Caro barman, ora che hai confessato il brutale omicidio di Giulia ed hai spento con lei la vita in divenire del bimbo che portava in grembo,metto da parte ogni riflessione sulla gravità del delitto e sul danno immenso che hai procurato e mi soffermo su un aspetto della tua personalità: la stupidità, per altro ampiamente dimostrata dall’intero tuo “modus operandi”.
Sul punto molti si sono ingannati, compresa tua madre che, in televisione, utilizzando un’espressione ampiamente abusata ti ha definito mostro.
La verità è più semplice perché, se mostro sei diventato, scemo lo sei sempre stato.
Non intendo risultare offensivo poiché il termine, in senso etimologico, significa mancanza e, nel tuo caso, rinvia all’assenza totale di senso morale, empatia e pietà.
C’è un cocktail che, purtroppo, non hai mai imparato a miscelare. E’ probabile che non sarebbe stato gradito alla tua abituale clientela a ben altro abituata, ma, forse, ti avrebbe salvato.
Si trattava semplicemente di mescolare insieme amore con amicizia, allegria con tenerezza, gentilezza e rispetto. E allora sì che l’ultimo selfie con Giulia sarebbe stato sincero e gioioso.
Ora è quello che è, una commedia, un ipocrita esibizione, e così resterà a futura memoria per tutto il tempo a venire.
Vuoto e falso come te e la tua vita.