’era bisogno di più Europa e di un’Europa che parlasse con una voce sola, almeno per quanto riguardava – e continua a riguardare – il problema dell’immigrazione.

    Non torneremo su quanto abbiamo già detto innumerevoli volte, e cioè che sarebbe stato necessario allora ed è quanto mai necessario ora, da un lato rivedere il trattato di Dublino e dall’altro avere finalmente il coraggio di interventi specifici nei Paesi del Nord Africa nei quali i migranti sono spesso, in campi lager, vittime di abusi, soprusi e preda dei trafficanti di esseri umani.

    La recente crisi economica e politica in Tunisia, con decine e decine di migliaia di persone pronte a sfidare la morte per raggiungere l’Italia, così come l’annosa instabilità politica in Libia, dove anche i miliziani putiniani della Wagner hanno la loro parte di responsabilità, fanno ben comprendere come ogni giorno di più si dovranno affrontare salvataggi e contare le vittime di chi in mare non ha trovato il necessario soccorso.

    Certamente nelle ultime settimane la Commissione europea ha dimostrato maggiori aperture e più concreto interesse ad affrontare con l’Italia quei problemi dell’immigrazione che Paesi come Malta, la Grecia e la stessa Francia non possono o non vogliono condividere. Ma ora c’è bisogno di atti concreti immediati per i quali ancora non vediamo iniziative sufficienti: soltanto nelle ultime ore più di 1.500 migranti sono sbarcati a Lampedusa ed altri 1.500 sono su pescherecci o barchini in balia delle onde (l’Italia sta cercando di salvarli).

    Credo che, mentre attendiamo le soluzioni urgenti che occorrono, sia necessario anche che l’Europa dia un giusto riconoscimento morale a Lampedusa e a tutti gli altri punti di approdo che in questi mesi hanno affrontato l’arrivo di decine di sbarchi. Quella stessa Europa che in parte contestava Lampedusa oggi forse dovrebbe chiedere scusa per i deputati che allora la mettevano sotto accusa.

  • La Commissione propone norme sul trasferimento dei procedimenti penali tra Stati membri

    La Commissione europea ha adottato una proposta di regolamento sul trasferimento dei procedimenti penali tra Stati membri. L’aumento della criminalità transfrontaliera ha portato a un aumento dei casi in cui diversi Stati membri sono competenti a perseguire lo stesso reato. Azioni penali parallele o multiple possono non solo essere inefficienti e inefficaci, ma anche ledere i diritti delle persone interessate in quanto una persona non può essere perseguita o punita due volte per lo stesso reato.

    La proposta contribuirà pertanto a prevenire la duplicazione dei procedimenti e a evitare casi di impunità quando è rifiutata la consegna nel quadro del mandato d’arresto europeo. Contribuirà inoltre a garantire che il procedimento penale si svolga nello Stato membro più adatto, ad esempio quello in cui si è verificato prevalentemente il reato. Le norme comuni comprenderanno: un elenco di criteri comuni per il trasferimento di un procedimento, nonché i motivi per rifiutare il trasferimento; un termine per la decisione sul trasferimento di un procedimento; norme sulle spese di traduzione e sugli effetti del trasferimento di un procedimento; obblighi relativi ai diritti degli indagati e imputati e delle vittime; norme sull’uso del canale digitale transfrontaliero per la comunicazione tra autorità competenti.

    Al fine di migliorare l’efficienza della procedura di trasferimento, il regolamento proposto introduce una competenza giurisdizionale in casi specifici. Si prevede che esso ridurrà il livello di frammentazione, garantirà una maggiore certezza del diritto e, in ultima analisi, aumenterà il numero di procedimenti penali trasferiti con successo.

    Il regolamento proposto dovrà ora essere discusso e approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima di entrare in vigore.

    Poiché la proposta riguarda procedure transfrontaliere, per le quali sono necessarie norme uniformi, la Commissione presenta una proposta di regolamento, strumento direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri e obbligatorio in tutti i suoi elementi. Un regolamento assicura pertanto un’applicazione comune delle norme in tutta l’UE e la loro entrata in vigore contemporaneamente.

