Controlli

  • Unione doganale: la Commissione propone miglioramenti di ampia portata per gli operatori commerciali

    La Commissione accoglie con favore la relazione speciale della Corte dei conti europea che analizza il programma di agevolazione doganale dell’UE per operatori commerciali affidabili, comunemente noto come programma per gli operatori economici autorizzati (AEO).

    Le imprese che partecipano al programma AEO fruiscono di una serie di vantaggi che consentono loro di risparmiare tempo e denaro, ad esempio una quantità ridotta di controlli e canali prioritari per lo sdoganamento. Il programma porta beneficio anche alle autorità degli Stati membri, perché rafforza la sicurezza e le aiuta a riscuotere i dazi doganali e l’IVA in maniera più efficiente. Attualmente nell’UE sono autorizzate come AEO oltre 18 000 imprese, che hanno partecipato al 74% delle importazioni totali e all’83 % delle esportazioni totali dell’UE. Tutte le imprese dell’UE possono chiedere di diventare AEO, ma per essere ammesse al programma devono soddisfare una serie di criteri, quali il rispetto della legislazione doganale e delle norme fiscali, la solvibilità finanziaria, catene di approvvigionamento trasparenti e una comprovata competenza e sicurezza.

    Nella relazione, la Corte dei conti europea sottolinea la solidità e l’ottima gestione del programma AEO nonché il fatto che ha finora raggiunto i propri obiettivi generali e gode di un tasso di soddisfazione superiore all’80% da parte degli operatori commerciali. Tuttavia, la Corte dei conti europea evidenzia anche alcune carenze del programma, come la sua attuazione disomogenea nei diversi Stati membri: i vantaggi di cui godono gli operatori di fiducia variano infatti significativamente da uno Stato membro all’altro. La Corte sottolinea inoltre la mancanza di un approccio comune dell’UE alla misurazione della performance del programma e sottolinea il suo “potenziale inutilizzato” nel garantire un sostegno uguale alle imprese dell’UE e alle autorità degli Stati membri.

    Come annunciato nel proprio programma di lavoro, la Commissione presenterà presto le sue proposte di riforma delle dogane dell’UE. Si tratterà della più importante riforma dall’istituzione dell’unione doganale dell’UE nel 1968. Tali proposte di riforma risponderanno a molte delle raccomandazioni della Corte dei conti europea e creeranno condizioni di maggiore parità per le imprese. Sulla base dell’attuale programma AEO, le proposte presenteranno una nuova visione, orientata sui dati, per gestir il rapporto tra dogane e imprese. Questo nuovo quadro rispecchierà meglio le realtà del commercio moderno, i progressi resi possibili dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale nonché la necessità di controlli e procedure doganali più semplici ed efficaci.

  • I controlli dei Nas scoprono irregolarità nel 35% delle strutture turistiche ispezionate

    Un laboratorio per la preparazione di poké sul lago di Lecco con la cucina sporca e piena di animali infestanti, un ristorante di Cagliari con un deposito pieno di frigoriferi vecchi e dove si aggiravano le blatte, un bar ristorante vicino di un’area di servizio stradale dalle parti di Pisa con la cucina infestata da escrementi di topi. Ha portato anche a provvedimenti di chiusura e sospensione delle attività oltre a sanzioni per oltre 3 milioni e 506mila euro e al sequestro di tonnellate di cibi avariati o mal conservati, la campagna messa in campo quest’estate in tutta Italia dai carabinieri per la tutela della Salute (Nas) per salvaguardare la qualità e la sicurezza dei servizi turistici e vacanzieri.

    Intitolata “Estate Tranquilla 2022” e organizzata di concerto con il ministero della Salute, la missione dei carabinieri è andata avanti da giugno a settembre, con 10.058 ispezioni che hanno portato all’accertamento di irregolarità in 3.483 strutture, ovvero il 35% circa degli obiettivi controllati, a seguito delle quali sono stati denunciati 3.214 operatori di settore e contestate oltre 5mila sanzioni per un valore complessivo, appunto, che supera i 3,5 milioni di euro. Nell’ambito dei controlli sono state sequestrate 40 tonnellate di alimenti e chiuse o sospese 240 imprese commerciali ritenute irregolari.

