decrescita

  • La decrescita infelice, pensieri e pensierini

    Mentre l’anno volge alla fine e speriamo che finiscano anche le tante idiozie che abbiamo sentito, nel fare a tutti noi i più caparbi  auguri per il nuovo anno non posso non rammentare a noi stessi  la necessità di qualche momento di meditazione. Ne abbiamo viste tante in questi anni e non riesco a ricordare un governo che abbia saputo affrontare con dignità ed onestà i problemi politici, economici e sociali del nostro Paese e del contesto internazionale col quale, comunque, l’Italia si deve confrontare e misurare. La Prima Repubblica è crollata nelle tangenti, la Seconda per le incapacità, la Terza sta distruggendo gli ultimi rimasugli di democrazia. Intanto le povertà, le paure, le insicurezze e le ingiustizie aumentano. Renzi ,con la sua arroganza, è caduto perché voleva decurtare la democrazia, già traballante, attraverso una riforma che, abolendo il Senato, avrebbe cancellato una pagina storica e imprescindibile per un sistema democratico, il Senato appunto. Oggi quegli stessi che hanno detto no a quella sciagurata riforma non solo ripercorrono la stessa strada, programmando la drastica riduzione del Parlamento, ma  rendono nei fatti cancellata la nostra Costituzione eliminando i passaggi parlamentari che sono, per legge, necessari all’approvazione del  bilancio e non solo.

    Mentre la nostra Costituzione viene stravolta le cronache sono piene di notizie vitali quali la colazione di Salvini con la Nutella e la presenza  a Natale di lorsignori, Salvini Di Maio e Conte, alle mense dei poveri. Natale ormai è passato perciò lasciate che in me, ora, monti l’ira di chi, dopo aver contrastato per anni, gli Andreotti, i Berlinguer, i Craxi e quanti altri, si trova  a dover dire che la loro statura politica, per quanti errori abbiano fatto, era incommensurabilmente superiore all’arrogante impreparazione e supponenza sia di chi ci governa sia di chi sta all’opposizione, avvitato su problemi elettorali che nulla hanno a che vedere con le necessità degli italiani. Mai come oggi l’ignoranza regna sovrana. Ricordo una poesia dedicata a Giuseppe Mazzini “e un popol morto dietro a lui di mise” ma Mazzini non c’è, resta solo un popolo morto di panciafichisti illusi che nel caos generale troveranno comunque una tetta alla quale attaccarsi. 

    La fortuna vuole che io non abbia nulla da chiedere se non che quella per un Parlamento eletto direttamente dai cittadini, un Parlamento di persone oneste ma capaci, sia una battaglia degli italiani per l’Italia. Non ho posti da conservare o da chiedere, la libertà che mi sono conquistata, grazie a chi ha condiviso le mie scelte, mi da l’obbligo di non tacere e fosse anche la mia una voce che apparentemente chiama nel deserto non smetterò di credere che altri voci siano pronte ad unirsi. Non c’è maggior vigliacco ed ipocrita di chi specula sulle paure e racconta menzogne per ingannare i deboli. Chi rapina il treno d’oro è un bandito geniale, chi ruba le pensioni, chi attrae i deboli con promesse ingannevoli, chi parla di onestà e non è onesto, chi inganna col sorriso rassicurante, chi si  fa forte con i deboli e debole con i forti è solo un pericoloso mascalzone, un truffatore abile che sotto un’apparenza sorridente e paciosa ci sta rubando il bene più prezioso che abbiamo: la liberta garantita dalla nostra Costituzione. 

    E’ tempo che i Berlusconi ed i Renzi tacciano perché rinasca la speranza di far tacere chi, passo dopo passo, cerca di farci tacere con un consenso manipolato dalla disperazione. Chi oggi non parla è connivente.

Pulsante per tornare all'inizio