  • La Direzione Generale della Concorrenza della Commissione europea organizza un dibattito pubblico a Modena dal titolo “Markets for People: La concorrenza e le sue regole al servizio della società”

    Partirà da Modena il tour di “Markets for People: la concorrenza e le sue regole al servizio della società”, l’iniziativa lanciata dalla Direzione Generale per la Concorrenza della Commissione europea per approfondire e discutere l’impatto della politica di concorrenza sulla vita delle persone. L’appuntamento è per giovedì 20 aprile dalle 11 alle 12.30 al teatro della Fondazione San Carlo in via S. Carlo 5, Modena.

    Al confronto – moderato da Ubaldo Stecconi, esperto di comunicazione della Commissione europea – interverranno Anna Argentati, direttore direzione studi giuridici e analisi della legislazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Pier Luigi Bersani, politico e scrittore, Silvia Sciorilli Borrelli, giornalista del Financial Times, Sara De Simoni, dirigente alla Tetra Pak e il prof. Michele Polo, docente dell’Università Bocconi.

    L’incontro mira a sviluppare un confronto con la pubblica opinione sugli aspetti economici e sociali di mercati aperti, equi e regolati e sul loro impatto nella vita quotidiana dei cittadini. Il dibattito è aperto a tutti previa registrazione al link.

    L’iniziativa è organizzata in stretta collaborazione con l’Autorità Garante per il Mercato e la Concorrenza, le Rappresentanze della Commissione europea in Italia e il centro Europe Direct Modena unitamente agli altri centri della regione Emilia-Romagna.

    Per ulteriori informazioni si potrà contattare direttamente la Commissione europea scrivendo all’indirizzo email comp-mamawope@ec.europa.eu.

  • All’Italia 450 milioni di euro a sostegno della produzione di idrogeno rinnovabile

    La Commissione europea ha approvato un regime italiano da 450 milioni di euro a sostegno della produzione di idrogeno rinnovabile per promuovere la transizione verso un’economia a zero emissioni nette, in linea con il piano industriale del Green Deal. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato che la Commissione ha adottato il 9 marzo 2023 per sostenere misure in settori che sono fondamentali ai fini dell’accelerazione della transizione verde e la riduzione della dipendenza dai combustibili. Il nuovo quadro modifica e proroga in parte il quadro temporaneo di crisi adottato il 23 marzo 2022 per permettere agli Stati membri di sostenere l’economia sullo sfondo dell’attuale crisi geopolitica e già modificato il 20 luglio 2022 e il 28 ottobre 2022.

    Nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione l’Italia ha notificato alla Commissione un regime da 450 milioni di euro a sostegno degli investimenti nella produzione integrata di idrogeno rinnovabile e di energia elettrica rinnovabile in aree industriali dismesse al fine di promuovere la transizione a un’economia a zero emissioni nette.

    La misura, finanziata nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, sarà disponibile per le imprese di tutte le dimensioni attive in Italia, ad eccezione degli enti creditizi e degli altri istituti finanziari. I progetti saranno selezionati mediante procedura di gara aperta e competitiva.

    Il sostegno pubblico sarà erogato sotto forma di sovvenzioni dirette a copertura dei costi d’investimento; l’importo massimo di aiuto per progetto sarà di 20 milioni di euro.

  • Il Vicepresidente esecutivo Timmermans e la Commissaria Ferreira a Torino per il Forum delle città 2023

    Giovedì 16 e venerdì 17 marzo Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ed Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme, saranno a Torino per partecipare alla quinta edizione del Forum delle città 2023.

    Organizzato dalla Commissione, si tratta di un evento biennale che riunisce le principali parti interessate a livello europeo, nazionale, regionale e locale che si impegnano per un futuro urbano più verde, equo e sostenibile per tutti. Parteciperanno anche rappresentanti delle città ucraine di Lviv e Kopychentsi.

    La Commissaria Ferreira darà avvio al forum insieme a Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino, e ad Alexander Jevšek, Ministro sloveno per la Coesione e lo sviluppo regionale.

    Venerdì alle ore 14.00 il Vicepresidente esecutivo Timmermans pronuncerà il discorso di apertura prima del dibattito con alcuni sindaci. A margine terrà un incontro bilaterale con il Sindaco di Torino, e durante la mattinata parteciperà a Bra all’inaugurazione dell’anno accademico presso l’Università degli Studi di Scienze gastronomiche.

  • Ambiente: nuova iniziativa europea trova riscontro nella sollecitazione dell’On. Muscardini

    La sollecitazione dell’on. Cristiana Muscardini alla Commissione trova riscontro con una nuova iniziativa europea.