    Su 4.986 controlli fatti in agriturismi, punti di ristoro, stabilimenti balneari, villaggi turistici, stabilimenti termali e centri benessere, gli esperti dei Nas hanno trovato irregolarità in 1.983 locali (40%). E tra le violazioni più significative, ci sono soprattutto cibi in cattivo stato di conservazione. Da qui i provvedimenti di chiusura o di sospensione per 150 tra ristoranti, pizzerie, gastronomie e take-away. Verifiche anche nelle gelaterie: dei 1.005 locali controllati 317 sono stati sanzionati e 12 chiusi mentre sono stati sequestrati 64 quintali di gelati. Per quanto riguarda invece stabilimenti balneari e villaggi turistici, su 1.350 ispezioni ci sono state 386 sanzioni (29%).

  • Caro benzina: la Guardia di Finanza scopre frodi in un distributore su due

    Nelle ultime settimane si è assistito ad una impennata dei prezzi della benzina. Frutto, come rilevato da frodi scoperte dalla Guardia di Finanza, del difficile scenario attuale ma anche di pratiche speculative adottate dai distributori di benzina. Dalle indagini risulta infatti che vi è stato un palese mancato rispetto dell’obbligo di ogni gestore di comunicare i prezzi dei carburanti praticati al ministero dello Sviluppo Economico. Tra gli obblighi disattesi dai gestori c’è spesso anche quello della corretta esposizione dei prezzi al pubblico. Nei primi cinque mesi dell’anno dai 1.320 interventi della GDF sono emerse 690 violazioni. In pratica poco più di un illecito ogni due verifiche (52,3%). E questo è solo il primo bilancio del piano di azione straordinario che il Governo ha messo in campo nei primi mesi dell’anno per fronteggiare il caro benzina. Nel mirino soprattutto le manovre speculative a danno dei consumatori, ma anche le frodi fiscali nel settore dei prodotti energetici che creano un dumping rispetto agli operatori onesti.

    Secondo le indagini della Guardia di Finanza  la quantità di prodotti energetici oggetto di frode ha superato le 177.000 tonnellate, con oltre 630 tonnellate di carburanti sequestrati. Effettuando poi 850 controlli fiscali, i finanzieri hanno scoperto un’evasione delle imposte per un totale di 230 milioni di euro. Ben 1.500 soggetti tra società ed entità giuridiche sospette messe sotto analisi negli ultimi 18 mesi.

  • La Commissione europea apre a controlli nell’area Schengen: “ma sia un’eccezione”

    Ripristinare i controlli ai confini all’interno dell’area Schengen in caso di “massicci” flussi migratori. La Commissione europea si accinge ad aprire il vaso di Pandora del dossier flussi con una prima proposta di intervento che sembra strizzare l’occhio a quei Paesi membri da anni allarmati dai cosiddetti movimenti secondari. Nella proposta di modifica del codice Schengen l’esecutivo europeo, in casi di estrema eccezionalità e dietro adeguata motivazione, permetterà a Stati come Germania, Olanda o Francia, di istituire controlli alle frontiere per impedire l’accesso di migranti dai Paesi di primo ingresso. Si tratta, al momento, di una proposta che plausibilmente potrebbe ricadere nel ben più ampio Patto sulla Migrazione e l’Asilo. L’Italia, però, già ha drizzato le antenne e, sebbene il tema non sia formalmente in agenda, potrebbe anche dire la sua al Consiglio europeo di giovedì 16 dicembre.

