Confindustria

  • Sostituto d’imposta

    Probabilmente sono l’unico in Italia a non aver assolutamente apprezzato la proposta del presidente di Confindustria di togliere alle imprese l’onere del sostituto d’imposta. Non è attraverso l’aumento delle incombenze burocratiche ai lavoratori dipendenti del settore privato che si migliora la produttività ma eventualmente la si abbassa.

    In questo senso, infatti, si dirige la strategia utilizzata dalle più grandi imprese come Luxottica e Ferrero le quali adottano delle politiche di Welfare aziendale che vanno esattamente nella direzione opposta a quella proposta dal presidente Bonomi. Inoltre, se ad un unico sostituto d’imposta si sostituissero i dipendenti singoli sicuramente “l’efficienza” della pubblica amministrazione dimostrerebbe ancora più i propri limiti con inevitabili ripercussioni sulla stessa produttività dei dipendenti.

    Il vero problema non può venire individuato nel ruolo di sostituto imposta ma nella risposta che la pubblica amministrazione è in grado di offrire come servizio nel suo complesso a tutte le attività di impresa (https://www.ilpattosociale.it/attualita/linutile-crescita-della-produttivita/).

    Francamente sarò l’unico in Italia ma ho trovato notevolmente deludente questa relazione del presidente di Confindustria e la considero un passo indietro rispetto alle vere tematiche di sviluppo. Il progresso e lo sviluppo economico traggono beneficio dal miglioramento delle relazioni tra pubblico e privato e non dalla condivisione con i propri dipendenti di problematiche imputabili al soggetto pubblico.

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