    Virginijus Sinkevičius

    Commissario europeo all’Ambiente

    Rue de la Loi 200

    1049 Brussels

    Belgium

    Milano, 21 novembre 2022

    Signor Commissario,

    anche alla luce dei vari problemi emersi durante Cop 27 svoltosi in Egitto Le chiedo di affrontare un tema che sembra sfuggito all’attenzione di molti di coloro che si occupano di ambiente e di lotta all’inquinamento.

    Come Ella sa, mentre in Europa si obbligano i cittadini a sostituire le vetture inquinanti, dalle macchine ai veicoli agricoli, offrendo anche incentivi, gli stessi sono poi esportati e rivenduti nei paesi più poveri, specialmente in Africa.

    In questo modo noi spostiamo il problema, ci saranno meno emissioni inquinanti a Parigi, Milano, Bruxelles, Berlino ma ci sarà  ancora più inquinamento nelle città africane e, come sappiamo bene, il problema non si risolve spostandolo ma eliminandolo.

    La Commissione ritiene di poter intervenire mettendo allo studio una proposta che da un lato vieti l’esportazione di vecchi veicoli inquinanti fuori dall’Unione Europea e dall’altro crei, per i paesi africani, possibilità di acquisto di veicoli per il trasporto privato, pubblico e per l’agricoltura a prezzi calmierati  attraverso i fondi per la cooperazione e tramite accordi con le case automobilistiche?

    Certa che alla Sua sensibilità non sfuggirà la necessità di affrontare anche questo problema resto in attesa di conoscere il Suo pensiero.

    Cordiali saluti,

    Cristiana Muscardini

    Bruxelles, 10/03/2023

    intpa.f.4(2023)485216

    Gentile On. Dott. Muscardini,

    La ringrazio per la Sua lettera, che sicuramente sottolinea l’impatto ambientale nei Paesi terzi dei vecchi veicoli inquinanti. Le assicuro che la Commissione europea è ben consapevole di questa problematica e pertanto sta attualmente lavorando alla revisione della direttiva “End-of-Life Vehicle” (ELV) mirata a ridurre i rifiuti derivanti dai veicoli fuori uso.

    Sono lieta di informarLa che la revisione si propone di affrontare la questione da Lei menzionata attraverso varie modalità. In primo luogo, la direttiva fissa nuovi obiettivi per i costruttori di veicoli, vietando l’uso di sostanze pericolose e rendendo i nuovi veicoli più ecologici. La revisione della direttiva punterà, inoltre, ad accrescere il riciclo, il recupero e la riutilizzabilità dei veicoli e dei loro componenti, migliorando le prestazioni ambientali di tutti gli operatori economici coinvolti nel ciclo di vita dei veicoli. Ciò dovrebbe portare a prolungare l’idoneità alla circolazione dei veicoli e consentire l’ammodernamento dei veicoli usati con nuove parti, limitando l’impatto sull’ambiente e sulla sicurezza stradale. Da ultimo, ma non meno importante, la direttiva riveduta si concentrerà anche sul divieto di esportare i cosiddetti “veicoli fuori uso” verso i Paesi terzi, con maggiore enfasi sul loro smantellamento e smaltimento ecologico. Pertanto, nel prossimo futuro, i Paesi terzi potranno avere accesso a veicoli usati di migliore qualità e più rispettosi dell’ambiente, a prezzi accessibili.

    Tuttavia, questo processo non è ancora stato finalizzato. Nel 2021 è stata avviata una consultazione pubblica sulla revisione delle norme UE sui veicoli fuori uso. Stiamo attualmente valutando l’impatto dell’attuale legislazione nel contesto del quadro legislativo dell’UE, tenendo conto degli interessi degli stakeholder europei e considerando anche l’impatto sui nostri Paesi partner. Si prevede che la proposta di revisione della direttiva sui veicoli fuori uso della Commissione sarà adottata nel primo semestre del 2023.

    Per ulteriori informazioni è possibile seguire l’iter legislativo sul sito web della Direzione Generale per l’Ambiente: https://environment.ec.europa.eu/topics/waste-and-recycling/end-life-vehicles_en#timeline

    Oltre agli sforzi summenzionati, la Commissione europea contribuisce anche a limitare l’esportazione di veicoli vecchi e inquinanti in Africa attraverso iniziative specifiche. Ad esempio, attraverso assistenza tecnica, la Commissione supporta il cosiddetto “African Transport Policy Programme”, al fine di migliorare la sicurezza stradale. Il Programma mira alla promozione degli standard e dei requisiti di sicurezza per i veicoli nuovi e usati. Inoltre, nell’ambito dell’iniziativa “Tripartite Transport and Transit Facilitation Programme”, la Commissione contribuisce all’armonizzazione della regolamentazione e delle politiche in materia di trasporti su strada.