    Sul tavolo del summit dei leader, si parlerà innanzitutto della dimensione esterna del dossier migranti, ovvero della parte dove il consenso tra i Paesi membri è pressoché unanime. Ma l’ombra dei movimenti secondari è dietro l’angolo e la proposta della Commissione Ue potrebbe aprire una breccia nel dibattito. Il testo dell’esecutivo europeo prende spunto da una duplice emergenza: la crisi pandemica, che nel 2020 portò i Paesi membri a muoversi in ordine sparso sulla chiusura dei confini; e l’attacco ibrido della Bielorussia, che due settimane fa ha indotto Bruxelles a sospendere alcune fattispecie delle procedure d’asilo per Polonia, Lituania e Lettonia. L’obiettivo della proposta è quello di un maggior coordinamento tanto che, nel caso un Paese reintroduca i controlli ai confini, sarà il Consiglio Ue ad essere coinvolto sugli aspetti legati all’iniziativa. Si tratterebbe, in ogni caso, di una extrema ratio, lasciata ad un Paese che, in mancanza di soluzioni alternative, si trova ad affrontare un massiccio flusso di persone alle sue porte.

    L’esecutivo Ue inviterà poi gli Stati membri a pattugliamenti congiunti delle frontiere e ad accordi bilaterali ad hoc, sul modello di quelli conclusi dall’Italia con i Paesi confinanti, proprio per evitare un uso indiscriminato di eccezionalità nell’area Schengen.

    Eppure per Roma già nelle scorse ore è scattato l’allarme: la posizione del governo è sempre stata quella di analizzare i movimenti secondari e quelli primari in un approccio organico. Evitando di restare soli nel salvataggio dei migranti in mare trovandosi, allo stesso tempo, con altri richiedenti asilo respinti ai confini Nord della Penisola. Non a caso, fonti europee spiegano come già la proposta della Commissione sia frutto di una mediazione. Il risultato, tuttavia, resta quello di “facilitare” il respingimento di migranti alla frontiera per i Paesi dell’Europa del Centro-Nord. Sul dossier tornerà quasi certamente la presidenza francese dell’Ue, che da gennaio lavorerà ad una profonda revisione dei regolamenti di Dublino. “Responsabilità accompagnata alla solidarietà” resta la linea rossa tracciata dall’Italia. I fari sui migranti restano accesi. A margine del Consiglio Affari Esteri Ue, Luigi Di Maio ha avuto un bilaterale con suo omologo del Qatar Al-Thani tutto incentrato sul dossier afghano e su quello libico. “La sicurezza e il controllo dei flussi migratori continuano a essere tra le nostre priorità”, ha sottolineato il titolare della Farnesina.

  • Dogane: un sistema di gestione dei rischi moderno aiuta le autorità doganali a scambiarsi informazioni in tempo reale

    La Commissione europea ha varato un nuovo sistema doganale di gestione dei rischi (CRMS2) per rafforzare i controlli doganali dell’UE e proteggere i cittadini e le imprese dell’Unione, nonché gli interessi finanziari di quest’ultima. Il nuovo sistema, che entrerà ufficialmente in funzione il 1º gennaio 2022, facilita lo scambio in tempo reale di informazioni sui rischi tra le amministrazioni doganali.

    Il ventaglio dei possibili rischi oggetto del sistema è ampio e comprende ad esempio i rischi per la sicurezza connessi agli esplosivi, i rischi per la sicurezza relativi a salute e ambiente, la sicurezza dei prodotti, i rischi finanziari e commerciali, inclusi i diritti di proprietà intellettuale e i controlli sul denaro contante. Lo scambio di informazioni si è rivelato particolarmente utile durante la pandemia di COVID-19, che ha richiesto che grandi quantità di prodotti medicali venissero rapidamente controllate e sdoganate per l’uso.

    Questo nuovo sistema apporterà enormi vantaggi alle autorità doganali europee” – ha dichiarato Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia. “Quando merci pericolose verranno fermate in un punto della frontiera esterna dell’UE, l’informazione sarà immediatamente condivisa tra gli uffici doganali di tutta l’Unione. Il nuovo sistema doganale di gestione dei rischi darà un enorme impulso alla lotta contro le frodi e agli sforzi per garantire la sicurezza dei cittadini“.

    Il sistema doganale di gestione dei rischi mette in collegamento le autorità doganali dei 27 Stati membri dell’UE e, ad esempio, della Norvegia. Sono compresi tutti i porti internazionali, gli aeroporti, i principali valichi di frontiera terrestri e tutti i centri nazionali di analisi dei rischi. In totale, circa 900 uffici doganali e centri nazionali e 6 500 funzionari doganali ed esperti in materia di rischi sono collegati al sistema, che riguarda la frontiera esterna dell’UE nella sua interezza.

    Fonte: Commissione europea

  • Regole e controlli per non chiedersi dopo il perché

    Mentre finalmente calano i morti per covid e si riaccende con la speranza la voglia di vita, di aria, di sole, di tornare a stare in mezzo agli altri, di normalità, una nuova tragedia spezza vite innocenti nel crollo della funivia del Mottarone. Forse anche questa tragedia è la terribile normalità della nostra epoca, controlli non eseguiti o eseguiti male con ponti o funivie che crollano, atti terroristici senza confini, violenze private e pubbliche. Forse è questa la normalità, chiedersi dopo il perché, chiedersi come si potevano evitare tante morti e tanto dolore, dedicare pagine e fiumi di parole al ricordo continuando poi nella solita poca attenzione alle prevenzione globale, al senso di responsabilità che ciascuno deve avere. Nella vita di tutti c’è l’imponderabile, uscire la mattina e non poter mai più tornare a casa la sera, un imponderabile che può aspettare chiunque. Per questo ricordando, con profondo dolore, le vite spezzate al Mottarone cerchiamo di rendere loro omaggio con nuove, immediate regole per la prevenzione ed i controlli e con la consapevolezza che ogni minuto di vita deve essere apprezzato e condiviso.

    Così un’altra volta l’avidità, l’incuria, il pressappochismo, l’indifferenza hanno colpito ancora uccidendo 14 persone. Ci sono responsabilità di coloro che, a vario titolo, avevano la gestione e la manutenzione dell’impianto, di chi sapeva il rischio e non è intervenuto e anche di coloro che, nella pubblica amministrazione, non hanno vigilato.

  • Imprese sempre più al setaccio dell’amministrazione fiscale

    Le imprese italiane sono viste con sempre maggior sospetto da parte delle autorità pubblica, secondo quanto denuncia la Cgia di Mestre.

    Nel 2017 le aziende hanno subito 1,595 milioni di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Tra accertamenti analitici o parziali, controlli incrociati o eseguiti per strada, accessi in azienda, verifiche sulla corretta emissione di scontrini e ricevute o comunicazioni spedite via Pec su anomalie riscontrate negli studi di settore, quasi un’azienda italiana su 3 è stata oggetto dell’attenzione del fisco.

    L’anno scorso le ispezioni sono più che raddoppiate rispetto al 2016, in particolare in seguito all’attività di “compliance”, ovvero alle comunicazioni preventive con le quali l’amministrazione finanziaria ha chiesto agli imprenditori informazioni su presunte incongruenze emerse dall’analisi della propria posizione fiscale. A queste ispezioni vanno poi aggiunte quale legate all’azione di controllo realizzata dall’Inps, dall’Inail e dalle Asl.

    Gli accertamenti sono stati 157.917, di cui 144.877 nei confronti di imprese e lavoratori autonomi con volume d’affari al di sotto dei 5,164 milioni di euro, i controlli 34.479, i controlli strumentali 522.522. Si tratta di atti con i quali viene contestato un maggior reddito e possono essere compiuti sotto forma di accertamento analitico o parziale. Le attività di controllo si concretizzano in accessi in azienda per verificare la corrispondenza dei documenti contabili a effettivi fatti di gestione, ovvero la corrispondente archiviazione nei registri aziendali. Possono essere anche controlli incrociati con la documentazione di altre imprese Quando si tratta di controlli strumentali sono eseguiti principalmente dalla Guardia di Finanza e sono diretti a verificare la corretta emissione di scontrini e ricevute fiscali, comprendono anche i controlli su strada relativi al trasporto merci e all’individuazione di indici di capacità contributiva.

    Le comunicazioni per la compliance sono state 880.425, le comunicazioni di anomalie relative agli studi di settore 147mila.

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