    La Commissione europea ha anche più volte contribuito al “UN Road Safety Fund”, il fondo delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale. Uno dei principali obiettivi del fondo è quello di migliorare la sicurezza dei veicoli, ovvero porre fine al funzionamento di veicoli vecchi, inquinanti e non idonei alla circolazione stradale.

    In una prospettiva più ampia, i sistemi di trasporto verdi e sicuri sono anche una delle priorità di investimento nell’ambito della nuova strategia “Global Gateway” dell’Unione Europea, con l’obiettivo di creare condizioni propizie per le imprese tramite opportunità commerciali e di investimento. A titolo di esempio, la Commissione europea svilupperà una serie di corridoi di trasporto strategici, sostenibili e sicuri, promuovendo le catene del valore, i servizi e la creazione di nuovi posti di lavoro a vantaggio delle industrie africane.

    Le iniziative citate contribuiscono sia a limitare il numero di veicoli vecchi e inquinanti, sia, indirettamente, a rendere i trasporti più accessibili e più verdi in Africa attraverso l’armonizzazione della regolamentazione e dell’incentivo al commercio..

    Distinti saluti

    Carla MONTESI

  • Confedilizia invoca migliorie dell’apparato normativo e istituzionale europeo

    Di fronte alla XIV Commissione della Camera, in rappresentanza di Confedilizia, il vicepresidente Achille Colombo Clerici ha osservato che la comunicazione della Commissione europea a Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e al Comitato delle Regioni, dal titolo “Applicare il diritto dell’U.E. per un’Europa dei risultati”, si inscrive in un processo formativo dell’Unione europea che non solo non è compiuto ma pare in fase di arretramento. Lodando lo sforzo della Commissione stessa di contrastare tale tendenza, Colombo Clerici non ha potuto non sottolineare come l’Unione e il suo diritto, di cui la Commissione è custode, rischino di esser relegati in secondo piano rispetto agli interessi dei singoli Stati dell’Unione stessa. «Emblematico – ha detto – il caso Ema e l’assegnazione della sede ad Amsterdam. Il 14 luglio 2022 veniva pubblicata la sentenza della Corte di Giustizia Europea che si pronunciava sui ricorsi mediante i quali il Comune di Milano e la Repubblica Italiana avevano impugnato la decisione del Consiglio Europeo in merito alla assegnazione dell’Ema (l’Agenzia Europea per i farmaci). Si pensava potessero esserci vizi di legittimità (ad es. errore) nel procedimento di assegnazione culminato con l’estrazione a sorte l’assegnatario finale (la città olandese di Amsterdam) e l’esclusione di Milano, appunto. In particolare, circa l’idoneità della città di Amsterdam ad ospitare la predetta Agenzia. In effetti, mentre nei dossier si affermava che la sede di Amsterdam era idonea e pronta per essere occupata ed utilizzata, ciò non sarebbe risultato alla prova dei fatti (mancando ancora qualche mese all’ultimazione dei lavori di adattamento), tanto che si trattò poi di utilizzare provvisoriamente un altro edificio. La sentenza della Corte di Giustizia respingeva i ricorsi, (senza entrare nel merito e senza dar corso ad attività istruttorie di sorta) dichiarando che, in caso di decisione del Consiglio dei Ministri Europeo, si tratta di atto politico, insindacabile anche sul piano della legittimità (ad esempio per errore colposo o doloso che sia): non solo quindi la discrezionalità assoluta nel merito, ma, sul piano del controllo di legalità, mancando una norma che fissi il limite costituzionale, non solo le decisioni di contenuto amministrativo, ma le leggi stesse risultano legibus solutae».

    Più dettagliatamente, ha sottolineato Colombo Clerici. «La sentenza della Corte di Giustizia incorre in errore perché assimila le decisioni del Consiglio dell’Unione Europea ai trattati internazionali, per il solo e semplice fatto che a decidere sono i rappresentanti degli stati. Ma nel caso di un trattato (che è un accordo inter partes) la decisione resta in capo ai diversi Stati, mentre nel nostro caso si tratta di un atto dell’organismo Unione (dotato di propria personalità giuridica), in quanto i singoli stati esprimono il loro voto nell’ambito di un organo istituzionale della Unione stessa: cosa ben diversa. Nel primo caso ci troviamo di fronte ad un atto politico, ad una decisione politica, nel secondo caso ad una decisione tecnico-istituzionale. La sentenza della Corte finisce inoltre per confondere il voto dei singoli stati membri (che è evidentemente atto politico insindacabile) con la decisione prodotta dal voto stesso (che è atto giuridico di un Organo dell’U.E.  e, come tutti gli atti giuridici, sindacabile sul piano della legittimità). Anche il voto dei nostri parlamentari è un atto politico, ma le leggi stesse sono soggette al vaglio di legittimità costituzionale. Ma tant’è. Il caso è chiuso».

    Osservando sulla scia della vicenda Ema che «l’interesse comunitario porterebbe a tener conto che l’Unione presenta una situazione di grave squilibrio quanto alla assegnazione storica delle diverse sedi istituzionali le quali risultano tutte concentrate in un ridotto europeo del raggio di poche centinaia di chilometri, localizzato nel quadrante Benelux Francia, Germania», il vicepresidente di Confedilizia ha ricordato che  «all’Italia (terzo contributore netto dell’Unione) ne risulta assegnata solo una e mezza. (Parma e Torino). Un trattamento a dir poco inconcepibile, che dà luogo ad una situazione certamente non suscettibile di esser protratta nel tempo, per ovvie ragioni di natura culturale ed economica».

    Colombo Clerici ha poi parlato anche delle implicazioni dell’affaire Qatargate; «Il sistema europeo di fatto non appronta, come vediamo, alcun rimedio. Mancando infatti di una giurisdizione penale comunitaria e parallelamente del requisito della extraterritorialità almeno per reati commessi da dipendenti, funzionari, esponenti nell’esercizio delle loro funzioni, questo sistema dà luogo ad una situazione anomala che rappresenta una grave lacuna nella costruzione dell’organismo dell’Unione Europea. E’ competente infatti l’A.G. del luogo dove è commesso il reato, cioè di uno dei cinque stati citati in cui è localizzata la sede istituzionale europea, sicché la sentenza verrà pronunciata in nome del popolo belga, francese e via dicendo e non dei popoli dell’Unione. Saremmo curiosi di sapere poi, prendendo ad esempio il caso Qatargate, visto che è competente l’A.G. belga, se, a seguito della condanna di un ex parlamentare alla confisca di 1 milione di euro, la somma venga incamerata dal Regno del Belgio o da chi altro.  Ma è la stessa attività inquirente/requirente (cioè di promozione dell’azione penale, con la conseguente attività istruttoria) che non potrà essere iniziata da uno stato diverso, anche se ci trovassimo di fronte alla lesione di interessi di soggetti appartenenti a questo stato (tranne ovviamente il caso che il funzionario da indagare mettesse piede proprio nel territorio di questo stato). Come si vede, dunque, sussiste un grandissimo vulnus sul piano della sovranità degli Stati (è questione di equità e di dignità degli Stati di fronte a questa asimmetricità) e della tutela degli interessi degli stati stessi e dei soggetti ad essi appartenenti».

  • La Commissione approva la “Grappa della Valle d’Aosta” come nuova indicazione geografica protetta

    La Commissione ha approvato l’iscrizione della “Grappa della Valle d’Aosta/Grappa de la Vallée d’Aoste” nel registro delle indicazioni geografiche protette (IGP).

    La “Grappa della Valle d’Aosta” è ottenuta esclusivamente da uve prodotte e vinificate nella Regione Autonoma Valle d’Aosta. La produzione avviene tradizionalmente mediante distillazione diretta delle vinacce in piccoli impianti artigianali discontinui. Le sensazioni aromatiche delle grappe sono quelle caratteristiche dei vitigni d’origine, che si estrinsecano in note floreali, balsamiche e fruttate.

    La reputazione della “Grappa della Valle d’Aosta/Grappa de la Vallée d’Aoste” affonda le sue radici in un’antica tradizione di produzione di grappa artigianale.

    La nuova denominazione sarà aggiunta all’elenco delle 259 bevande spiritose già protette.

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